Ci si aspettava un Matteo Berrettini molto competitivo su erba, sulla falsariga di ciò che si è visto nel 2019 (ultimo anno in cui si è giocato sul verde) e avendo ammirato i match di Matteo all’ultimo Roland Garros, dove si è fermato solo contro Djokovic in quarti. Matteo è in ottima forma e lo sta dimostrando all’ATP 500 del Queen’s, dove è l’unico azzurro ancora in gara. Giocherà nei quarti di finale, dopo aver estromesso dal torneo Andy Murray che al Queen’s ha vinto cinque volte. 6-3 6-3 il punteggio finale.
“Non è facile andare in campo quando vieni da tre anni in cui hai giocato così poco“, ha raccontato Andy in conferenza stampa. “Soprattutto quando sei sull’erba e affronti un avversario che serve così“. Interrogato proprio su Berrettini, e sulle sue chance di competere per il titolo in uno Slam e in particolar modo a WImbledon, Andy è stato come sempre molto sincero e ha predicato cautela. “Non saprei. Bisogna vedere come si comporta contro avversari di alto livello, perché oggi io non ho giocato così bene. Sicuramente ha nel servizio e nel dritto due grosse armi, ma dipenderà dal suo rendimento in risposta” lasciando intendere come ci sia ancora un po’ di gap tra la risposta di Berrettini e quella dei ‘top-top’, come li ha chiamati Murray. Un feedback che viene da un bi-campione di Wimbledon è da considerarsi a prescindere assai prezioso per chi abita ormai stabilmente la top 10.
“Mi fa piacere che si pensi una cosa dal genere di me“, ha risposto Berrettini in riferimento alla sua candidatura per la vittoria di Wimbledon. “Sono d’accordo con lui, una delle cose tecniche che devo migliorare è la risposta, soprattutto su una superficie così veloce su cui è difficile avere chance. Credo comunque di star migliorando torneo dopo torneo, perché più si risponde ai migliori servizi del circuito e più si migliora. Ovviamente non sarò mai il Novak o l’Andy di turno, perché ho armi diverse; poi per vincere uno Slam non lo so, credo che ci siano anche altre cose. Ma ormai nella mia testa ormai sono quelli gli obiettivi“.
LA PARTITA – Berrettini ha giocato un match leggermente superiore rispetto a quello vinto contro Stefano Travaglia all’esordio: 28 colpi vincenti a fronte di 14 errori non forzati. Il fondamentale che non ha avuto bisogno di alcun rodaggio è stato il servizio: l’ha aiutato a tirarsi fuori dal 15-40 nel secondo game della partita, servendo sempre attorno alle 140 miglia orarie (circa 225 km/h). Murray ha ancora evidenti difficoltà a spingere il dritto e questa insicurezza dal lato destro ha permesso a Matteo di portarsi avanti di un break sul 2-2, dopo un game molto solido in risposta da parte sua. Il due volte campione dei Championship è apparso anche un po’ scoraggiato dopo il break subito e ha ceduto il servizio una seconda volta, consapevole di non riuscire a far male a Matteo in nessun modo dal lato destro.
Se nel primo set c’è stata una piccola mano da parte di Murray nel game in cui Berrettini ha spezzato l’equilibrio, nel secondo l’azzurro ha giocato il miglior game della partita per prendersi il vantaggio, pescando un paio di tocchi di gran livello dal lato del rovescio. Rimandati invece i colpi al volo, sui quali Matteo sta lavorando e potrebbero rivelarsi un fattore fondamentale per Wimbledon. Questo lo sa bene anche lo stesso Berrettini, come ha confermato in conferenza stampa dopo aver battuto Travaglia al primo turno: ha detto di essere consapevole che più si alzerà il livello dell’avversario e più i passanti arriveranno veloci. Per questo sta provando a buttarsi di più a rete. Il secondo set è comunque filato via abbastanza liscio (Murray con grande cuore ha anche salvato due palle del 5-1, punteggio fin troppo severo però): solo 3 punti persi con la prima in campo per Berrettini nel secondo, 6 in tutto il match, più un dritto che ha preso velocità e ritmo col passare dei game.
Al prossimo round dovrà affrontare un altro giocatore del Regno Unito, Dan Evans, che nel primo match di giornata ha vinto un match complicato contro Adrian Mannarino: il francese ha avuto tre set point nel secondo set, di cui uno nel tie-break, vinto 9 punti a 7 da un Evans grintoso. Non ci sono precedenti tra il britannico e Matteo. “Si adatta benissimo alla superficie, usa bene lo slice, viene a rete ed è veloce; è un signor giocatore sull’erba” ha detto Matteo di Evans, “ma credo di avere le armi per metterlo in difficoltà. La partita di oggi ha confermato che qui il servizio è la cosa più importante, perché spesso non si entra nello scambio“.