TENNIS FOCUS – Non tutti lo sanno, ma all’ambasciata britannica esiste uno dei pochi campi in erba naturale della regione di Parigi. Un campo che in una ventina d’anni è stato calcato dagli ambasciatori e i loro impiegati, ma anche da politici, imprenditori e ovviamente..tennisti. Compresa una certa Amelie Mauresmo, che nel 2006 voleva preparare Wimbledon al meglio..
Giunto per la prima volta a Parigi nelle vesti ufficiali di Primo ministro britannico nel maggio 2010, David Cameron si vide offrire da Nicolas Sarkozy una racchetta da tennis. Sottile allusione alla sequenza Roland Garros-Wimbledon che ricorre tra maggio e giugno? Molto di più: il leader del Conservative Party dovette percorrere solamente 200 metri dall’Eliseo per mettere alla prova il suo regalo (scalzo e in camicia, insieme al suo capo gabinetto), poiché al numero 35 di rue du Faubourg-Saint Honoré è situata l’ambasciata britannica, sede di uno dei campi da tennis più famosi della capitale francese.
Per la precisione, si tratta di uno dei pochi terreni in erba naturale di Parigi, un terreno ricavato da un giardino tagliato finemente tra 5 e 7 mm di altezza, che gli impiegati dell’Ambasciata sono soliti utilizzare in pausa pranzo o nei weekend, immersi in un quadro bucolico tra migliaia di rose e gerani. Fino alla metà degli anni 2000, un torneo annuale riuniva fino a 40 dipendenti: uno dei migliori era un certo Eric Celerier, economista e dotato di un solido rovescio a una mano. Quadruplo vincitore di “Wimbledon-sur-Seine” (così veniva ribattezzato il torneo), Celerier ha accettato di ricordare il suo primo successo, sulle pagine dell’Equipe: “ Mi ero ritrovato in finale con l’ambasciatore, giocavamo davanti a tutti i consiglieri..ma mi dicevo che non avrebbe apprezzato se avessi perso apposta..” – ha affermato al quotidiano transalpino.
Attualmente il torneo dell’ambasciata è sospeso, ma il campo di rue Saint Honoré continua ad ospitare eventi speciali: l’ultimo, in ordine cronologico, uno scontro anglo-francese (organizzato dalla banca londinese HSBC) tra Henri Leconte e Tim Henman, su un set secco, vinto da “Timbledon” al tie-break. “E’ l’erba degli anni’80 – racconta “Riton” – è più rapida di quella di oggi e piena di falsi rimbalzi. Il campo non è straordinario, ma è comunque incredibile avere un campo in erba in un’ambasciata, nel pieno centro di Parigi”.
In una regione – l’Ile-de-France – in cui la terra rossa la fa da padrone, questo è stato a lungo il solo campo in erba naturale nei dintorni di Parigi: per questo motivo, spesse volte i pro l’hanno “affittato” per preparare la stagione sul verde, una volta eliminati dal Roland Garros. “La prima a utilizzare il terreno fu Kimiko Date nel 1996 – confessa all’Equipe Ben Newick, da 30 anni maggiordomo dell’ambasciata -. Eravamo tutti dispiaciuti perché il terreno non è totalmente piatto, ma tutti i pro che sono venuti hanno detto di amare i rimbalzi difficili, che era un buon allenamento per loro”. Un po’meno contento, presumibilmente, il giardiniere dell’ambasciata: “Un giorno, sentii qualcuno colpire fortissimo la palla. Uscii in giardino, e vidi un tipo fare un “escalope de gazon” (letteralmente: una cotoletta d’erba) – racconta Damien Haudecoeur. Quel “tipo” era Lleyton Hewitt, vincitore dei Championships nel 2002.. Come è naturale, i maggiori fruitori di “Wimbledon-sur-Seine” sono i tennisti francesi: Mary Pierce, Richard Gasquet, Gael Monfils, Gilles Simon ma soprattutto Amelie Mauresmo. Nel 2006, eliminata agli ottavi del Roland Garros, l’attuale coach di Andy Murray andò all’ambasciata per acclimatarsi all’erba in vista di Wimbledon, insieme all’amica Nathalie Dechy: “La gente veniva a vederci all’ora mangiando un sandwich. Era un’atmosfera un po’irreale” – racconta quest’ultima. Come andò il Wimbledon di Amelie, qualche settimana dopo, è storia recente..
