BRATISLAVA
CHALLENGER 80
Bellissima e molto combattuta la finale del Challenger di Bratislava dove il 25enne tedesco Maximilian Marterer (n.242 ATP) ha avuto la meglio (6-7 6-2 7-5) sul ceco Tomas Machac (n.215 ATP) che nei quarti di finale aveva battuto il nostro Matteo Viola, ultimo italiano ancora in gara, con il netto punteggio di 6-2 6-4. Sul veloce tappeto indoor della capitale slovacca i due giocatori si sono dati battaglia senza esclusione di colpi, mettendo in mostra tutto il meglio del loro bagaglio tecnico. Palleggi intensissimi da fondocampo con improvvise variazioni da parte di Machac che con la palla corta cerca di spezzare il ritmo a Marterer che, da parte sua, lo martella dritto/rovescio tessendo le sue esasperate geometrie.
Nel primo set andamento regolare fino al decimo gioco quando Machac deve sudare le proverbiali sette camicie per tenere il servizio. Il tedesco ha ben cinque palle break (che sono anche set point) che però non riesce a sfruttare, un po’ per suo demerito, molto per merito di Machac che, proprio nel momento cruciale, ottiene il meglio dalla sua battuta altrimenti non troppo incisiva. Si arriva così al tie-break dove la ben nota nemesi tennistica colpisce, implacabile, Marterer, lasciandogli soli tre miseri punti che consegnano il set a Machac. Il tedesco non si fa però scoraggiare e si ripresenta in campo molto aggressivo. Subito due break che lo portano a condurre per 4-0 per poi chiudere agevolmente 6-2.
Nel terzo e decisivo parziale niente da segnalare fino al 3-3, quando i due giocatori operano il massimo sforzo per portare a casa la partita. Break Marterer e contro-break Machac che sfrutta bene l’unica occasione avuta in tutto il match. Sul 5-5 nuovo break per il tedesco e sarà quello decisivo. Al ceco manca l’energia per tentare un ultimo colpo di mano e Marterer chiude così al primo match-point con un ace fulminante.
Proprio il servizio è stato la chiave di volta della partita: 15 ace contro 5 per Marterer, 78% di punti sulla prima contro il 68%. Meglio anche sulle seconde con il 68% di punti contro il 40%. Una differenza statistica decisiva in un match così equilibrato. Bravi comunque entrambi, Marterer che porta a casa il suo settimo Challenger e vede riavvicinarsi quella top 100 che fino all’anno scorso frequentava abitualmente e Machac cui è fin troppo facile pronosticare una brillante carriera. Carriera che proseguirà nel Challenger di Ortisei dove nel primo turno lo aspetta il nostro Luca Nardi.
CARY
CHALLENGER 80
In North Carolina splende un bel sole sui campi outdoor di Cary e i due finalisti, lo statunitense Denis Kudla (n.124 ATP) e l’indiano Prainesh Gunneswaran (n.146 ATP), si godono la temperatura primaverile ma purtroppo lo spettacolo tennistico che offrono è molto modesto. Tanti gli errori e poche le cose da ricordare. Alla fine a prevalere è il padrone di casa (3-6 6-3 6-0) che si mette in tasca il suo settimo Challenger, l’assegno e gli 80 punti ATP, succedendo nell’albo d’oro al nostro Andreas Seppi. Però il pubblico, ci fosse stato, non si sarebbe certo divertito.
Nel primo set parte forte l’indiano che, dopo uno scambio di break e contro-break, prevale 6-3. Speculare il secondo parziale con Kudla che brekka subito e non viene più ripreso, conquistando il diritto al set decisivo. Set che domina non permettendo mai a Gunneswaran di essere protagonista. Il 6-0 è molto secco, ben più delle percentuali statistiche che vedono sì una leggera prevalenza dell’americano, ma niente di che. Proprio come la partita.
Massimo Gaiba