“Poter affrontare un tennista come Tommy Haas è incredibile. Sfortunatamente per me non possiamo sfidarci sul circuito, per questo sono molto felice di averlo incontrato in questa esibizione. Ha dimostrato di essere ancora in ottima forma e ci sono stati persino dei momenti in cui mi ha costretto a cambiare tattica. Ho avuto la sensazione che, in buona giornata, Tommy potrebbe battere qualsiasi giocatore del circuito ATP“.
La sensazione espressa da Dominic Thiem al termine della sfida contro Tommy Haas, nella semifinale dell’esibizione Bett1aces di Berlino, conferma quella avuta da tutti coloro che hanno visto l’incontro in televisione. Per un set e mezzo, non è sembrato che Haas fosse un quarantaduenne né tantomeno che non giocasse un torneo ufficiale da tre anni (era l’agosto 2017, a Kitzbuhel). Tagli utilizzati con la solita arguzia, cambi di ritmo e buona copertura del campo al cospetto di un Thiem che non ha mai dato la sensazione di giocare al risparmio. Semplicemente, come ha detto l’austriaco, un Haas in forma ha ancora a disposizione una sessantina di minuti di tennis in cui giocare alla pari con un giocatore che compete per la vittoria degli Slam.
“Mi sembra di essere stato colpito da un autobus!“, aveva scherzato Tommy dopo aver lottato contro Jannik Sinner nel primo match dell’esibizione sull’erba. Eppure, guidato da una di quelle passioni che non svaniscono in tre anni – “Adoro il tennis: è lo sport migliore che ci sia” ha confessato in questi giorni – contro Thiem ha fatto persino meglio. Forse ha davvero ragione Sartori: col rovescio a una mano, la longevità è un affare assai più semplice.