Il n. 1 d’Italia conferma il suo straordinario momento di forma e con la decima vittoria consecutiva sull’erba raggiunge la semifinale di Wimbledon. Matteo Berrettini ieri ha battuto 6-3 5-7 7-5 6-3 Felix Auger-Aliassime e a differenza dei turni precedenti il suo gioco in certi momenti non ha brillato, ma è stato proprio questo uno dei fattori che ha reso più succoso il successo. “Una delle cose che mi rende più fiero di questa vittoria è che per buoni tratti del match mi sentivo in difficoltà sportiva, nel senso che non riuscivo a giocare il mio miglior tennis e non riuscivo a fare quello che avevo fatto nel primo set” ha confermato Matteo.
“Quindi è stata molto molto dura; fiero di non aver mollato e di aver continuato a lottare. Sono andato dentro le difficoltà, anche nei mesi precedenti. Ho mandato giù anche qualche boccone amaro a causa di persone che non apprezzavano quello che stavo facendo. Niente che non sia legato allo sport ma ho affrontato comunque momenti difficili”.
Il 20enne canadese ha impensierito Berrettini non poco, conquistando il secondo set con un break nel finale e tentando l’allungo ad inizio terzo set. “Il momento di maggiore difficoltà credo sia stato a fine secondo set quando ho preso il break, e poi ad inizio terzo quando ho tenuto un game ad 15-40. Lì ho sentito che se l’avessi tenuto avrei scavallato un pochettino e mi sono un attimo rilassato trovando maggiormente le mie soluzioni, anche col servizio ho finito per trovare il mio ritmo. All’inizio c’era molto vento, poi è un po’ calato e mi ha aiutato” ha spiegato il n. 9 del ranking.
Come ha sottolineato anche il Direttore nel suo editoriale però, ieri il match di giornata si stava svolgendo da qualche altra parte e forse Matteo, almeno mentre giocava, non ha goduto delle giuste attenzioni mediatiche. Per la precisione lo spettacolo principale era sul Centre Court dove Federer ha ricevuto il suo primo 6-0 della carriera a Wimbledon. In qualche modo anche Berrettini si è lascato coinvolgere dal risultato ma per fortuna non in maniera decisiva. “Lo scoreboard del match di Federer l’ho visto perché nei cambi campo guardavo il cronometro per vedere quanto tempo mancava per alzarmi e lì mandavano i risultati dei match in corso e quindi l’ho visto. Mi ha distratto perché sentivo che mi dovevo concentrare sul match di oggi”.
“E comunque anche se avesse vinto Roger avrei affrontato la semifinale sapendo di poter vincere; uno o l’altro sarebbe cambiato ovviamente ma io avrei affrontato la partita allo stesso modo. Siamo nelle fasi salienti e io ci credo“. L’uscita di scena dello svizzero implica che il tennista romano non avrà la possibilità di rivincita dopo la sconfitta-lezione patita nel 2019, ma non sembra troppo rammaricato per questo. “Se sono dispiaciuto di non trovare Federer per la semifinale? Dispiaciuto è un parolone, questo è lo sport e complimenti a Hubert perché se l’è meritato. Sono sicuro che Roger troverà il suo modo per recuperare”.
Per Berrettini si tratta della seconda semifinale Slam della carriera (dopo lo US Open 2019) e per quel che riguarda questo torneo, l’unico precedente risale al 1960 quando Nicola Pietrangeli riuscì ad arrivare fra i migliori quattro. “Sul record di Pietrangeli stavo proprio pensando che mio padre quest’anno fa 59 anni, quindi lui non era ancora nato quando è successo. Ho fatto una cosa molto molto bella. Cercherò di non fermarmi qua, ma per ora la storia del tennis si sta scrivendo e io sono un protagonista quindi è molto bello”. Questo misto di convinzione nelle proprie capacità e consapevolezza per la posta in gioco sembra l’atteggiamento ideale per affrontare la sfida di venerdì.