Saranno Petra Kvitova, settima sesta di serie, e Sofia Kenin, quarta testa di serie, a giocarsi la semifinale della parte bassa del tabellone, quella sulla carta più nobile. Entrambe le giocatrici hanno fatto valere i propri galloni vincendo i rispettivi incontri di quarti di finale in maniera convincente (anche se probabilmente i problemi fisici delle avversarie hanno agevolato il compito). La loro sarà una sfida molto interessante, non fosse altro perché sono state le giocatrici più continue a livello di Slam nel 2020 (uniche a raggiungere almeno gli ottavi in tutte e tre le prove disputate). Entrambi i precedenti sono stati vinti da Kvitova, a Miami nel 2018 e sulla terra di Madrid nel 2019.
KVITOVA IN SCIOLTEZZA – Più semplice e netto il successo di Kvitova che si è sbarazzata in due set di Laura Siegemund. La tedesca poteva essere un’avversaria molto insidiosa, ma Petra ha subito indirizzato il match dalla sua parte giocando un primo set molto solido, deciso da un singolo break nel quarto game. Nel secondo parziale, Siegemund è andata sotto di un break per ben due volte, ma in entrambi i casi è riuscita a recuperare e a rimanere in scia. Sotto 3-2 però la tedesca ha chiamato un medical time out per qualche problema alla schiena. “Nel secondo set, sentivo di avere molte più possibilità di mantenere il match in equilibrio. Sul 2-3 o qualcosa del genere ho fatto due, tre movimenti veramente brutti con la schiena e non sono più riuscita a servire“, ha detto Siegemund in conferenza stampa.
Uno scatto d’orgoglio le ha permesso di strappare ancora una volta il servizio a Kvitova e di impattare sul 3-3, ma la sua partita di fatto è finita lì. Petra ha infatti infilato un parziale di dodici punti a due e ha portato a casa l’incontro. Per la ceca si tratta della settima semifinale a livello Slam (3-3 il bilancio), la seconda al Roland Garros dopo quella persa contro Maria Sharapova nel 2012. A chi le ha chiesto un paragone tra questi due risultati così lontani nel tempo, Kvitova ha risposto col sorriso di chi ne ha viste tante, troppe, ma ora può voltarsi indietro serena. “Otto anni fa ero giovane, avevo già vinto un titolo a Wimbledon e ero una delle favorite. Ho perso con Maria che poi ha vinto il torneo. Sentivo di avere molta pressione, ma anche se non ho giocato al meglio su terra, sono riuscita ad arrivare in semifinale. Quindi è stato un risultato importantissimo. Se devo essere onesta però, essere in semifinale dopo tutto quello che ho passato probabilmente significa molto di più perché non avrei mai immaginato di tornare in semifinale in uno Slam così come di arrivare in finale in Australia l’anno scorso. Mi sta capitando un altro miracolo”.
SOLIDA KENIN – Ha provato a complicarsi la vita, ma alla fine Kenin è riuscita a scamparla al terzo set, aggiudicandosi il derby contro Danielle Collins (per il terzo anno di fila una giocatrice statunitense è approdata tra le ultime quattro). Nel successo odierno, Kenin ha certamente approfittato anche dell’infortunio agli addominali che ha impedito di fatto all’avversaria di essere competitiva nel parziale decisivo, ma per larghi tratti la sua superiorità in campo era stata evidente.
Nel primo set tutto è filato via liscio per Kenin che ha approfittato di un orrido quinto game di Collins per assicurarsi l’unico break del parziale. Collins per tutto l’incontro ha palesato problemi a muoversi e a scivolare sulla terra, fattore che ha decisamente minato la sua già non perfetta fase difensiva e la possibilità di ribaltare gli scambi nei quali si trovava in svantaggio. Non riuscendo a trovare soluzioni sul campo, Collins ha provato a rivolgersi all’esterno intimando al proprio angolo di cambiare posto per stornare la malasorte.
Dopo essersi salvata nel primo gioco nonostante tre doppi falli, Danielle ha ceduto il servizio nel quinto gioco, salvo poi recuperarlo immediatamente con la complicità di Kenin. La testa di serie numero quattro è sembrata accusare un po’ la tensione facendo rientrare in partita Collins. Nel decimo gioco, una serie di rovesci ben assestati ha permesso alla meno quotata delle due statunitensi di pareggiare il conto dei set. Come già accennato il terzo set non ha offerto la lotta e l’equilibrio che ci si poteva aspettare: Collins ha subito perso il servizio e ha iniziato a toccarsi gli addominali con evidenti smorfie di dolore. “Insopportabile” è la parola usata da Danielle per descrivere la situazione durante il medical time out. Pur in evidente sofferenza, Collins ha lodevolmente portato a termine l’incontro scortando Kenin fino al comodo e inglorioso 6-0 che ha regalato a Sofia la seconda semifinale Slam dell’anno (e della carriera).