Questa volta bisogna davvero iniziare dalla fine, e cioè da quando Salvatore Caruso, ormai sotto la luce dei riflettori, saluta il pubblico che gli sta tributando una standing ovation. Ha appena stretto la mano al 21enne spagnolo Sanchez Izquierdo, arresosi dopo una strenua lotta durata oltre tre ore e terminata con un doppio tie-break. La morale è quella che conosciamo: mai sottovalutare uno spagnolo sulla terra battuta. Il ragazzino sarà anche n. 355 ma proprio non sembrava. Grande reattività muscolare, palla molto veloce e idee tattiche ben chiare. Dall’altra parte della rete ha trovato il solito Caruso che in una partita del genere va a nozze. Palleggi intensissimi e, nonostante il ritmo infernale, pochi errori gratuiti. E più la partita si avvicinava al suo epilogo più si alzava il livello di gioco di entrambi i giocatori con il pubblico tanto ammirato quanto stupito che i due non crollassero a terra stremati.
Un match ricco di break e contro-break, come da copione in una partita senza grandi battitori, con una tensione in alcuni momenti quasi spasmodica. Il decimo gioco del secondo set rappresenta la sintesi perfetta dell’incontro: Sanchez al servizio sul 5-4 in proprio favore con Caruso costretto ad annullare ben quattro set point per poi strappare il servizio al nono tentativo. Durata del game quasi mezzora. Nel tie-break (9-7) Salvatore, tanto per non farsi mancare niente, è stato costretto ad annullare altri tre set point. “Lui è stato veramente bravissimo”, dice l’azzurro a fine incontro. “Partita tostissima, tre ore di gioco per due soli set, non c’è niente da aggiungere. Come al solito sono stato lì punto dopo punto anche perché era l’unico modo per portarla a casa. Contentissimo di non aver dovuto giocare un terzo set”.
In precedenza la giornata aveva dato grandi soddisfazioni ai nostri giocatori promuovendo al secondo turno Musetti, Bonadio e Seppi. Eliminati Zeppieri (ma il suo era un derby) e Filippo Baldi, al termine di un match molto equilibrato con lo statunitense Bjorn Fratangelo. Lorenzo Musetti ha prevalso 6-2 6-4 sul russo Teymuraz Gabashvili, giocatore solido (ex n. 43) e soprattutto molto esperto come i suoi 35 anni lasciano intuire. “Sono molto soddisfatto perché sapevo che non era una partita facile”, ha ammesso Lorenzo. “L’avversario è stato molto forte e anche oggi, a tratti, gioca ancora molto bene”. Il nostro portacolori ha avuto ben pochi problemi, mettendo in mostra il suo gioco vario e brillante. Un solo passaggio a vuoto ad inizio secondo set quando si è ritrovato sotto 0-3 ma non ha mai dato l’impressione di poter perdere.
Musetti è atteso adesso dalla sfida con il primo favorito del seeding Frances Tiafoe: “A livello ATP ho fatto in tutto appena un paio di tornei. Quello è il paradiso ma la mia realtà è ancora questa. E qui a Forlì si sta davvero bene. Non vedo l’ora di giocare il secondo turno contro Tiafoe. Ormai tutte le partite sono dure, indipendentemente dal ranking. È un giocatore giovane con molto talento. Di sicuro sarà un match difficile ma mi sento pronto per affrontarlo”. Con Lorenzo si torna per un attimo a parlare di Jannik Sinner: “L’ho già ringraziato in privato per quello che ha detto e devo dire che adesso che ci stiamo frequentando di più nei tornei siamo anche abbastanza amici. Speriamo di condividere una bella carriera insieme“.
Diversamente è andata al suo amico Giulio Zeppieri che è uscito sconfitto nel derby contro Riccardo Bonadio (6-3 6-3). Riccardo ha giocato davvero bene, soprattutto di rovescio, ma bisogna riconoscere che il suo avversario ha avuto una giornata piuttosto complicata. Durante il terzo gioco si è un po’ deconcentrato per una chiamata arbitrale (“Diciamo che sbagliare una palla del genere proprio sotto il tuo naso non è facile”, racconta Giulio a fine match) e all’inizio del secondo set è stato costretto a chiamare un “medical time-out” per un affaticamento muscolare all’avambraccio sinistro. Problema che è andato a sommarsi al mal di schiena e al dolore al ginocchio che aveva ereditato dalle fatiche del torneo romano. Ora una settimana di riposo non potrà che giovargli. “Ho giocato tante partite e sono stanco. Comunque niente da dire, Riccardo ha giocato bene e ha pienamente meritato la vittoria. L’obiettivo è essere pronto per il Challenger di Parma“.
“È stato un match abbastanza difficile anche se dal punteggio non sembra. Zeppieri in questo periodo sta tenendo un livello molto alto anche se oggi probabilmente non era al 100%. Io però ho giocato una partita molto solida con pochi momenti in cui ho concesso punti facili”, racconta Bonadio dopo il successo nel derby. Al prossimo turno, l’azzurro se la vedrà con il qualificato brasiliano Thiago Monteiro: “Personalmente non lo conosco ma Uros Vico l’anno scorso lo ha visto giocare diverse volte nel circuito ATP. Quindi oggi pomeriggio ci sentiremo e vedremo come affrontare questo match”. Prossima programmazione e obiettivi? “Adesso il livello delle entry list è molto alto e non so se riuscirò ad entrare a Biella e Barcellona. Aspetto di vedere dove riesco ad entrare e partirò anche all’ultimo minuto. È un momento difficilissimo per quelli che hanno una classifica come la mia. Del resto i tornei ITF danno troppi pochi punti per invogliarmi. L’obiettivo è cercare di migliorare la mia classifica per poter entrare nelle qualificazioni degli Australian Open“.
Andreas Seppi non ha avuto troppi problemi col giovane francese Jules Okala, a dispetto del punteggio (7-6 6-2) che sembra parlare di una partita abbastanza equilibrata. Troppo superiore la velocità di palla di Andreas che ha sempre costretto il francese sulla difensiva. E anche quando nel primo set si è trovato sotto 3-5 e servizio dell’avversario sembrava chiaro che bastasse dare un colpo di pedale in più per prevalere. Servizio strappato e il resto tutta discesa. “L’anca va abbastanza bene, abbiamo avuto tanta pausa e ho avuto modo di lavorarci sopra”, ci dice Andreas dopo il match. “La cosa negativa della pausa è che ho giocato davvero poco e mi mancano partite. Quindi ogni partita che vinco per me è meglio così metto carburante nel serbatoio”. 36 anni, ma la voglia c’è ancora: “Sicuramente l’età non mi aiuta. L’importante però è stare bene fisicamente. Poi dipende anche dalla classifica, se inizi a scendere e cominci a giocare tante qualificazioni non è facile. La voglia però c’è ancora“. Un sogno per l’ultima fase di carriera? “Difficile da dire, in fin dei conti ho 36 anni. Non so quante altre occasioni potrò avere. Un sogno sarebbe comunque di andare avanti in Davis. Anche l’anno scorso ci ha detto un po’ male“.
Massimo Gaiba