[6] M. Berrettini b. [Q] O. Otte 6-4 3-6 6-3 6-2
Matteo Berrettini giocherà per la quarta volta in carriera un quarto di finale Slam, il bis a New York dopo la trasvolata fino alle semifinali del 2019. Un altro risultato notevole, ottenuto grazie alla vittoria più scomoda del prevedibile su un ottimo Oscar Otte, bravissimo a tenere in equilibrio la contesa per tre set interi e infine arresosi a una mano dolorante, figlia di un capitombolo dopo uno smash a inizio quarta frazione. Abbiamo letto e riletto che quello dello US Open in corso d’opera non è il miglior Berrettini mai visto: tre set sofferti con Chardy, un set ceduto a Moutet e la maratona con Ivashka, peraltro uno dei giocatori più caldi del momento. Il tennis è fatto così, ci sono gli avversari a contendere il malloppo. Ma un quarto di finale Major tende a non giungere per caso, specie se è il terzo consecutivo.
L’avversario, nello specifico, ha reso la vita difficile, comprensibilmente: per spingersi al party degli ultimi sedici il bravo Oscar di partite ne aveva vinte addirittura sei, comprese quelle intascate per saltare il forcone preliminare, quando fu costretto a salvare match point sia a Renzo Olivo che a Constant Lestienne nei primi due turni delle qualificazioni. Egli non poteva avere paura del match più importante della sua carriera, davanti al pubblico più numeroso della sua vita, nello stadio più grande che avesse mai visto. Se ci sei, goditela, suggeriscono i maestri zen da salotto. Pochi ci riescono, tra cui Oscar, che con atteggiamento positivo e piglio commendevole ha giustamente optato per giocarsela, facendo a lungo partita pari e infliggendo certo al favorito qualche brivido lungo la schiena.
Alto, dinoccolato, con passo e – massime – un movimento al servizio che i tecnici non avrebbero torto a definire eccepibile, Otte ha dalla sua aperture corti, specie dal lato sinistro, e un servizio slice che lo conforta nei momenti grami. Non ha impiegato molto a carburare: giusto il tempo di annullare una palla break nel primo gioco dell’incontro e di capitombolare oltre la rete dopo un maldestro tentativo di recupero nel secondo. Poi è stata pari e patta, a lungo, come dicevamo.
Il match è in definitiva girato su pochi giochi incriminati: il settimo del primo set, per esempio, in cui Otte ha offerto con un doppio fallo una palla break, convertita da Matteo grazie a una risposta aggressiva che ha forzato il tedesco all’errore. Un passaggio sufficiente a indirizzare la frazione d’esordio, conquistata dal Nostro al secondo set point avendo concesso appena un punto nel parziale con la prima di servizio in campo.
Quando la strada per il tennista italiano sembrava aver preso la china sperata l’asse del match si è rimesso in equilibrio, nel secondo game del secondo set. Secondo momento dirimente dell’incontro, anche: forse rilassatosi, Berrettini si è fatto rimontare un comodo 40-0 senza più mettere la prima. Ne ha approfittato Otte, il quale ha meritato il gioco decisivo per le sorti del set arrivando a palla break grazie a una splendida volée, seguita da rispostona di dritto a tutto braccio definitiva.
La fase del match più complicata per Matteo è stata proprio questa. Quasi attanagliato da una lattiginosa atarassia, il sesto favorito in gara è sembrato incapace di scuotersi, in attesa di una scossa inevitabile. Il momento di svolta è infine arrivato nel primo gioco del terzo, quando Otte si è procurato una palla break molto pericolosa. In difesa, sul cornicione, Berrettini l’ha schivata giocando un clamoroso passante di rovescio lungo linea – forse il colpo più incerto dell’arsenale, guarda un po’ com’è strano il tennis -, e lì il match è girato.
Tornato aggressivo, confortato dalla prima di servizio ora di nuovo al suo fianco, il top ten italiano ha ripreso il comando degli scambi e ha messo la freccia nel quarto gioco, per la verità favorito dall’errore gratuito con il dritto e dalla volée lunga che hanno forzato Otte a offrire l’esiziale break; un break decisivo per le sorti del terzo set, e terzo snodo fondamentale dell’incontro in archivio. Partita finita lì: all’alba del quarto, ricadendo da uno smash giocato fuori equilibrio, il tennista da Colonia ha battuto la mano destra con discreta violenza. Medical time out e antidolorifico hanno potuto poco: incapace di impugnare la racchetta con la necessaria forza, Otte non ha più potuto servire, se non pianissimo, né tirare il dritto, se non in back. Berrettini non si è fatto turbare nel condurre in porto la vittoria, e ha più volte applaudito lo sportivissimo collega, che ha voluto onorare avversario e importanza del match rifiutandosi di lasciare il campo prima dell’ultimo punto.
Ci sarà forse Novak Djokovic ad attendere Matteo Berrettini ai quarti, proprio come al Roland Garros. Dovrà alzare il livello? Sì, è probabile. Ma dovrà alzarlo anche il numero uno, o almeno quello visto finora. Sarà una partita da guardare con attenzione, e anche l’atteggiamento del pubblico avrà la sua importanza. Eguagliare il risultato del 2019 sarà complicato, ma la strada potrebbe non essere totalmente sbarrata.