Un ritorno in campo trionfale quello di Ashleigh Barty, dopo il lungo stop del 2020 nel quale la tennista australiana ha scelto di non tornare in campo dopo il lockdown. Nel derby tra n. 1 del mondo (la spagnola è stata in vetta per un mese a fine 2017) e campionesse Slam, l’attuale regina del ranking conquista lo Yarra Valley Classic sconfiggendo Garbiñe Muguruza (oggi n. 15 WTA) con lo score di 7-6(3) 6-4. L’australiana ritrova dunque la vittoria proprio nella sua terra, sfoderando in campo tutto il suo repertorio fatto di variazioni, accelerazioni e geometrie perfette. La numero uno, insomma, torna e fa subito la numero uno.
Nel primo set, dopo un susseguirsi di break e contro-break, Barty fa la differenza nel tie-break, allungando il passo e intascando il parziale per 7 punti a 3. Ashleigh si muove benissimo in campo, ribattendo ai fendenti aggressivi della spagnola e mettendole a sua volta una gran pressione. Il tredicesimo gioco non influenza però gli intenti di rimonta di Muguruza; nel secondo parziale, infatti, Barty viene superata sul 3-3 dopo essere stata in vantaggio. Qui emerge la forza mentale dell’australiana che si poteva anche sospettare un po’ dormiente dopo tutti questi mesi senza tennis agonistico. Il break aussie sul 4-4 segna la svolta decisiva del match, che non cambierà più padrona. Per la 24enne originaria del Queensland si tratta del nono titolo in carriera, il secondo in Australia dopo quello di Adelaide nel 2020.
“Ho dovuto mettere in campo il mio miglior tennis della settimana, Garbiñe mi ha costretto a giocare a quel livello” ha detto una soddisfatta Barty a fine match, “per me è stato importante non lasciarla scappare quando ha avuto quelle palle break a inizio primo set. È stata una grande finale. Non sempre è solo questione di tennis, ma anche di come controlli il campo. Credo di essermi mossa alla grande oggi, di averle messo pressione – che è stato un fattore importante della partita. Io sono molto critica nei miei confronti, ma in generale è stata una prestazione molto solida“.
Il 2021 reca un cambiamento tecnico importante per l’australiana – e anche decisamente vintage – legato alla racchetta, visto che ora ‘Ash” gioca con le corde di budello: “È un cambiamento che avrei sempre voluto fare ma non avevo mai avuto davvero il tempo di imparare a giocare con le corde in budello, ci sono dei piccoli aggiustamenti da fare“. A giudicare da questa prima settimana, sembra che i mesi di allenamento – da marzo a ottobre, peraltro, Barty ha lavorato senza il suo coach Craig Tyzzer – siano pienamente serviti allo scopo.
Per quanto riguarda l’imminente inizio dell’Australian Open, la n. 1 del mondo ci tiene ad essere prudente e concentrata: “Mi sento esattamente come le altre 127 giocatrici, siamo tutte nello stesso tabellone. Credo che nessun pronostico fatto a tabellone appena sorteggiato si sia mai avverato nel tennis. Sono concentrata sul mio primo round di martedì”.
“Non ho nessun rimpianto sulla mia decisione“, continua Barty, a proposito dei mesi d’assenza dal circuito, “credo siano stati 12 mesi difficili per tutti e tutti si sono trovati in una situazione unica e differente. Ho amato il tempo passato a casa quest’anno e ne ho tratto solo sensazioni positive. Adesso sono davvero contenta di essere tornata a giocare, con l’opportunità di farlo di fronte al pubblico qui all’Australian Open. È davvero speciale“. Ha apprezzato persino il trofeo che le è stato consegnato, una riproduzione artigianale di un vombato – un marsupiale australiano: “Un tributo molto toccante alle mie origini, very cool“.
Meno loquace Muguruza, certamente delusa dall’esito del match. Nonostante la sconfitta, è fiduciosa per l’Australian Open (Garbiñe dovrà difendere la finale dello scorso anno, persa contro Sofia Kenin)? “Penso di poter trarre profitto dai match di questa settimana, credo di aver giocato bene. Cercherò di continuare così nelle prossime due settimane, lo spero“.
Il tabellone completo dello Yarra Valley Classic (Melbourne 1)