TENNIS – Quanto incide il pubblico nelle grandi vittorie? Piccola carrellata di partite in cui i due tennisti in campo sono stati trascinati alla vittoria (anche) dagli spettatori. Federico Carnesecchi
La recente vicenda di Sara Errani, sostenuta dal pubblico parigino a seguito delle intemperanze di alcuni sostenitori di Jelena Jankovic, porta il pensiero ad alcune situazioni in cui i giocatori sono stati trascinati dagli spalti verso clamoroso vittorie, consolati in brucianti sconfitte o venerati come divinità scese in Terra.
Ecco alcuni brevi episodi.
Il primo episodio in anni relativamente distanti, ci porta all’edizione degli Us Open del 1991. L’America che usciva dallo choc della prima guerra del Golfo, si preparava ad un’edizione degli Open che sarebbe stata ricordata negli anni per le imprese di un giocatore ormai all’alba dei trentanove anni: Jimmy “Jimbo” Connors.
Ancora oggi, secondo molti, una delle edizioni più belle di sempre.
In questa piccola clip (indovinate chi è una delle due voci che commentano?) il tiebreak del quinto e decisivo set nella sfida che in quella incredibile edizione ha visto Jimbo affrontare – e battere – negli ottavi di finale un altro (e meno idolatrato) tennista americano, Aaron Krickstein.
L’orgoglio di Connors ha scosso i cuori e le teste del pubblico americano che lo hanno trascinato oltre ogni più roseo pronostico.
In anni ancor più recenti, come dimenticare l’edizione di Wimbledon 2001? Come tutti ricorderanno, infatti, si tratta dell’edizione dei Championships vinta in modo magico e fiabesco da Goran Ivanisevic in una finale combattutissima contro un gentiluomo d’altri tempi quale l’australiano Pat Rafter.
Il Torneo, tuttavia, verrà dai “brits” ricordato per le gesta di un altro giocatore: il beniamino di casa Tim Henman.
La Henman’s Hill ed il Centrale soffrono con Timbledon supportandolo per tutto il torneo nella speranza di trovare, finalmente, l’erede di Fred Perry.
In questa clip, gli highlights dell’intensissimo incontro con gli spalti intrisi di “Union Flag”.
Mai come in questo caso il pubblico di casa ha cercato di colmare le paure e le ansie di un grandissimo giocatore, forse troppo “gentle” per non risentirne.
Solamente 12 anni dopo, l’urlo di gioia soffocato in bocca da tutto il Regno Unito, sarebbe finalmente esploso grazie ad un ricciolino di Dunblane, totalmente diverso da Tim per gioco ed indole.
Ma questa è ormai storia nota.
Ci sono poi campioni che, oltre i confini nazionali, suscitano una venerazione quando scendono in campo.
Non si trovano facilmente ricordi in cui Roger Federer sia sceso in campo senza incontrare i favori del pubblico.
Ovunque Roger si trovi, in qualsiasi angolo del mondo lui stia giocando, è quasi impossibile che dagli spalti non cresca un entusiasmo contagiante ed un affetto unico nei suoi confronti.
Anche in Paesi sciovinisti per eccellenza, Federer gode delle simpatie di tutti.
Emblematica è l’edizione del Roland Garros del 2009 (vinta dallo svizzero) in cui i parigini hanno aiutato Fedex a cogliere l’unico Slam che gli mancava incitandolo – ad esempio nei match contro Tommy Haas o Juan Martin del Potro – come fosse un francese acquisito.
Racconta Roger l’emblematica circostanza che in in città, nelle vie, ai semafori, la gente lo fermasse o lo incitasse chiedendogli di vincere, infine, il Roland Garros.
E c’è chi crede che il tifo parigino, in quell’edizione, sia stato talmente magico da aiutare lo svedesone Soderling a battere addirittura Rafa, il Golia della terra rossa.
Chapeau.