Era stato chiesto a Medvedev nei giorni scorsi una sua impressione sull’assenza di pubblico e sulla possibilità di giocare con dei suoni artificiali, e al russo l’idea non era affatto dispiaciuta. Daniil forse non sapeva che una cosa del genere era già in cantiere. La Federazione tennis statunitense infatti, in collaborazione con la ESPN e la IBM, nelle ultime settimane ha messo a punto un sistema in grado di ricreare i suoni e le reazioni dei fan dopo ogni punto a seconda dell’esito dello scambio. Per far ciò è stato necessario far guardare centinaia di ore di registrazione delle precedenti edizioni degli US Open ad un’intelligenza artificiale, che è stata poi in grado di classificare le diverse reazioni del pubblico. Questo permetterà di avere a disposizione dei suoni che ricreeranno la presenza degli appassionati sugli spalti, da usare sia all’interno dello stadio che per le trasmissioni televisive.
Un’altra novità tecnologica che verrà implementata nella 140esima edizione dello Slam newyorkese per sopperire alla mancanza di persone sugli spalti è il Virtual Player Box. In sostanza si cercherà di ricreare virtualmente i posti riservati che ogni giocatore ha a disposizione per il coach, la famiglia e gli amici attraverso degli schermi. La cosa sarà fattibile solo sull’Arthur Ashe Stadium e funziona così: ad ogni giocatore impegnato su questo campo verrà data l’opportunità di “invitare” degli ospiti rimasti a casa. La loro immagine verrà riprodotta su degli schermi LED all’interno dello stadio e in certi momenti, come il cambio campo, sarà anche possibile interagire con loro. Ovviamente senza fare coaching, altrimenti Mouratoglou potrebbe farci un pensierino.