Sfortunato sul campo e anche per quanto riguarda l’esposizione televisiva – lo spostamento del suo incontro sul court 10 lo ha reso invisibile, quantomeno per noi italiani – Gianluca Mager è stato l’ottavo italiano ad essere eliminato dallo US Open, quando in campo ne sono scesi già nove. Il 25enne di Sanremo è stato sconfitto al quinto set da Miomir Kecmanovic, numero 47 del mondo, a cui pure aveva rimontato due set di svantaggio (6-4 6-4 6-7(6) 3-6 6-2).
Candidamente, abbiamo dunque dovuto chiedergli una breve sintesi della partita, durata quasi tre ore, che abbiamo potuto seguire solo tramite livescore. “È stato un buon match, di alto livello. I primi due set sono stati abbastanza particolari perché ho avuto tante palle break (sette, ndr) e lui le ha giocate tutte bene; io ne ho concesso una sola per ogni set e ho preso 6-4 6-4. Il terzo set ho giocato molto bene, nel quinto ho servito un po’ peggio e ho preso un break un po’ stupido, poi su una palla game del 2-1 ho fatto doppio fallo“.
Nel complesso, Gianluca è soddisfatto. “Per essere stato fermo tutto questo tempo e non aver giocato troppo sul veloce nell’ultimo periodo sono soddisfatto della partita che ho giocato. A causa dell’incertezza sullo US Open ho giocato più sulla terra, anche a causa di alcuni problemi al tendine del piede, e per me era meglio giocare lì per prevenire il fastidio. Solo quando è arrivata la conferma ho iniziato a giocare sul veloce. Sono contento di quest’esperienza e ringrazio la USTA che ci ha dato la possibilità di tornare a giocare, guadagnare e divertirci – perché quando gioco mi diverto. Certo è stata un’esperienza diversa, si è tutti distanziati e non c’è stato mai contatto fisico – neanche una stretta di mano“.
Sul programma delle prossime settimane: “Adesso torno in Italia e valuto assieme a Flavio (Cipolla, il suo coach, ndr), che è venuto qui con me, se giocare il challenger di Aix-en-Provence. Poi penso di giocare le quali a Roma e quindi Parigi“.
Mager risponde poi alla nostra domanda sulle motivazioni del bottino molto negativo dei tennisti italiani qui a New York (1-8 nel momento in cui scriviamo). “I campi sono nettamente più veloci dell’anno scorso e sicuramente un po’ ha influito sui nostri risultati, ma tutto sommato abbiamo avuto due settimane per prepararci. A ‘Cincinnati’ avevo meno sicurezze, oggi ho giocato molto bene; è questione di giocare tante partite. Secondo me è solo una questione di fiducia e di abituarsi a giocare su una superficie diversa dalla terra. Noi italiani, io soprattutto, siamo cresciuti sulla terra”.