Cento vittorie su centodue partite disputate e tredici titoli al Roland Garros, una serie vincente impressionante per Rafael Nadal, che domenica, grazie al successo in finale contro Novak Djokovic, si è confermato ancora una volta padrone assoluto del torneo parigino. Il tennista spagnolo è stato autore di una prestazione notevole che non ha lasciato scampo al numero 1 del mondo: 6-0, 6-2, 7-5 il punteggio finale. Un risultato severo e senza appello che ha messo in luce ancora una volta, se mai ce ne fosse ancora bisogno, i notevoli progressi tecnici e la grande visione tattica di Nadal. E pensare che le condizioni di gioco pesanti e il tetto chiuso avrebbero dovuto favorire leggermente il serbo.
E invece il capitolo 56 della rivalità tra Djokovic e Nadal si è concluso come spesso accade sulla terra rossa, cioè con il successo dello spagnolo, ventisettesimo complessivo negli scontri diretti con il serbo. Proprio negli h2h, sebbene Djokovic conduca complessivamente per 29 a 27, Rafa è in vantaggio nelle sfide nei tornei dello Slam per 10 a 6. Prima di domenica Djokovic non aveva mai perso un set per 6-0 in una finale major e solo in due precedenti occasioni, contro Federer allo US Open 2007 e contro Murray a Wimbledon 2013, si era arreso in finale senza vincere nemmeno un set.
E invece Nadal è stato capace anche di questa impresa, rifilare un 6-0 a Djokovic sullo stesso campo in cui lo aveva rifilato a Roger Federer nell’edizione 2008. Passano gli anni cambiano gli avversari, ma Nadal c’è sempre, con la forza e l’entusiasmo di un ragazzino che sembra non sentire il peso dell’età che avanza. A 34 anni Rafa è più in forma che mai. Rapido negli spostamenti, solido con i fondamentali, esplosivo con quel dritto uncinato che ha fatto venire gli incubi a generazioni di giocatori, Rafa è diventato il primo uomo nell’era Open a vincere quattro major senza perdere nemmeno un set. Un altro record che si va ad aggiungere ai tanti che già possiede. Al di là dei record, però, quello che certamente più conta per lui è l’aver vinto il tredicesimo Roland Garros e aver raggiunto l’amico e rivale Roger Federer a quota 20 tornei dello Slam. Una lunga rincorsa iniziata a Parigi nel 2005, quando a diciannove anni batteva in finale Mariano Puerta e si aggiudicava il primo major della carriera.
Nella storia del tennis nessun tennista ha vinto tredici volte uno stesso torneo, a maggior ragione un torneo dello Slam. Fa impressione pensare che al Roland Garros Nadal abbia vinto (quasi) lo stesso numero di Slam che Pete Sampras ha vinto in tutta la carriera. Esistono record che possono essere battuti, altri che sono difficilmente raggiungibili, altri che sono praticamente irripetibili. I tredici trionfi di Rafa rientrano in quest’ultima categoria, così come le 11 ore e 5 minuti di partita tra John Isner e Nicholas Mahut al primo turno del torneo di Wimbledon 2010 (incontro disputatosi nell’arco di tre giorni tra il 22 e il 24 giugno), le 125 vittorie consecutive su terra battuta di Chris Evert, i due Grand Slam di Rod Laver, i 162 titoli di tennis in sedia a rotelle in singolo e i 134 in doppio di Esther Vergeer.
Facendo un rapido excursus negli altri sport (lo spunto arriva dal sito ATP) esistono tanti record che difficilmente potranno essere battuti in futuro. Si pensi alle 23 medaglie in carriera di Michael Phelps nel nuoto, ai record di Usain Bolt nei 100 e nei 200 metri piani, all’impresa di Marjorie Gestring capace di vincere l’oro olimpico nei tuffi all’età di 13 anni. Anche nel baseball tanti record sono considerati imbattibili: le 749 partite complete di Cy Young, le 56 partite consecutive con almeno una valida di Joe DiMaggio, le 2632 partite consecutive di Cal Ripken Jr. su 16 stagioni giocate.
Nel basket difficilmente qualcuno raggiungerà i due record di Wilt Chamberlain: la media di 50,4 punti a partita nel 1962 e i 100 punti segnati in una singola partita il 2 marzo di quell’anno. Nel calcio Pelé ha segnato 760 gol ufficiali e 1.281 gol complessivi, 92 triplette e per tre volte ha vinto la Coppa del Mondo, risultati che difficilmente verranno replicati. Così come nella boxe e nel golf difficilmente qualcuno riuscirà a far meglio di Rocky Marciano e Tiger Woods: il primo è stato l’unico campione dei pesi massimi a finire la carriera da imbattuto (49-0), il secondo è stato capace di vincere il Masters nel 1997 con 12 colpi di vantaggio.
È difficile anche solo lontanamente immaginare che qualcuno in futuro possa superare o anche solo eguagliare tali imprese. Nel tennis poi il Roland Garros è lo Slam fisicamente più duro da vincere, il che rende il risultato di Rafa ancora più impressionante. Ma allo stesso modo anche negli altri Slam appare arduo pensare che un tennista possa dominare così tanto da vincerlo per tredici volte o più. La cosa poi che maggiormente impressiona del record di Nadal è che lo spagnolo ha buone possibilità di migliorarlo, già a partire dal 2021, stagione nella quale, salvo imprevisti dovuti all’emergenza Covid-19, il torneo dovrebbe tornare a disputarsi tra l’ultima settimana di maggio e la prima di giugno. Del resto finché Rafa sarà presente nel tabellone del Roland Garros non potrà non essere considerato lui il favorito. “Il Roland Garros significa tutto per me. Ho vissuto i momenti più importanti della mia carriera qui” ha detto al termine del match contro Djokovic.