[6] S. Baez b. [3] L. Musetti 4-1 4-1 3-4 4-3
Esordio non fortunato per Lorenzo Musetti alle NextGen Finals. L’alfiere azzurro al “Masterino” delle giovani promesse si fa irretire dalla pressione e dal gioco brillante dell’ottimo Sebastian Baez, che nel martedì sera milanese certamente non si è espresso da 111 del mondo. Ma il toscano è entrato in partita troppo tardi: il vero Musetti si è visto solo a partire dal terzo set, troppo tardi per avere la meglio su un avversario in palla come l’argentino di oggi.
Musetti sente fin troppo l’appuntamento e fin dalle prime battute scende in campo con le idee poco chiare. Per dire, nel primo game Lorenzo è fin troppo ardito, tanto da seguire a rete la seconda di servizio due volte per perdere il punto e subire il break; nel secondo, invece, lascia l’iniziativa nelle mani dell’argentino, che in un battito di ciglia tiene il servizio a zero. L’avvio non certo esaltante di Musetti si conferma tale anche nel terzo game, con Baez che arriva a palla del doppio break dopo un rovescio malamente steccato da parte del toscano. A quel punto però Lorenzo, incoraggiato anche dagli applausi del pubblico, scaglia un ace e poi tiene il servizio accorciando sul 2-1. Ma dall’altra parte l’emulo di Schwartzman (vuoi per la statura, vuoi per il cappellino indossato al contrario, vuoi per la grande determinazione) fa tutto alla perfezione e domina il gioco in ogni settore, sia da fondocampo che nei pressi della rete, e ben presto (16 minuti) chiude il primo set sul 4-1.
Il secondo set si apre con Baez sempre in controllo della situazione (1-0) e Musetti si trova in difficoltà anche sul suo primo turno di battuta, con Sebastian che scappa 0-40. Qui però l’argentino ha il primo passaggio a vuoto del suo match e aiuta Lorenzo a riemergere con qualche insolito errore (1-1). Il nativo di Buenos Aires tuttavia torna prontamente sul pezzo e sale 2-1 grazie a uno splendido tracciante di rovescio dal centro del campo che lascia impietrito Musetti. In questa fase sono evidenti i meriti dell’argentino, che si muove benissimo e sbaglia poco, risponde in campo con continuità e tiene il comando delle operazioni giocando costantemente coi piedi dentro al campo. E Musetti lo aiuta con un gratuito di diritto sul deciding point del quarto game (3-1): l’azzurro purtroppo non ha la forza di stare lì punto dopo punto aspettando un calo dell’avversario, che vince anche il secondo set (4-1).
Musetti chiama il medical timeout, lamentando un problema all’addome. Poi si torna in campo e per la prima volta passa in vantaggio, tirando su un buon game dal 15-30 con una bella combinazione palla corta-volée e un’accelerazione di rovescio che gli permette di salire 1-0. Ma Baez non fa una piega e trova sempre modo di girare intorno alla palla per picchiare col diritto a sventaglio (1-1). Musetti recupera un altro game per i capelli quando al termine di un lungo scambio ottiene un errore di Baez col diritto per salire 2-1, mentre l’argentino continua a tenere il servizio a zero (2-2). Nel game successivo, primi segnali di Musetti: Lorenzo gioca con più coraggio, chiude una bella volée di rovescio, strappa i primi applausi convinti dell’Allianz Cloud e sale 3-2. Sono primi piccoli segnali che vengono confermati in qualche modo anche sul successivo game di servizio di Baez, nel senso che l’argentino stranamente tiene la battuta pur perdendo due punti (ne aveva persi altrettanti fin lì). Si va al tie-break. Musetti perde un punto pazzesco, facendosi trovare impreparato sotto rete dopo una deviazione maligna del nastro, ma poi con un aces e un passante di rovescio dei suoi (finalmente) mette la testa avanti e strappa il terzo set alla volata finale, per l’ovazione dell’ex PalaLido.
Nel quarto set si capisce che ora c’è partita quando Musetti con un passante di diritto fenomenale, un colpo quasi da squash, sale 1-1. Nel quarto game sale la pressione, perché Baez aggancia Musetti sul 40-40 dopo un rovescio dell’italiano largo di pochi millimetri; Lorenzo, però, tira fuori una seconda palla vincente e sale 2-2, poi cresce col rendimento al servizio e si guadagna un altro tie-break in modo piuttosto spedito. Qui Baez prende subito il largo con due mini-break di vantaggio, uno dei quali con un gran rovescio lungolinea. L’argentino rimette in carreggiata Musetti con un errore (3-1), ma Lorenzo non è pronto su una smorzata non definitiva dell’avversario (4-1). Lorenzo si riporta sotto con una “parata” a rete con il rovescio a due mani (4-3) e poi ottiene un regalino da Baez: back di rovescio in rete (4-4). In seguito c’è uno scambio di qualità chiuso da Baez con un affondo col diritto che gli permette una comoda conclusione a rete (5-4); Musetti è bravo a prendersi a rete il 5-5 ma poi è Baez a prendersi il match – meritatamente – scendendo due volte a rete per chiudere sul 7-5. L’italiano chiude dunque con il rammarico per i primi due set lasciati andare troppo facilmente; ora dovrà necessariamente vincere contro Korda e Gaston per passare in semifinale.