Oramai, per questione di “comodità” i moschettieri preferiscono allenarsi sui tre campi che il gruppo Lagardere ha fatto edificare nel 2008 a Croix-Catelan, nel cuore del Bois de Boulogne (a ovest di Parigi): il loro posto, se così si può dire, è stato preso da eminenti personalità del mondo economico e politico francese, come il direttore di Société Generale Frederic Oudea, l’erede della famiglia Peugeot Christian e i politici Francois Baroin e Bruno Le Maire. “Per gli scmabi lunghi, e per qualcuno che gioca con tanto lift come me, non è assolutamente il terreno ideale, perché rapido e non uniforme – confida quest’ultimo, ex ministro dell’Agricultura durante il mandato di Sarkozy – Non ho mai giocato match da antologia ma mi diverto molto, soprattutto in doppio dove la palla va più veloce. Sembra una partita di ping-pong piuttosto che di tennis”. Altro fan di “Wimbledon-sur-Seine” è il saggista Alain Minc, ammirato dal paesaggio: “Abbiamo le stelle negli occhi quando giochiamo, non perché sia un bel campo – la palla non rimbalza benissimo e schizza via – ma per il lato esotico della situazione”
Del resto, la storia stessa di questo campo ha un che di esotico. Se la residenza dell’ambasciatore britannico è stata costruita nel 1814, gli edifici amministrativi, dietro i quali si trova il terreno, risalgono al secondo dopoguerra. A quanto dice Ben Newick, se gli appassionati calcavano i terreni del parco sin dalla fine degli anni’60, la configurazione attuale del terreno è molto più recente. “Prima era un po’selvaggio – rammenta il maggiordomo. C’erano due grandi castagno al centro del terreno, e il terreno stesso era concavo. Alcuni dipendenti davvero appassionati tracciavano comunque un campo e installavano una rete”
Per fortuna, a inizio degli anni’90, Giove Pluvio venne in soccorso dei giardinieri dell’ambasciata, sotto forma di una..tempesta. Già da molto tempo, infatti, l’ambasciata voleva sbarazzarsi del proprio parcheggio – situato in prossimità dell’Arc de Triomphe – per costruirne uno sotto il giardino, ma il divieto di abbattere i due castagni aveva reso il progetto impossibile: poi ecco la tempesta benefica, una perizia che attestante che i due alberi avevano i giorni contati ed ecco lanciato il progetto del nuovo parcheggio, col sottosuolo appiattito per accogliere il campo da tennis. Era il 1992, e il nuovo giardino fu inaugurato dalla regina Elisabetta in persona, in occasione di una visita di stato.
E gli ambasciatori? Si cimentano nel tennis o no? Quello attuale, Peter Ricketts, si accontenta di osservare i suoi invitati colpire la pallina gialla e far prepapare un Pimm’s (tipico liquore britannico consumato anche a Wimbledon) per rifocillarli al termine della partita. Va un po’meglio coi suoi predecessori: “Peter Westmacott (2007-2012) giocava assai bene – ricorda Newick, mentre John Holmes (2001-2007) era il maestro dello slice.” Quanto a Michael Jay (1996-2001), colui che lanciò la moda del tennis all’ambasciata, era “grandissimo, con un’apertura impressionante a rete” (secondo Celerier), mentre Ewan Ferguson (1987-1993) pur in carica la momento dell’inaugurazione del nuovo parco, “non era abbastanza agile per giocare a tennis”, essendo piuttosto un rugbista di un metro e novanta per cento chili, chiamato 5 volte a difendere i colori della nazionale scozzese nel corso degli anni’50.
Dato che i prossimi mondiali di rugby si disputeranno l’anno prossimo in Gran Bretagna e che il campo da tennis cade pian piano in disuso, i rugbisti francesi potrebbero sfruttare il terreno per prepararsi all’erba britannica..