[5] T. Zidansek b. S. Errani 6-3 6-4
Dopo le cinque vittorie partendo dalle qualificazioni all’Australian Open, erano arrivate solo sconfitte nei primi turni, ma Sara Errani si stava ritrovando in terra colombiana, a partire dalla vittoria contro la seconda favorita del seeding, quella Sorribes Tormo in grande spolvero. La sua corsa si ferma però ai quarti di finale davanti a Tamara Zidansek, n. 93 WTA, che riesce a sfruttare meglio il servizio o, se vogliamo, a patirne meno gli effetti negativi. Peccato per il secondo set nel quale Errani non ha saputo capitalizzare il doppio break di vantaggio, cedendo dopo un’ora e ventuno minuti.
Nel primo parziale, Sara paga partenza in salita: troppo passiva, lascia che l’avversaria comandi il gioco con il dritto girando spesso attorno alla palla, piastrella da cui sa anche eseguire buone smorzate. Fa e disfà nel tentativo di non farsi imbrigliare negli scambi, Tamara, ma allunga al termine di un secondo gioco da diciotto punti per poi consolidare il 3-0. L’azzurra inizia a muovere il punteggio tentando di essere più aggressiva, ma dopo quattro break consecutivi Zidansek torna a tenere la battuta e mette al sicuro il set per 6-3.
La reazione di Sara non si fa attendere e, trovando più profondità e riuscendo a muovere un’avversaria ora più fallosa, vola rapidamente 4-0. I lanci di palla sbagliati si fanno più frequenti e, nonostante i soli due doppi falli e le poche volte in cui deve giocare la seconda, la percentuale di punti vinti sulla prima battuta è inferiore al 50%, con buona pace dell’aria che si respira a circa 2.600 metri sul livello del mare. La ventitreenne di Postumia riprende a spingere con precisione e l’inerzia del parziale si inverte inesorabilmente. “Dai, una non ne metti una” urla Sara sulla smorzata fallita, Zidansek mette invece il sesto gioco di fila e guadagna la semifinale.
28 errori non forzati per entrambe, ma altrettanti vincenti sloveni a fronte di soli 9 per Errani, questa settimana al 112° posto del ranking, alla quale non riesce l’ulteriore passo verso quella top 100 che manca dall’ottobre 2018.