Gianluca Sartori
[2] S. Korda b. [8] H. Gaston 3-4 3-4 4-0 4-3 4-0
Colpo di scena nel match tra Hugo Gaston e Sebastian Korda. Dopo aver conquistato i primi due set grazie ad un tennis solido, esplosivo ed imprevedibile, Hugo Gaston si disunisce via via cedendo a Korda, molto più lucido e solido quando il gioco si fa pericoloso. Il francesino incanta tutti all’inizio con un festival di smorzate, serve and volley e passanti fulminei, dimostrando grande esplosività e potenza anche da fondo campo. Sul più bello, però, non sa infliggere il colpo di grazia e, sfumato un matchpoint sul 3-2 del quarto set, si sgretola definitivamente lasciandosi sopraffare da Sebastian con lo score di 3-4 3-4 4-0 4-3 4-0 in poco più di due ore di gioco. Un match segnato dall’alternanza tra giochi lottati e game rapidissimi in cui Hugo, alla fine, non ha più avuto energia e lucidità per contrastare l’americano. Eccellente Korda nel sapere mettere in campo il meglio del proprio tennis nei momenti più complicati del match.
Essenziale e molto solido lo statunitense che comincia deciso per portarsi rapidamente in vantaggio 2-0. Ottima la sua copertura del campo e il controllo dei colpi da fondo. Ma Gaston estrae dal cilindro due magie, una smorzata da fondo e poi un lob chirurgico e infallibile contro il quale nulla può Sebastian. Si avvicina all’avversario sull’1-2 per poi sorprenderlo al servizio e pareggiare i conti. Il tennis d’antan del francesino si fa sempre più efficace, tant’è che Hugo compie il sorpasso nello score sul 3-2. Gaston utilizza tutto il tocco e le variazioni di cui è capace per scardinare il tennis regolare di Sebastian, tenendogli testa anche negli scambi da fondo. Si procura così un setpoint che Korda annulla con grande autorevolzza grazie alla combinazione della prima potente, dritto d’attacco e chiusura al volo. Segue l’ace che gli assicura il 3-3 e dunque il tie-break.
Gaston è abilissimo nel controllare al meglio gli scambi. Ed ecco che mette a segno il più spettacolare colpo del set piazzando un siluro di rovescio incrociato che fulmina Korda; sale così 3-1. Il francese continua a condurre le danze con grande precisione e prende il largo sul 5-1. Hugo avanza ancora sul 6-2 per chiudere il set per 7 punti a 2 grazie ad un servizio vincente. Serafico ma estremamente efficace e lucido Gaston che dopo aver preso le misure ad inizio set, cresce progressivamente facendo poi disunire l’avversario e scardinandone il tennis regolare.
C’è grande equilibrio anche nella seconda frazione. I due giungono sul 3-3 per disputare un secondo tie-break. Questa volta la lotta si fa più serrata nei punti decisivi e, alla fine, la spunta ancora una volta il tennista di Tolosa, ottenendo il punto del set con una stop volley tanto sopraffina quanto micidiale. Il secondo set è suo per 8 punti a 6.
Ma la reazione di Sebastian Korda è altrettanto sorprendente. L’americano riparte deciso e, aiutato da un improvviso calo della tensione e delle energie da parte di Gaston, inanella rapidamente quattro giochi, lasciando l’avversario alquanto stordito e decisamente meno reattivo.
Il francese reagisce a sua volta nel quarto parziale e si aggiudica il game d’esordio; ma Korda è sempre lì, pronto a scaraventare servizi e fendenti di dritto da un angolo all’altro. Sale notevolmete il rendimento alla battuta dell’americano mentre Gaston ricorre ancora alla varietà: serve and volley e schiaffi al volo gli permettono di passare nuovamente in vantaggio sul 2-1. In un set che continua ad essere combattuto ed equilibrato, Gaston fa ancora la differenza sbagliando meno e avvicinandosi ancora alla meta portandosi sul 3-2 e procurandosi persino un matchpoint. Viene annullato dall’ace micidiale dell’avversraio che, alla fine, trascina Hugo al terzo tie-break dell’incontro. Ed è abilissimo il figlio di Petr a mantenere nervi saldi e ritmo elevato negli scambi, imponendosi ancora alla distanza per 7 punti a 3. Ora Gaston è sempre più falloso; appare privo di energie e molto meno lucido.
Nel quinto e decisivo set infatti non c’è storia. Korda corre veloce verso il 3-0, molto più lucido e ordinato. Il francese invece è sempre più scomposto e impreciso, facendosi sorprendere dall’aggressività dell’avversario che, in un attimo e nello scorrere veloce del set a quattro game, chiude il match con lo score di 3-4 3-4 4-0 4-3 4-0 in poco più di due ore. Grande merito dello statunitense per aver saputo ribaltare le sorti di un match tutto in salita per lui; peccato per il francese, effervescente all’inizio ma spentosi sul più bello.
Laura Guidobaldi