[6] R. Federer b. [23] L. Sonego 7-5 6-4 6-2
Arriva dopo due ore e undici minuti di gioco la vittoria numero 105 di Roger Federer a Wimbledon. L’otto volte campione su questi prati regola in tre set un Lorenzo Sonego che ha tenuto il campo più che dignitosamente e può addirittura recriminare per alcuni episodi del primo parziale, come il servizio perso da 40-0 e le due occasioni per riparare al tie-break. L’azzurro è stato però un po’ troppo falloso con il dritto quando andava in spinta e con il rovescio nel palleggio per riuscire a contenere un avversario partito piuttosto male e sostenuto solo dal servizio, ma che ha viepiù preso fiducia in tutti i propri colpi, prendendo il controllo del gioco e diventando inarrestabile.
Inizialmente imperfetto, quindi, quasi tragico nei pressi della rete dove è però cresciuto riappropriandosi del proprio nome dal secondo set, Federer ha avuto nel dritto l’ago della bilancia del match. Un ago che ha oscillato parecchio e in negativo nella prima parte della sfida e non a caso quando il punteggio era in equilibrio – difficile distinguere nettamente tra causa ed effetto: funzionava male per la tensione legata all’incertezza o lo score non prendeva la via di Basilea per quel colpo spesso debole? Per quanto riguarda invece la conversione delle palle break, il non esaltante 5 su 15 finale nasconde comunque un solo game in cui non ha strappato il servizio avendone l’occasione (beh, le occasioni).
Di nuovo, un plauso a Sonego che ha sì offerto una prestazione inferiore a quelle dei giorni scorsi, ma non è certo rimasto paralizzato dalla potenzialmente devastante combinazione Federer-Centrale, solo in parte attenuata dall’averlo già affrontato, due anni fa al Roland Garros con facile vittoria di Roger. E non dimentichiamo che da allora Lorenzo ha fatto parecchia strada, in termini sia di gioco e conseguentemente di classifica, sia di scalpi autorevoli (Djokovic, Thiem, Rublev). Altra ce n’è da fare, ci mancherebbe, ma l’atteggiamento continua a essere quello giusto.
IL MATCH – Sonego parte al servizio, solidissimo come ha dimostrato finora e Federer lo segue a ruota. Il rovescio monomane concede subito qualcosa e anche il dritto regala presto due punti che parevano fatti. Una stecca di Lorenzo e il quinto game che sembrava in cascina si riapre per un Roger aggressivo che non trasforma nessuno dei tre vantaggi esterni, tra i meriti della prima azzurra e un errore di dritto una volta entrato nello scambio. La battuta svizzera funziona benissimo e si torna subito a giocare sul turno del ventiseienne torinese che si vede ribattere le prime di servizio e concede troppi errori – a dire il vero, un bel dritto è chiamato fuori, ma Hawk-eye l’avrebbe dato buono se richiesto. È break, allora, e non resta che far passare un paio di giochi in attesa del momento di chiudere.
Arriva il momento ma non la chiusura, sia perché Sonego ci crede e risponde, sia soprattutto per le tre imprecisioni al volo del venti volte campione Slam. Il quale sfodera due passantoni per riaprire anche il gioco successivo, ma risponde male sulle prime tre palle break, mentre Sonego alterna ottime giocate a errori banali. Federer si procura un quarto vantaggio, poi richiama l’attenzione di Marija Cicak sulla scivolosità dell’erba per la pioggia che ha iniziato a cadere: sospensione e suspense mentre il tetto viene chiuso e i due vanno negli spogliatoi. Tre minuti di palleggio e Sonego commette doppio fallo mandando di nuovo Federer a servire per il set, compito che questa volta porta a termine nonostante i due orrori di dritto in partenza che lo costringono a rimediare il 15-40 grazie al fondamentale swing destro tornato provvisoriamente e provvidenzialmente in sé.
L’equilibrio del secondo parziale si rompe già al quinto gioco, non a caso quando il dritto di Roger fa il suo dovere dopo che due risposte profonde avevano costretto l’avversario all’errore e alla conseguente pressione. Federer è ormai in controllo e vola a prendersi il 6-4 senza concedere spazi alla risposta.
Sonego va subito sotto nel terzo, lui sbaglia e il dritto dell’altro schiocca, ma ci sono tanti scambi da applausi anche per merito del nostro che non ha esitato a chiedere, ottenendolo, il sostegno del pubblico dopo un colpo da fenomeno. Lorenzo nuove il punteggio al quinto game, il set e il match sono ormai compromessi, e Federer chiude senza problemi accompagnato dal boato degli spalti.
Ai quarti troverà il vincente fra Hubert Hurkacz e Daniil Medvedev, fermati dalla pioggia con il moscovita avanti due set a uno e 4-3 per Hubi nel quarto senza break. L’incontro sarà completato domani e Roger non si finge troppo dispiaciuto: “Non c’è da esserne felici. Non è giusto, ma così vanno le cose” dice una volta informato della situazione. “Questi ragazzi sono giovani, in grado di recuperare. E sono pure forti, sfortunatamente, quindi spero che piova anche domani… Sto scherzando”. Ma non troppo, vorremmo aggiungere.