TENNIS – Settima e ultima puntata della ricerca del GOAT. Dopo aver analizzato sei discipline è finalmente arrivato il punto di rispondere alla domanda: che cosa significa la grandezza in uno sport?
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Rispondendo dunque alla domanda iniziale, anche sull’esempio degli altri sport, possiamo dire che sì, c’è una differenza fra “grande” e “vincente”. Non tutti i vincenti sono stati grandi, non tutti i più grandi sono anche i più vincenti. Anzi, trovare esempi che mettano d’accordo entrambe le categorie è difficile.
Oltretutto, come abbiamo visto, è bene che queste due categorie continuino ad esistere separatamente, in quanto si rifanno a caratteristiche diverse che possono far apprezzare un atleta. Allo stesso tempo però, quelli che definiscono la “grandezza” di un atleta son parametri non oggettivabili, per cui la stessa definizione di “Greatest of all time” non ha grande senso. Colui che è il più grande secondo me, può non esserlo per altri, e viceversa. Spesso però, una maggioranza di persone può essere d’accordo nel definire un atleta come il più grande del suo sport, vuoi per influenza mediatica, vuoi perché alcune caratteristiche (ad esempio il lottare contro le avversità) sono universalmente apprezzate da tutti.
Abbiamo, nel corso di questo articolo, individuato alcuni punti necessari ma non sufficienti ad essere considerati grandi:
- Aver vinto in quantità perlomeno discrete.
- Appartenenza a uno sport non di nicchia e popolarità della propria specialità.
- Esser stato, volente o nolente, protagonista di episodi di rilevanza che trascende il Mondo dello Sport.
- Essere dotati di uno stile tecnico molto particolare.
- Appartenenza ad un’epoca lontana sulla quale si tramandano testimonianze orali di pochi.
- Carisma mediatico.
- Attività in campo umanitario pubblicamente riconosciuta.
- L’appartenenza a una nazione con buona/alta considerazione a livello geopolitico.
- Eventuale morte (o grave incidente) dell’atleta.
- In uno sport con differenziazione interna (di ruolo, di specialita’, di categoria di peso) appartenere a quella popolarmente ritenuta più spettacolare.
- La popolarità a livello nazionale.
- Aver incontrato in carriera episodi sfortunati o infortuni dal quale il campione si è o rialzato o ne è stato del tutto sconfitto.
- Aver avuto una storia sportive controversa.
- Le scelte di vita.
- Aver vinto lottando contro avversari di gran fama piuttosto che dominando il panorama, dando luogo a riconosciuti “eventi singoli” .
- Aver avuto dei picchi in carriera piuttosto che una progressione regolare.
- Saper centrare il gran risultato nel momento giusto.
- Longevità dell’atleta ed aver ottenuto risultati sul viale del tramonto.
- Sapersi assumere dei rischi, anche fisici, per ottenere un obiettivo.
Quindi, in soldoni, chi è più grande, Federer o Nadal? Lascio a voi fare i conti, ma se andiamo ad analizzare le proprie corrispondenze riguardo a questi punti elencati, scopriremo che questi due campioni, pur così apparentemente differenti, sono in realtà molto più simili dentro e fuori dal campo, come storia sportiva e come vicende di vita, di quanto si voglia spesso dipingerli.
Una curiosità però ci rimane: dati i punti elencati, chi è il Grande dei Grandi? BBC e Sports Illustrated han detto Alì. Bleacher report propone Micheal Jordan. Davide Orioli, se ve ne frega qualcosa, crede che a livello di risultati sportivi Micheal Phelps non sia eguagliabile: 22 medaglie olimpiche di cui 18 ori sono un record probabilmente imbattibile. E a chi dice che nel nuoto vincere molteplici allori sia più semplice, invito a guardare in quale posizione della lista dei medagliati olimpici di sempre si trova il secondo nuotatore, Mark Spitz.
Ci sono molti che non abbiamo citato. Alla rinfusa: Jim Thorpe, Babe Ruth, Ole Einar Bjorndaelen, Bjorn Daehlie, eccetera. Se però la grandezza deve davvero riassumere abilità tecnica, forza mentale e una grande storia di vita, non posso non citare come forse più grande di tutti, Karoly Takacs. E chi è, direte voi? Costui, vi dico io.