Un passante da cinema per mantenere accesa la fiammella della speranza. Felix Auger-Aliassime ha rischiato grossissimo di staccarsi definitivamente dal plotone ancora in corsa per le Finals, ma tre minuti di ribellione lo hanno tenuto agganciato al gruppo. Nel tremendo scontro diretto con Cameron Norrie andato in onda ieri nel secondo turno dell’Erste Bank Open, il ventunenne canadese è stato a meno di un centimetro dal burrone: dopo aver perso il primo set, egli si è trovato a dover fronteggiare tre consecutivi match point sul 3-6 nel tie break del secondo, ma si è salvato.
“Lui ha giocato bene, è stato continuo al servizio e in generale molto solido per quasi tutto l’incontro – ha detto Felix ai cronisti dopo la sudatissima vittoria -. Io ho provato a stare lì, mi sono rifiutato di lasciare andare via facilmente la partita anche sul 5-1 nel tie break, quando tutto sembrava compromesso. I tre match point consecutivi? Ho provato a liberare la testa. Quel passante sul 4-6 è stato fantastico ma è servito anche un pizzico di fortuna. Avrei potuto tranquillamente sbagliarlo, certe volte, a questi livelli, il margine tra vittoria e sconfitta è davvero minimo“.
La strada verso Torino è ancora lunga, ma Auger-Aliassime conserva le sue belle chance di provare a staccare uno degli ultimi due ambitissimi pass. Al momento è dodicesimo nella race, staccato di 455 punti da Norrie, undicesimo, e 535 da Hubert Hurkacz, che al nono posto è il provvisorio titolare dell’ultimo ticket valido per la qualificazione alle Finals. “Ho ancora una chance – ha proseguito il giocatore da Montreal -, mentre se avessi perso il discorso sarebbe stato chiuso. Proverò a giocarmela fino in fondo, ma certamente non sono il favorito. Sono l’ultimo ad avere una posizione decente per provare a qualificarmi, ma i quattro ragazzi davanti a me hanno un vantaggio non da poco“.
Se lo svantaggio c’è, gran parte della colpa è addebitabile a una prima parte di stagione vissuta almeno in parte tra alti e fragorosi bassi, specie su quel rosso non ancora pienamente metabolizzato. Prima della rinascita sull’erba amica, con tanto di finale a Stoccarda (purtroppo persa esattamente come le precedenti sette giocate) e quarti a Wimbledon ceduti a Matteo Berrettini, Felix aveva raccolto solo una semifinale – al Murray River Open d’inizio anno – e tante eliminazioni al primo turno, con tonfi rumorosi a Rotterdam, Madrid, Montecarlo e Roland Garros. “Mi sono imposto un cambio di registro in tempi brevi – il lucido commento di Aliassime -, proseguendo su quella strada non sarei andato lontano. Da quando è iniziata la stagione sull’erba, nonostante qualche problema fisico e con la doverosa eccezione dei Giochi di Tokyo, le cose sono andate molto meglio“.
E appunto, se il deficit accumulato nei confronti dei rivali nella volata verso la convention dei maestri è in parte maturato a causa dei risultati insoddisfacenti della prima metà del 2021, una discreta porzione del problema è stata provocata da un fisico che non sempre ha risposto presente. Dalla semifinale all’Open degli Stati Uniti persa contro Daniil Medvedev al debutto viennese, Felix ha giocato una sola partita nel Tour oltre alla Laver Cup, finita con una brutta sconfitta al primo turno di Indian Wells contro Albert Ramos. “La scorsa estate ho spinto molto, il mio corpo ha chiesto il conto. A San Diego mi sono dovuto ritirare per un problema alla gamba, e quando sono andato a Indian Wells non ero ancora pronto. Adesso sto bene, voglio giocarmi le mie possibilità fino all’ultimo“.
Oggi, nel secondo quarto di finale a Vienna, Sascha Zverev andrà a vedere le carte. Una confitta forse non rappresenterebbe una pietra tombale sul sogno torinese, ma certo complicherebbe di molto la faccenda, specie se Jannik Sinner dovesse battere Ruud. Per prenotare le vacanze, in ogni caso, è ancora presto.