In una relazione, prima o poi, arriva sempre questo momento. Il momento in cui ci si pianta di fronte al partner e gli si chiede ‘Ma tu, cosa fai per me?’. Dopo un fisiologico momento di smarrimento – se la relazione è solida – il partner sfodererà un sorriso rassicurante e schiverà la minaccia con un discorso caldo e affettuoso, che rinsalderà il rapporto. Se la relazione non è così solida, beh, può finire più o meno così (ma non preoccupatevi: il film ha un lieto fine. Anche se non è quello che vi aspettate).
Noi siamo convinti che il vostro rapporto con Ubitennis sia solido, e anche se non ci avete posto la domanda più difficile della storia delle relazioni abbiamo deciso di rispondere lo stesso. E dirvi, riepilogare, cosa fa Ubitennis per voi.
LA FRAMMENTAZIONE DIGITALE
Una piccola premessa. Esiste un rischio connaturato al cambiamento di paradigma dell’informazione, che una volta si divideva equamente tra carta stampata e schermi televisivi e adesso ha dovuto lasciare spazio alla prepotente ascesa della comunicazione digitale. Nel 2005, appena il 16% della popolazione mondiale aveva accesso a Internet. Nel 2019 siamo passati al 53,6% (l’Africa, il continente più povero, ha fatto un salto dal 2% al 28,2%). La gente passa tempo su Internet per fare tante cose, e tra le tante cose che fa c’è informarsi.
L’ultimo Digital News Report del Reuters Institute stima che in Italia l’utilizzo di Internet (social media compresi) come fonte di informazione ha superato tutte le altre: il 74% delle persone dichiara di informarsi online, il 73% utilizza la TV, ben un italiano su due si informa in modo specifico sui social media e appena il 22% fa ricorso alla carta stampata (nel 2013 il dato era del 59%). E vi diciamo di più: da questo punto di vista, l’Italia è un paese piuttosto ‘vecchio’ perché il delta tra Internet e TV è ancora abbastanza piccolo. Ci sono paesi in cui questo distacco supera il 20%. E sapete quanti sono quelli in cui Internet non è al primo posto come fonte di informazione? Nessuno. Neanche il Kenya o le Filippine.
Dicevamo del rischio, e ora ci torniamo. Quando così tante persone si informano sul mezzo digitale, e hanno a disposizione una miriade di piattaforme per farlo, il rischio è duplice. Per i lettori, quello di smarrire la via e non riuscire a informarsi correttamente. Per chi fa informazione, di voler presidiare ogni piattaforma e di non riuscire a farlo con la sufficiente qualità. Per questo motivo, rimaniamo sempre aperti alla possibilità di allargare il nostro organico: in questo momento siamo interessati a profili con capacità di traduzione (da italiano a inglese/spagnolo e viceversa), collaboratori per la gestione del nostro profilo Instagram (con skill grafiche e conoscenza del ‘linguaggio’ social) e appassionati/esperti del tennis minore italiano (tornei giovanili, ITF e challenger).
Ubitennis, in linea di principio, non arricchirà il vostro conto in banca. Soprattutto di questi tempi tristi e grami. Offrirà invece visibilità ed esperienza a chi, fra gli innamorati del tennis e di ogni tipo di informazione (social e meno social), sia curioso di conoscere – con il giusto spirito di servizio – come funziona un sito di tennis con tante situazioni da “coprire” e tanti amici che collaborano in uno o più team. Mal che vada, per un giovane si tratterà di arricchire il proprio CV e per un meno giovane… conoscere, frequentare (e nascondersi fra…) più giovani. Aiuta lo spirito.
Esaurite le premesse, ecco il manuale ‘Ubitennis 4 dummies‘. Cosa facciamo, dove lo facciamo, perché lo facciamo.
