TENNIS – La rumena batte in due set la Petkovic e raggiunge la sua prima finale in un torneo dello Slam. Sabato sfiderà Maria Sharapova con la quale ha perso i tre precedenti.
(4) S. Halep b (27) A. Petkovic 62 76 ( da Parigi, Antonio Garofalo)
Andrea Petkovic non riesce a fermare l’incredibile ascesa di Simona Halep che conquista la sua prima finale in un torneo dello Slam e da lunedì sarà la nuova numero 3 del mondo.
La rumena è stata superiore in tutto ed ha imposto le sue doti di colpitrice di fronte ad un’avversaria che è sprofondata sotto una valanga di errori non forzati, ben trentasei alla fine.
L’unico rimpianto della Petkovic può essere individuato nel secondo parziale quando è stata avanti 3-1 e 40-15 prima di subire un parziale di otto punti a zero con grosse responsabilità e pochi meriti dell’avversaria.
Lo scorso anno al Roland Garros le due semifinaliste si presentavano in queste condizioni: la Halep da numero 57 del mondo perdeva al primo turno da Carla Suarez Navarro, la Petkovic, da poco rientrata dopo i problemi fisici, addirittura da numero 136 del mondo cedeva al secondo turno delle qualificazioni alla cinese Zhou.
Un anno dopo si giocano l’accesso alla finale del Roland Garros, con grande merito peraltro. La Halep, che nel frattempo ha vinto sette titoli Wta e il premio come Most Improved Player del 2013, addirittura è giunta al match odierno con un percorso netto, senza perdere un set, la Petkovic ieri ha lasciato le briciole a Sara Errani, pur sempre finalista e semifinalista qui negli ultimi due anni.
Lo Chatrier si è letteralmente svuotato dopo la disfida tra le bionde e la tedesca come nel match di ieri parte male dai blocchi, cede il servizio in apertura con tre gratuiti e si espone al pressing asfissiante da fondocampo della Halep.
Non riesce ad entrare in partita Andrea e dopo 11 minuti e già sotto di due break ( 1-4). C’è una discreta claque tedesca che cerca di rianimare la Petkovic ma l’angolo rumeno è decisamente più folto e rumoroso e sugli spalti fa capolino qualche tricolore.
Simona è ingiocabile, soprattutto dal lato del rovescio, la Petkovic riesce a tenere un turno di battuta e si porta sul 5-2 ma dopo il cambio di campo la rumena chiude il primo parziale al quarto set point. Eloquente lo score: dodici vincenti e sette errori per la Halep, solo tre vincenti e ben tredici errori per la tedesca.
Nel secondo set la tedesca prova a limitare il numero degli errori e si porta sul 2-1. Qui arriva finalmente la prima palla break in suo favore della partita e con un pizzico di fortuna ( riga) riesce a prendere un po’ di fiato.
Quattro colombe si appollaiano ( o forse si accolombano?) sul tabellone luminoso dello Chatrier ma soprattutto è la Petkovic a sedersi sul vantaggio: un doppio fallo, un diritto lungo ed un rovescio in rete regalano letteralmente il contro-break da 40-15 alla rumena. “ Vai Simona” si ode sulle tribune e in pochi minuti con otto punti di fila siamo di nuovo in parità (3-3).
La tedesca riesce ad ogni modo a trovare maggiore confidenza con il diritto, prova a spostare con maggiore frequenza la numero 4 del mondo e si porta a condurre 5-4. Il suo problema è che la partita si gioca tutta sul ritmo ( non una variazione, zero back, zero discese a rete volontarie) e in questo momento quello della Halep è davvero infernale, forse per tutte.
La rumena tiene i successivi due game di battuta a zero, mentre la Petkovic fa fatica a venire a capo del suo (da 40-15 si fa raggiungere ai vantaggi) e così si arriva al tie break.
Che è il festival dell’errore (nove gratuiti su undici punti giocati) e del minibreak ( ben 7). Qui la tedesca si scioglie del tutto con sei errori e un doppio fallo ed al primo match point la Halep chiude con il diritto dopo un’ora e mezza esatta e firma la sua prima finale in un torneo dello Slam.
Tra lei e Il sogno di emulare la propria manager e connazionale Virginia Ruzici, campionessa del Roland Garros nel 1978, c’è solo Maria Sharapova.