Quinta finale in carriera per Matteo Berrettini, che ritorna in campo per l’ultimo atto di un torneo dal successo contro Auger-Aliassime nel 2019 a Stoccarda, a cui va sommata la finale dell’ATP CUP raggiunta ad inizio anno con l’Italia in Australia. Ad attenderlo ci sarà il russo Karatsev, giustiziere di Djokovic. Un avversario che suscita sollievo – rispetto al numero uno del mondo – solo fino a un certo punto, visto che il tennis che è in grado di giocare.
In conferenza stampa dopo la semifinale vinta contro Daniel, Berrettini ha reso onore al suo avversario: “Sapevo che sarebbe stato un match duro, avevo perso con lui tre anni fa, è un buon giocatore e su terra ha vinto un titolo ATP (Istanbul 2018, il torneo in cui aveva battuto Berrettini, ndr). Sì, è vero che lui aveva perso nelle qualificazioni, ma contro Mager che ha raggiunto i quarti. È un buon giocatore, ha giocato un ottimo tie-break e ha meritato la semifinale”.
Berrettini ha poi spiegato come il 2020 non sia stata una stagione facile per lui: “Dal 2019 non ho giocato molti tornei, nel 2020 non sono stato al meglio né fisicamente né mentalmente. Per questo sono contento di questa finale, perché non è mai facile quando rientri da un infortunio“. Su Karatsev: “È un grande giocatore, mi ci sono allenato una volta, quello che sta facendo è incredibile così come il modo in cui ha sconfitto Djokovic. Lo rispetto. Sarà una finale dura, ma sono pronto. Faro del meglio”.
L’attenzione si sposta sull’infortunio agli addominali che lo ha bloccato all’Australian Open, e poi per più di due mesi, e sulla sua condizione generale: “I miei addominali stanno bene, venerdì ho giocato singolo e doppio, oggi ho giocato tre set col freddo, non il clima ideale per questo sono felice come sta reagendo il mio corpo. Non avevo mai sofferto di un infortunio di questo tipo, dopo qualche giorno riuscivo a fare degli esercizi ma avevo dolore quando in azioni quotidiane come quando mi voltavo, salivo in macchina o starnutivo. Fisicamente mi sento pronto e recuperato, quel che mi manca è un po’ l’abitudine a stare nel match, sfruttare le occasioni ed essere lucido”.
Chiosa finale sulle condizioni dei campi e sulle sue capacità di adattamento: “Il centrale non è lento come campo, ma dipende dalle orario in cui giochi. Oggi ero molto umido e faceva freddo, venerdì la palla saltava di più e andava a mio vantaggio. So che Madrid è in altura ma andrò presto lì e avrò tempo per abituarmi. La differenza la fa il come ti adatti mentalmente”. La finale contro Karatsev è in programma alle ore 17 e sarà visibile in diretta su Supertennis.
Articolo a cura di Giuseppe Di Paola