Nonostante la sconfitta, ci sono parole di grande fiducia e soddisfazione in conferenza stampa da parte di Anastasia Pavlyuchenkova. La 29enne russa, n. 32 del mondo, a sorpresa è giunta in finale a Parigi, alla sua 52° partecipazione Slam. Dove è stata però sconfitta dall’altra grande rivelazione del torneo, Barbora Krejcikova, a cui ha ceduto al terzo set mancando così l’occasione di aggiungere il primo trofeo Major ai 12 già conquistati finora.
“Devo dire qualcosa” ha esordito Nastia davanti alla stampa dopo la finale, “non è mai facile perdere una finale ma devo essere grata per queste due fantastiche settimane. L’ho detto a mio fratello, davvero, un paio di settimane fa, prima di Madrid, eravamo seduti a un caffè e mi disse che aveva fiducia in me: ‘credo veramente in te, penso tu possa fare molto bene quest’anno‘. Gli ho risposto che anch’io avevo fiducia in me stessa “ma sento di aver bisogno di ancora un po’ di tempo, non mi sento ancora del tutto pronta fisicamente“. Poi c’è stata la semifinale a Madrid e la finale qui, sinceramente inaspettata. Sono due settimane molto positive”. Ma quanta fiducia può portarle questo torneo? “Vedremo, la strada è stata lunga per giungere in finale, in passato mi sembrava di esserci vicina e lontana al tempo stesso. Ora continuerò, torneo dopo torneo e match dopo match. Ho trovato me stessa in finale, credo sia questa la chiave. Ma credo nel mio gioco, credo in me stessa, so di essere una combattente“.
Tornando al match, nel secondo set un problema alla gamba ha costretto Pavlyuchenkova a chiedere un trattamento medico. Di cosa si è trattato? “Devo essere onesta, non ho menzionato prima il problema alla gamba perché ero ancora in corsa nel torneo, non volevo che le mie avversarie lo sapessero. Ma nel match contro Sabalenka mi sentivo davvero in difficoltà fisicamente. Non so come abbia fatto a vincere quel match, perché ho chiesto anche in quell’occasione un trattamento e mi hanno fasciato la gamba. Avevo problemi al ginocchio sinistro da un po’ e sentivo dolore. Durante il terzo set contro Sabalenka mi sono detta che se avessi vinto il match avrei pianto, perché era un peccato, giocavo così bene ma il mio corpo mi stava dicendo che non ce l’avrebbe fatta a continuare. Più continuavo a giocare, peggio stava il mio corpo”.
Ancora sulla finale: “Durante un servizio ho sentito molto dolore dietro la gamba e ho dovuto fasciarla. Poi ho perso il game del 4-3 perché ero controvento e sentivo di dover fare ancora meglio con il servizio. Comunque, lei ha giocato in modo molto solido ed è stata migliore alla fine“.
Cosa porterà con sé, Anastasia, dopo questo Roland garros? “Che bisogna sempre credere in se stessi. Come ho detto, non mi aspettavo di arrivare in finale in questo Roland Garros e fisicamente non mi sentivo al massimo. Ma continuando a lottare e a crederci, puoi farcela“.
Per la russa ha una grande importanza anche la preparazione mentale, che svolge con uno psicologo: “Sì, continuerò assolutamente a lavorare su questo aspetto. Ho cominciato prima di Madrid e non mi aspettavo di sentirmi così bene in campo. A volte mi sentivo un po’ ‘disperata’ perché lavori sodo, fai tutto il possibile ma qualcosa non funziona. Così mi sono detta che volevo provare tutto, anche darmi la possibilità di migliorare dal punto di vista mentale, così come volevo fare con la mia condizione fisica. Quando fai tutto al 100% non hai rimpianti e oggi ho fatto tutto quello che potevo. Lei è stata migliore alla fine, forse più fresca fisicamente. Ma non importa, ora non mi pongo più domande“.