TENNIS – Giornata di primi e secondi turni all’Aegon Classic. In aggiornamento i risultati del day 2 del torneo Wta in erba. Da Birmingham, Giulio Fedele.
Secondo giorno di Aegon Classic. Entro in sala stampa e ”Schedule of play” alla mano, decido dove dirigermi prima. Benché Dellacqua-Radwanska fosse stata messa sul centrale, scelgo di guardare la più defilata Schmiedlova-Mchale, per testare quanto questa ragazza, che tanto aveva impressionato al Roland Garros, potesse fare sui delicati prati inglesi. Fin dal riscaldamento, guardandola eseguire le volée di routine, l’ho vista tremante ed esitante, non avvezza a quel tipo di gioco. Ed infatti lo si è notato durante tutta la partita con l’americana; Schmiedlova ha perso perché ha trovato una giocatrice che fa il suo stesso gioco e forse è più costante, ma di certo posso dire non ha impressionato come in Francia. Mi sono poi spostato nel campo affianco per ammirare la prima vera ‘giocatrice da erba’ di questa settimana: Petra Cetkovska. L’avevo già vista in quel di Roma, giocare contro l’Errani, ma rivederla sui court di Birmingham è stato come accorgersi di un’altra giocatrice. Slice di dritto, di rovescio, palle corte; sempre in controllo del match, sapeva quando spingere e quando rallentare e chiudeva il punto quando doveva; troppo da sopportare per la rumena Cadantu, che è rimasta aggrappata al match ma effettivamente non ha mai avuto chances. Ma quest’oggi è stata una giornata very british, nel senso che vi erano tre giocatrici made in UK impegnate tra i campi. La prima a giocare è stata Johanna Konta, la meno british, per così dire. E’ infatti naturalizzata dopo aver vissuto dieci anni in Inghilterra ma ha origini australiane. E’ del ’91 e la numero 110 del mondo, attualmente. La Konta – che chiamerei Kobra per il movimento unico con cui effettua il servizio che la fa sembrare un cobra che si tira su e, dopo essersi snodato, attacca la preda – ha lasciato davvero un’ottima impressione, battendo nettamente Kurumi formichina Nara, una giapponesina top50 che è abituata a far correre le avversarie e ad una costruzione del punto al limite della matematica. Nonostante questo, Johanna ha mantenuto un’aggressività costante ed è stata veramente concreta. Anche lei, come ieri Katy Dunne, è sembrata una ragazza spontanea e solare in sala stampa. Ha dichiarato che sarebbe stata felice di incontrare Heater Watson al prossimo turno, la quale intanto era impegnata al centrale contro la Wozniak. Da quando hanno fatto alla Konta la domanda sul possibile derby inglese, la Watson che era avanti 6-2 4-1 ha iniziato una striscia negativa senza fine ed ha poi perso il match. Che li abbia sentiti, forse? La Watson è la n°1 inglese e n°69 del ranking, ragazza copertina dei manifesti del torneo in giro per il complesso; qui a Birmingham ha fatto due volte gli ottavi di finale, ed oggi invece si è fermata al primo turno dopo questa sconfitta rocambolesca con tre match point sprecati. Nel terzo set aveva rimontato sul quattro pari, ma si vedeva che non aveva armi per poter impensierire la canadese, che era quella che prendeva l’iniziativa. Eppure l’avversaria non era davvero niente di che, tant’è che un giornalista mi ha chiesto se quella fosse la ”tennista lasciata a due mesi dalle nozze da McIlroy”; l’ho dovuto deludere, dicendo che quella era la Wozniak e non la Wozniacki. Al team delle inglesi fuori dal torneo casalingo si aggiunge Naomy broady, la più british a livello di gioco: ha un buon servizio potente, un rovescio monomane, che però fa male raramente, perché raramente centra la pallina, e un discreto gioco al volo. La Broady ha 24 anni, è la 163 al mondo, e ci ha confessato in sala stampa che se non fosse stato per la wildcard ottenuta a Wimbledon l’anno scorso, quest’oggi non sarebbe nel tennis professionistico, poiché non ha le finanze per supportare la sua passione. Sicuramente a nessuno sarà nuovo il divario tra i prize money dei tornei maggiori rispetto a quelli dei tornei minori. A tal proposito vi segnalo che l’Aegon Classic ha triplicato il suo montepremi, per toccare quota 700.000 dollari, ed in questo caso rappresenta una discreta risorsa per le giocatrici come la Broady che beneficiavano di una wildcard. E sarebbe un vero peccato non vederla giocare più, visto che rappresenta un tennis in via di estinzione, soprattutto sui prati; e a questo punto speriamo che le diano un’altra wildcard per Wimbledon, innanzitutto per vederla giocare, e poi per sostenerla economicamente.
Nell’ultimo match di singolare disputato sul Centrale, Daniela Hantuchova ha impartito una sonora lezione a Belinda Bencic, vincendo 6-1 6-4. Alla svizzera non è riuscita l’impresa di eliminare entrambe le finaliste dello scorso anno, dopo aver battuto la runner-up Donna Vekic. Daniela ha saputo muovere benissimo l’avversaria ed in risposta ha mantenuto una aggressività costante, cercando da subito il vincente (venti errori gratuiti e 27 vincenti); l’efficacia della sua tattica è testimoniata dalle percentuali di punti vinti dalla Bencic: solo il 50% con la prima, e meno del 50% con la seconda. Il primo set, dopo l’interruzione per pioggia sull’1-1, è scivolato via facilmente, poiché Daniela ha infilato una striscia di 5 game consecutivi valevoli il 6-1; mentre nel secondo c’è stata più battaglia, ma solo quando il risultato era ampiamente compromesso. Daniela infatti si era portata 5-2, ma ha perso il servizio una prima volta, non ha sfruttato un matchpoint sul 5-3, ed ha finalmente chiuso il match sul 6-4, con non pochi brividi.
