Questa ultima edizione del Roland Garros è stata completamente diversa da tutte le altre per diverse ragioni. A partire dal fatto che il torneo si è giocato tra fine settembre e inizio ottobre invece che a a cavallo tra maggio e giugno come da tradizione. Di come il clima parigino abbia inciso sulle condizioni di gioco, rendendole più pesanti e lente, si è parlato tanto, soprattutto ad inizio torneo. Meno si è detto dell’impatto di questo slittamento sui look dei tennisti e delle tenniste in campo.
Gli effetti sono stati principalmente due. In primo luogo, alcuni brand, su tutti Adidas e Nike, hanno deciso di non riproporre la collezione pensata originalmente per Parigi, facendo vestire i loro atleti con gli stessi completi visti agli ultimi US Open. In questo articolo, per evitare ripetizioni rispetto a quello sullo Slam statunitense, non ci soffermeremo ancora su questi outfit. Insomma, momento spoiler: non c’è Sinner. Sarà per la prossima volta.
Daremo invece spazio a brand più piccoli che non avevamo analizzato nell’articolo sullo Slam newyorkese. In secondo luogo, per coprirsi dal freddo, tanti giocatori e giocatrici sono scesi in campo con vestiario termico e tute. Non esattamente capi noti per la loro eleganza. Qui ne vedrete il meno possibile perché gli scaldamuscoli sono e sempre saranno la morte dello stile su un campo da tennis. Premesse finite. Si comincia.
Novak Djokovic e collezione Lacoste Roland Garros
Lacoste è sponsor del torneo parigino ormai da anni. E disegna una collezione apposita per l’evento, da far sfoggiare ai propri atleti. Inevitabile dunque la decisione di non passare la mano e mostrare gli stessi outfit che avremmo dovuto vedere in estate. E così Novak Djokovic, uomo di punta del marchio francese, è tornato a sfoggiare una polo con lo stesso stile di quella vista agli Australian Open. Cambia la stilizzazione del coccodrillo, che diventa meno invasiva fortunatamente. Cambia il colore, passando dal verde al rosso. Non una scelta proprio felicissima sui campi in terra battuta ma al quale Nole ci ha abituato con Lacoste. Scarpe ovviamente abbinate in rosso. Il serbo insomma ha giocato sul sicuro. Bene, ma in maniera un po’ prevedibile. Come nella finale in cui Rafa sembrava già sapere in anticipo dove andava la palla.
Per gli altri tennisti la casa d’abbigliamento francese ha invece riservato per l’appunto una collezione dedicata al Roland Garros, con tanto di logo sulle magliette e i pantaloncini. Indubbiamente molto elegante e appropriata. A cominciare dalla scelta dei colori, ovvero bianco, blu navy e carta da zucchero. Il tocco moderno nelle polo dei maschietti è dato dalla sfumatura tra il bianco e il blu scuro nella parte bassa e dal colletto a zip con bordino in contrasto. Benoit Paire, in foto, uno dei giocatori più attenti al look del circuito, azzecca ad occhi chiusi l’abbinamento del pantaloncino in blu. Il french touch c’è tutto. Assolutamente impeccabile. (Valerio Vignoli)
Rafa Nadal (Nike)
Rafael Nadal sul Philippe Chatrier si sente decisamente a casa, forse questa è la ragione che l’ha spinto a presentarsi al Roland Garros 2020 vestito con un completino tinta unita che ha ricordato a tutti un pigiama. L’azzurro chiaro di maglia e pantaloncini non è una scelta felice per Nike. Uniche varianti sono le strisce laterali bianche degli shorts, il famoso baffo e il simbolo del toro color fucsia. Il fucsia è ripreso dai polsini di Rafa, ma inspiegabilmente non dalla bandana che è arancione. A completare forse il peggior look parigino di Nadal le scarpe nere, con nome e numero 12. Non c’è pericolo quindi che queste scarpe possano essere riciclate poiché i 12 Roland Garros sono ormai storia, il presente porta il numero 13.
