Dopo l’intervista nella quale criticava (tra le altre cose) la solita domanda sulla crisi del tennis made in Usa, Reilly Opelka si ritrova di fronte a un microfono per rispondere a questo originale quesito per Tennis Channel: “Come valuti il tennis statunitense in questo momento? Mi pare che siate in quattordici [tredici, ndr] in top 100”. Benché il tenore della domanda sia ben diverso da quello critico e fuori luogo precedentemente lamentato, l’espressione del n. 20 ATP non si rivela particolarmente illuminata d’entusiasmo. “Molto buono, direi davvero buono” risponde Reilly. “E cosa vi serve per fare quel passo per arrivare magari in top 15 o top 10?” incalza l’intervistatore. “Bisogna che Daniil Medvedev, Novak Djokovic, Casper Ruud, Matteo Berrettini e Felix Auger-Aliassime si ritirino. E de Minaur. E Agut. E forse Zverev e allora avremo una possibilità”. L’altro ride, ma la risposta non sembra così lontana dalla realtà attuale, per quanto la pur vaga possibilità di un balzo felino in stile Sock 2017 lasci aperti imponderabili spiragli anche a brevissimo termine.
A proposito di casualità, nella risposta di Opelka, Sascha è stato lasciato per ultimo, addirittura dopo un de Minaur non in grande spolvero, e anche accompagnato da un “forse”. Ma, probabilmente, ciò non ha nulla a che fare con la battuta (goliardicamente accettabile o da mandare a casa tutti) sfoderata dal 211 cm del Michigan alla Laver Cup. Di sicuro c’è invece dell’autoironia nell’indossare la maglietta servebot appena lanciata dall’azienda che lo veste e nell’osservazione, sempre elargita a Tennis Channel, secondo cui, così vestito, la sua resa in risposta calerebbe dell’88%. E aggiunge, riferendosi alla vittoria su Taro Daniel per 7-5 6-3, “sono deluso, non merito la bot-shirt, dovrei indossarla solo se vinco con due tie-break”. Restando in tema, anche Diego Schwartzman è stato visto sfoggiare la stessa maglietta. Beh, non proprio la stessa perché al Peque starebbe un po’ larga…