SU UBITENNIS.COM: COSA SCRIVIAMO
Qui è dove siamo partiti. Prima soltanto in italiano, adesso anche in inglese e spagnolo: in totale, ogni anno vengono aperte più di 40 milioni di pagine su Ubitennis da 5 milioni di utenti per oltre 21 milioni di visite. Pubblichiamo più di 4000 articoli all’anno, e non sono mica tutti uguali. Ce ne sono di brevi, di medi e di lunghissimi. Abbiamo tante firme, perché ci teniamo alla pluralità d’opinione, e per fare in modo che ognuno tratti gli argomenti che conosce meglio. Siamo, insomma, una famiglia molto numerosa e variegata che sa essere molto verbosa sia al suo interno (con discussioni a volte anche accalorate) che all’esterno, quando vi proponiamo i nostri articoli. Oltre a giornalisti, tra chi orbita attorno a Ubitennis ci sono avvocati, magistrati, professori, studenti liceali e universitari, bancari, esperti di digital, persino ingegneri e architetti, c’è chi si occupa di risorse umane e chi, da pensionato, accudisce i nipotini (e tra un nipotino e l’altro trova del tempo da dedicare a Ubitennis). Ma adesso torniamo a noi, a quello che facciamo in una classica settimana.
Il lunedì ci sono gli articoli sul ranking, di cui si occupano rispettivamente Roberto Ferri (ATP) e Claudio Gilardelli (WTA). Quando ci sono da dare i voti, il lunedì sera, compare il nostro Antonio Garofalo. Il martedì è dedicato alle statistiche e al tennis femminile: AGF, un esperto di WTA come fatichereste a trovarne anche fuori dai confini italiani, non salta un giro da mesi, forse anni. A Ferruccio Roberti, invece, piace giocare con i numeri e ogni martedì sceglie quelli più interessanti per raccontare la settimana appena conclusa.
Il mercoledì, quando suona il richiamo dei Balcani, l’esperto Ilvio Vidovich ci racconta una storia che si sia svolta ‘Nei dintorni di Djokovic‘. Il venerdì è da sempre letterario: se c’è un libro da recensire, Pier Paolo Zampieri (o qualcuno da lui indirizzato) se ne occupa il prima possibile. Sabato e domenica, di solito, è tempo di semifinali e finali e ci concentriamo su quello. Ma negli ultimi mesi, dacché s’è giocato pochino, Remo Borgatti ha colonizzato le domeniche con i suoi racconti sulla storia dei numeri uno del tennis maschile. Li trovate tutti qui, e la serie (che sta per concludersi) è appena ripartita. Qualcuno ci ha chiesto notizie di Luca Baldissera, il nostro mago della tecnica: tornerà, presto. Nel frattempo, di sua roba da leggere ne avete, eh.
Ultimamente abbiamo deciso che ci piacciono molto i numeri (cioè, ci piacevano già prima, ma ora l’abbiamo ammesso a noi stessi) e tutto ciò che vi ruota attorno. Praticamente in tutti gli sport sono un argomento di dibattito quotidiano, tra data scientist e analyst, e sembra che l’esempio di Craig O’Shannessy abbia avviato il processo anche nel tennis. Per noi se ne occupa soprattutto Federico Bertelli, che scrive articoli come questo. Ma il team si sta allargando e per questa off-season è prevista una serie di articoli che vi aiuti a capire perché i tennisti stanno iniziando a servirsi dei dati, cosa ci fanno e perché sono davvero importanti per vincere le partite.
Ah, quasi dimenticavamo. Ogni settimana aggiorniamo i calendari dei tornei, ATP e WTA, con i nomi dei vincitori. Ci trovate anche i tabelloni, per i tornei in corso e per quelli conclusi, e le entry list – per quelli che devono ancora iniziare.
FUORI DA UBITENNIS.COM
Ci sono tante cose, tra cui i social di Ubitennis. Siamo su Instagram, Facebook, Youtube, Twitter e anche su Linkedin. Tutti posti in cui ci potete vedere. Ma siamo anche in posti in cui potete sentirci, come Spotify. Ora vi spieghiamo tutto.
Instagram (fai clic per seguirci!)