Bocciato l’outfit, ma promossa la mascherina fluo logata Rafael Nadal Accademy. Un fucsia acceso che ha saputo farsi notare, fino a quando con la coppa tra le mani Nadal ha riportato l’attenzione di tutti non più sulla mascherina, ma sui suoi occhi lucidi durante l’esecuzione dell’inno spagnolo. Lacrime che ci hanno ricordato che ciò che ormai Rafa fa sembrare ordinario è in realtà un’impresa sportiva a dir poco straordinaria. (Chiara Gheza)
Martina Trevisan (Le Coq Sportif)
Le Coq Sportif, marchio di abbigliamento sportivo francese, forse non avrà lo stesso charme della connazionale Lacoste. Ma ha comunque scritto pezzi di storia del tennis con le polo e le magliette indossate dai propri atleti. Arthur Ashe, Yannick Noah e Justine Henin, hanno colto importanti successi con il galletto cucito sul petto. Memorabile in particolare la polo bianca e gialla con cui Noah divenne l’ultimo tennista francese in grado di conquistare il Roland Garros nel 1983.
Da un paio di anni, Le Coq Sportif è tornato alla ribalta sul tour, sponsorizzando soprattutto atleti francesi come Richard Gasquet, Lucas Pouille e Ugo Humbert. Ma non solo. Anche la nostra Martina Trevisan, protagonista di una straordinaria avventura in questo Roland Garros, proseguita fino ai quarti di finale, è infatti una testimonial del marchio. Molto semplice il suo outfit con una gonna blu elettrica abbinata ad una maglietta a maniche lunghe bianca. L’outfit vero e proprio ma con un’altra colorazione, la toscana lo ha fatto vedere ad esempio agli assoluti di Perugia. Prevede una fantasia a raggiera nella canotta che va a finire nello stemma del marchio transalpino. Una mise molto sportiva ma senza trascurare del tutto lo stile. (Valerio Vignoli)
Lorenzo Sonego (Mizuno)
Non ha invece grande tradizione nel tennis Mizuno, brand giapponese, noto soprattutto per la qualità delle sue calzature per il calcio, la corsa, la pallavolo e la pallamano. Fatta eccezione per una parentesi di sponsorizzazione con Ivan Lendl all’inizio degli anni novanta che ha prodotto risultati che più nineties non si può, tra colori fluo e fantasie da fumetto manga. La polo con l’aquila indossata dalla leggenda ceca agli Australian Open del 1990 è stata rispolverata in chiave moderna per l’edizione di quest’anno, a testimonianza del revival di quell’epoca che sta imperversando ultimamente.
Mizuno sembra aver perso il pelo ma non il vizio. Di recente sul circuito, maschile soprattutto, ci ha infatti regalato collezioni all’insegna di tinte alquanto sgargianti. Ne è un esempio la maglietta indossata dal nostro Lorenzo Sonego in questa edizione del Roland Garros in cui si è issato fino agli ottavi di finale, per il suo migliore risultato Slam della carriera. Un look tutto in blu, elettrico peraltro. Strisce fucsia e bianche sulla maglietta. Outfit molto sportivo e che salta l’occhio. Ma l’effetto “power ranger” è innegabile purtroppo. (Valerio Vignoli)
Matteo Berrettini (Lotto)
Lotto sceglie un colore classico ed elegante come il blu per vestire Matteo Berrettini a Parigi. Il colpo d’occhio è sicuramente di classe, anche perché Matteo è un testimonial perfetto per la linea d’abbigliamento italiana. Il pantaloncino tinta unita, molto semplice, è ravvivato dalla maglia sulla quale si mischiano varie gradazioni d’azzurro e di blu. I polsini azzurri donano luce e un tocco di leggerezza all’insieme. Decisamente promosso, quindi, il look di Berrettini su suolo francese in quanto perfino le scarpe sono coordinate in modo impeccabile con la maglietta. Siamo certi che Matteo saprà farci divertire in futuro con le sue prestazioni sul campo da tennis, così come Lotto saprà continuare a vestire con outfit di alto livello il tennista azzurro. Una menzione speciale meritano i completini Lotto pensati per le tenniste: il total fucsia scelto per lo Slam parigino è, a parere di chi scrive, semplicemente meraviglioso. (Chiara Gheza)
Collezione Fila
Per Fila, la collezione maschile ha toni decisamente opposti a quella femminile. Il generoso Diego Schwartzman indossa un completo nero con delle fasce gialle nella parta bassa della T-shirt e dei pantaloncini. Se l’accostamento dei colori non è proprio dei più azzeccati, tuttavia, il quasi total black dona all’argentino poiché simboleggia la sua combattività e la sua infinita grinta. Le “fiammate” gialle invece rappresentano al meglio la sua esplosività, resistenza e rapidità. Insomma, un completo esteticamente da rivedere ma adatto a un gladiatore che in campo mette tutto il suo fuoco sacro.