‘‘Sentiremo parlare di lei’‘ – ha detto l’Hantuchova all’intervista a bordo campo di fine match.
I risultati dei primi e secondi turni:
Nel primo match andato in scena sul centrale, Casey Dellacqua si è facilmente sbarazzata della meno famosa delle sorelle Radwanska, Urzsula, con un punteggio netto di 6-1 6-3; l’australiana testa di serie numero sedici ha ottenuto due break nel primo set e altrettanti nel secondo.
Petra Cetkovska ha ben figurato sul Court 3 contro la rumena Alexandra Cadantu, ricevendo gli applausi del pubblico presente. La ceca è rimasta nel controllo del match dall’inizio fino alla fine, trovando il break nel momento necessario, sul 4-3 nel primo set e poi sul 2-3 nel secondo. La Cadantu non avrebbe avuto una minima chance di recuperare, per un finale di 6-3 6-4.
La prima delle inglesi a scendere in campo, Johanna Konta, ha dato una notevole prova di personalità, battendo Kurumi ‘formichina’ (per il modo laborioso in cui costruisce i punti) Nara per 6-4 6-1. La wildcard britannica è scesa in campo molto aggressiva e centrata, e dacché sembrasse in un primo momento che il gioco metodico della giapponese potesse darle fastidio, ha fatto sua la partita con relativa facilità, dando una bella soddisfazione al pubblico di casa.
Cristina Mchale ha vinto la gara del ‘muro contro muro’ contro la Schmiedlova, che non è sembrata una ‘tipa da prati’. L’americana è risultata più cinica, vincendo il tiebreak di misura e strappando il break decisivo del secondo set sul 5-4. Continua dunque l’ecatombe delle giocatrici rivelazioni del Roland Garros.
Mentre la seconda inglese, quella con il ranking più alto, Heather Watson, ha perso un match in tre set contro la canadese che proveniva dalle qualificazioni, Aleksandra Wozniak. La britannica era avanti di un set e 4-1 ed incredibilmente si è fatta rimontare. Nel terzo set era sotto di 3-0, ma aveva rimontato sul 4-4, lasciandosi andare però negli ultimi due game successivi. E dire che aveva avuto anche tre match point nel secondo set. Si è fermata anche Naomi Broady, sconfitta da Zahlavova-Strycova con una rimonta, a nulla è servito il pubblico radunatosi sulla collinetta vicino al campo per tifarla.
Piccola parentesi per Timea Babos, lucky loser, che dopo il ritiro di Irina Falconi ha vinto contro Marina Erakovic in due set. Curioso episodio sul set point, Erakovic, convinta che la palla fosse passata sotto al nastro, si era fermata, mentre l’arbitro aveva assegnato normalmente il punto, scatenando l’ira dell’australiana.
Ana Ivanovic ha rispettato il pronostico, dopo un piccolo spavento, essendo andata sotto 3-0 nel primo set contro Mona Barthel. La serba che qui è testa di serie n°1 dopo il ritiro di Jankovic, all’inizio faceva fatica a trovare la sicurezza nei fondamentali, ma ha poi ritrovato il suo gioco rendendo inoffensiva la tedesca. E’ riuscita a rimontare portandosi 4-3 e poi ha trovato il break sul 5-4. La Barthel ha chiamato il trainer a fine set per cercare di invertire la tendenza del match, ma non è servito; Ivanovic si portava subito 2-0 e poi conquistava un altro break sul 4-1, per poi servire per il match e chiudere sul definitivo 6-1. ”Ho giocato un buon match. Sapevo che lei serve bene e che dovevo soltanto entrare nella partita, e sono contenta di come sono riuscita ad ottenere i break e a gestire la partita.” – ha dichiarato Ana a fine partita – ” Dopo il Roland Garros sono andata a casa a trovare i miei genitori e mi sono allenata lì sui campi in cemento e poi sono venuta qua. E’ difficile la transazione dalla terra all’erba; un attimo prima fai le scivolate e un attimo dopo sei su un’altra superficie. Devi essere molto concentrata, se hai un dubbio perdi la partita, devi pensare al gioco a rete anche se non ti senti a tuo agio con quel tennis. Dall’erba al cemento non è poi così difficile invece, l’altro giorno mi sono allenata indoor sul cemento infatti. Il mio primo ricordo della stagione sull’erba? Era al ballo di Wimbledon, l’edizione in cui vinsero Sharapova e Federer ed io avevo 16 anni e facevo il torneo Junior e Maria 17…. e vinse il torneo!”
C. Dellacqua b. U. Radwanska 6-1 6-3
P.Cetkovska b. A. Cadantu 6-3 6-4
J. Konta b. K. Nara(14) 6-4 6-1
T.Babos b. M.Erakovic 6-3 6-4
C. Mchale b. A. Schmiedlova 7-6 6-4
A.Wozniak b. H. Watson 2-6 7-5 6-4
B. Zahlavova Strycova b. N.Broady 5-7 6-4 6-3
M.Puig b. S. Voegele 6-7 6-2 6-2
A.Ivanovic b. M.Bathel 6-4 6-1