La figura dei padri-allenatori è storicamente molto frequente nel tennis, soprattutto nel circuito femminile: come non ricordare Richard Williams, “creatore” delle figlie Serena e Venus, oppure – restando in Italia – Sergio Giorgi e la sua Camila. A volte, però, mantenere l’equilibrio tra la sfera familiare e quella professionale diventa difficile e c’è chi avverte il bisogno di un cambiamento, di “uscire dal guscio” per trovare altri stimoli e sperimentare nuovi metodi di lavoro. È il caso di Sofia Kenin e di Caroline Garcia.
Negli ultimi giorni, entrambe le giocatrici WTA hanno annunciato la separazione sul piano professionale dai rispettivi padri-coach. “Non lavorerò più con mio padre Louis-Paul, si tratta di una mia decisione – ha detto la francese, attuale 53 del mondo, a L’Equipe -. Voglio tornare a lottare per grandi titoli e mi sento pronto per farlo”. Garcia, ex numero 4 del mondo, non raggiunge una finale da Nottingham 2019 e ha deciso per la brusca sterzata: si è affidata, per ora solo per la stagione su terra rossa, allo spagnolo Gabriel Urpi (ex coach di Flavia Pennetta).
Anche Sofia Kenin ha preso la difficile decisione di non lavorare più con il padre Alexander. “Dopo molti anni insieme, ho deciso di non mantenere più mio padre come allenatore – ha scritto la 22enne attuale numero 4 del mondo –. Non è stato semplice fare questa scelta: abbiamo condiviso molti grandi momenti e abbiamo avuto grande successo. Gli sarò per sempre grata per il suo sacrificio, per tutto quello che ha fatto per aiutarmi ad arrivare dove sono oggi. Ora sono emozionata da quello che mi riserva il futuro, non vedo l’ora di metter su un nuovo staff nelle prossime settimane”. Allontanarsi dal padre non sempre porta i risultati sperati: Caroline Wozniacki ci ha provato più di una volta, tornando poi sempre all’ovile del padre Piotr. Vedremo, dunque, cosa dirà il campo per Sofia e Caroline.