Totalmente diversa la mise indossata da Sofia Kenin, semplice, delicata e un po’ vintage, che richiama le linee degli outfit anni Settanta. Deliziosa la canotta dalla fantasia scozzese con le tinte pastello dell’arancio e del rosa pallido, in pieno stile Roland Garros. Il gonnellino – molto corto e a trapezio – e la stessa canotta, inoltre, ricordano molto lo stile di una delle leggende americane dell’ocra parigina, Chris Evert. Certamente un outfit indovinato per la giovane Sofia. (Laura Guidobaldi)
Collezione Asics
La collezione Asics per lo Slam francese ha fatto centro. Incantevoli i colori, gli stessi per i modelli della linea maschile e femminile. Nei completi da uomo, come quello indossato dalla rivelazione francese Hugo Gaston, però, l’azzurro, l’arancio e il bianco della maglietta sono mischiati in geometrie un po’ “aggressive” e pesanti, e la lucentezza dei colori viene alquanto sminuita da una fantasia un po’ troppo anarchica.
Il vestitino indossato da Caroline Garcia, invece, è un vero incanto, forse il più bell’abito visto in campo nel 2020 (anche se, certo, non si è giocato molto). Estremamente elegante il modello di “Caro”, con la parte superiore di un celeste fresco e brillante al tempo stesso e la gonna bianca, ampia, leggera e non troppo corta. La parte superiore e inferiore vengono spezzate da una fascia in vita alquanto larga, di un bel color salmone acceso, molto primaverile (anche se il torneo si è svolto in autunno). Bellissimo. Semplice ma sfizioso, delicato ma con grande personalità. Inoltre, la linea e la vaporosità dell’abito, non solo sembrano adattissimi ad un’atleta snella e leggera come la Garcia, ma fanno pensare ad un capo dalla grande comodità e praticità. (Laura Guidobaldi)
Stan Wawrinka – Yonex
Siamo lontani dagli short a quadretti in stile pigiama indossati da Wawrinka quando ha trionfato al Roland Garros nel 2015. Per carità, quei pantaloncini sono diventati mitici perché simboleggiano uno dei più begli exploit mai realizzati sul Philippe Chatrier, da uno svizzero che non è Federer e per giunta nell’era Rafa Nadal! Quest’anno, invece, Stan “The Man” ha optato per una mise estremamente classica. Con il classico non si sbaglia mai e, infatti, in mancanza di Federer, il tennista di Losanna ha ripreso un po’ lo stile del raffinato Roger, con quella maglietta blu notte con colletto alla coreana e short rigorosamente bianchi. Outfit carismatico, composto e impeccabile, proprio come il tennis di Stan. (Laura Guidobaldi)
Bonus Off-Court: Iga Swiatek
Un abito lungo a righe verticali è sempre complicato da portare. La neocampionessa di Parigi, Iga Swiatek, però, nel suo shooting con la Coupe Suzanne Lenglen tra le braccia, sembra trovarsi a proprio agio con questo lungo “camicione” a righe. Un abito un po’ in stile vestaglia, è vero, ma complessivamente distinto, con un colletto di camicia, maniche lunghe e leggere e cintura molle in vita. Il tocco chic viene dato certamente dai colori, disposti in righe verticali: l’azzurro Tiffany, l’arancio, il rosa, il bianco e un po’ di grigio scuro per aggiungere un pizzico di grinta alla delicatezza delle tinte pastello. Laddove Iga inciampa clamorosamente, però, è nella scelta delle scarpe: un paio di mocassini rasoterra (come lo sono appunto i mocassini), nerissimi, troppo seriosi e, diciamolo pure, più adatti a una divisa da educanda anni Cinquanta piuttosto che a un abito lungo, leggiadro e così “parigino”. Peccato davvero. (Laura Guidobaldi)