Al Challenger 80 di Lexington la finale vede di fronte il mancino cileno Alejandro Tabilo (n.174 ATP) e l’australiano Jason Kubler (n.272 ATP) che riesce a spuntarla alla fine di un match drammatico (7-5 6-7 7-5) durato quasi tre ore. Fondamentalmente Kubler ha quasi sempre avuto il controllo, a parte il tie-break del secondo set (perso nettamente 7-2) e un passaggio a vuoto nel decimo game del parziale decisivo quando subisce il contro-break che potrebbe riaprire la partita. Cosa che, fortunatamente per lui, non succede. Infatti si riprende immediatamente il maltolto e conduce in porto l’incontro, non senza qualche ulteriore patema quando, servendo per l’incontro, spreca tre match point consecutivi.
Ricordiamo che l’australiano nel 2010 fu n.1 del mondo a livello junior, salvo scoprire che le sue ginocchia di cristallo (cinque operazioni al sinistro e una al destro) gli avrebbero reso la vita molto complicata. Adesso, a 28 anni compiuti, sembra finalmente ristabilito e addirittura capace di tornare competitivo anche sul cemento, dopo che per anni le sue poche partite erano sempre state sulla terra battuta, superficie, in teoria, più gentile con le sue malconce articolazioni. Per lui è la sesta vittoria a livello Challenger e soprattutto la chance di riproporsi ai livelli che più gli competono (ricordiamo che nel 2018 arrivò alla posizione n.91).
Al Challenger 90 di Segovia (cemento) il francese Benjamin Bonzi (n.111 ATP e seconda testa di serie) ha la meglio (7-6 3-6 6-4) sull’olandese Tim Van Rijthoven (n.290 ATP) al termine di una partita combattutissima, nella quale il primo set è stato probabilmente decisivo. Nel tie-break infatti il 24enne olandese si è ritrovato avanti 6-1 e si è rilassato: un paio di risposte sparacchiate e un doppio fallo e si è fatto raggiungere sul 6-6. Due ulteriori set point non avrebbero cambiato la situazione, ormai era scritto che il parziale se lo aggiudicasse il francese (12-10). Van Rijthoven è comunque bravo a rimanere in partita e a strappare il servizio all’avversario nel quarto game, portando l’incontro al set decisivo. In cui i servizi dettano legge (molto buone le percentuali per entrambi) fino al decimo gioco quando l’olandese perde il servizio, infilato sul primo match point da un bel passante di Bonzi che può alzare le braccia al cielo.
Per il 25enne francese è la terza vittoria Challenger in carriera, tutte ottenute quest’anno (PotchOpen in febbraio e Ostrava in maggio), che gli regala anche il nuovo best ranking e l’ingresso in top 100 (n.95 ATP). Qualche buon motivo di soddisfazione anche per l’olandese che, pur dovendo rimandare l’appuntamento con la sua prima vittoria Challenger, ottiene il nuovo best ranking al n. 260.
Al Challenger 90 di Poznan (terra) finale a senso unico tra lo spagnolo Bernabé Zapata Miralles (n.121 ATP) e Jiri Lehecka (n.213 ATP), fresco vincitore a Tampere e finalista a Salisburgo. Il 19enne ceco sta attraversando un momento di forma incredibile, ma Zapata Miralles si è dimostrato semplicemente più esperto, superando senza apparente difficoltà, i pochi momenti difficili. Il punteggio finale 6-3 6-2 definisce bene i termini della questione, consegnando allo spagnolo la terza vittoria Challenger (Cordenons 2020 e Heilbronn 2021), nonché il nuovo best ranking (n.110 ATP). Buon progresso in classifica anche per Lehecka che al n. 188 migliora ulteriormente il proprio record, e siamo convinti che questo sia solo l’inizio di una bella storia.