Le pagine dell’agenda della ripresa negli Stati Uniti continuano a essere segnate da cancellazioni. Ultima puntata: la USTA – che sul suo sito tiene in evidenza gli aggiornamenti sulla diffusione del Coronavirus – ha deciso di non mantenere in programma i due Challenger consecutivi in programma dal 22 agosto al 6 settembre al National Campus di Orlando, trenta miglia di distanza dalla ‘bolla’ dell’ESPN Wide World of Sports Complex dove tra qualche giorno ripartirà l’NBA. Le date dei due appuntamenti di Orlando vanno in parte a sovrapporsi con quelle del tormentato US Open (31 agosto – 13 settembre), senza che sia però possibile replicare in Florida i protocolli predisposti a New York.
“Non sarebbe fattibile per ragioni logistiche ed economiche – si legge sul sito della federazione statunitense – riproporre gli stessi standard di sicurezza attuati per il torneo di Cincinnati (ospitato comunque a Flushing Meadows) e per lo US Open“. Tra i tornei del circuito maggiore, ricordiamo, è saltato Washington che sarebbe partito il 14 agosto. Una cancellazione quest’ultima – ha rassicurato la USTA – non impattante sullo US Open, nonostante resti ancora qualche ostacolo da superare (al netto dell’evoluzione dell’emergenza) per ragionare con certezza sulla disputa di quello che è diventato il secondo Slam stagionale.
NUOVO CALENDARIO – Il circuito cadetto dovrebbe così ripartire da Praga e Todi il 17 agosto, mentre è notizia di queste ore che gli appuntamenti italiani in calendario sono diventati sei. Oltre a Todi, Trieste (24 agosto), Cordenons (31 agosto) e Parma (7 settembre) che erano già stati ufficializzati, si giocherà anche a Forlì (14 settembre) e Biella (28 settembre), sempre su terra battuta.