Partiamo da qui perché, in questo momento, è l’angolo di cui siamo più fieri. Un giorno ci siamo resi conto che su Instagram non c’erano mica soltanto i ragazzini a divertirsi con stories e filtri, ma anche tanti adulti. Alcuni dei quali appassionati di tennis. Abbiamo scoperto che negli ultimi dodici mesi è più che quadruplicata la quota di italiani che addirittura su Instagram si informa (dal 4% siamo passati al 17%). Allora ci siamo detti: proviamo a capire come farlo anche noi.
Su Instagram ci sono giusto un paio di regole, però fondamentali: bisogna essere belli, utili e ogni tanto anche divertenti. In formato grafico e testuale, su questo social pubblichiamo notizie, stralci di interviste, statistiche (semplici ma anche più elaborate), classifiche, i video d’opinione del Direttore. Così chi ci segue sa sempre cosa sta succedendo nel tennis. Da poco siete diventati più di diecimila a seguirci, un’altra cosa che ci ha reso tanto tanto contenti.
La prima ad essere stata aperta, e dunque anche la nostra community social più numerosa. Su Facebook finiscono tutti i nostri articoli, alcune delle grafiche che prepariamo per Instagram e soprattutto – ma questo già lo sapete – ci sono Vanni e Luca, che ogni settimana vanno in diretta e parlano di un sacco di cose. Persino di tennis, pensate un po’. Quando si potrà andare di nuovo per tornei, torneranno in diretta anche dal posto. Per fortuna siete sempre in migliaia a seguirli, che siano a Indian Wells o divisi da uno schermo (e migliaia di chilometri, visto che uno vive in Canada e l’altro a Trieste).
Ci sono soprattutto le nostre video-interviste, spesso curate dal direttore Scanagatta. In italiano e in inglese, perché siam mica qui a pettinare le bambole. E sempre il direttore – ma non sarà un po’ vanitoso? – ci aiuta a popolare il nostro canale YouTube con i video di commento ai tornei più importanti, che quest’anno è stato costretto a registrare dal suo studiolo vista la quasi totale impossibilità di seguire i tornei sul posto.
Spotify, di giovedì (i podcast!)
Questa strada, che proprio in questi mesi abbiamo pensato di percorrere con più decisione, incontrerà il favore di chi è sempre indaffarato, chi ha sempre addosso un paio di cuffie – qualsiasi cosa stia facendo, lavorare al computer, jogging o ramazzare la cucina. I podcast sono articoli… chiacchierati, che potete ascoltare mentre fate dell’altro. Noi parliamo, voi continuate pure a tentare di battere il record sui cinque chilometri e nel frattempo vi cuccate qualche opinione sui temi d’attualità. Il progetto nato durante i mesi di ‘buio tennistico’ si chiama Ubi Radio e va in onda di giovedì: tutte le puntate finiscono su Spotify, dove improvvisamente i podcast sono diventati cool come le canzoni. Il finale di stagione parecchio concitato ci ha costretto ad accantonare cuffie e microfono, ma da giovedì 10 dicembre siamo ripartiti (e promettiamo di non fermarci più).
Warning, di venerdì (la newsletter)
Potevamo per caso lasciare le vostre caselle mail sprovviste della nostra ‘U col taglietto‘? Ovviamente no, così abbiamo approfittato dell’off-season per riprendere a scrivere la newsletter, che un paio d’anni fa vi avevamo già sottoposto. Come direbbero quelli bravi, abbiamo fatto un po’ di rebranding cambiandole il nome: questa si chiama ‘Warning‘, che assieme alla U di Ubitennis diventa ‘Warning U’. Accorrete numerosi, iscrivetevi, perché siamo già partiti con la newsletter #1: una mail alla settimana, ogni venerdì, con un po’ di rassegna (non solo nostra), qualche link e un po’ di considerazioni serie – per quanto si può essere seri col tennis. Dateci una chance, anche se l’invito può sembrarvi sfacciato.