Al Challenger 90 di Bratislava (cemento indoor), Tallon Griekspoor riscrive la storia e vince il suo ottavo titolo in stagione (decimo in carriera), migliorando il record che aveva stabilito solo la settimana scorsa a Tenerife. Per lui sono cinque tornei consecutivi e 25 partite senza sconfitta. Per il venticinquenne olandese in realtà la parola sconfitta ha quasi perso di significato mentre i successi, a forza di accumularsi, lo hanno avvolto in una bolla di autentica invincibilità.
Quasi inevitabile che la finale contro l’ungherese Zsombos Piros, la vera sorpresa del torneo, sia stata una pura formalità: un rapido 6-3 6-2 in poco più di un’ora di gioco in cui il magiaro non ha avuto la capacità tecnica e forse nemmeno l’energia mentale per opporsi all’avversario. C’è anche da dire che l’ungherese, partito dalle qualificazioni, era probabilmente già soddisfatto del proprio torneo, che ha toccato l’apice in semifinale quando ha eliminato il nostro Stefano Travaglia.
L’azzurro sul 5-4 del primo set ha avuto due set point che però il ventiduenne ungherese ha annullato con bravura per poi riuscire ad arrivare al tie-break, chiuso con un ace al primo set point. Nel secondo parziale l’ascolano è stato costretto al ritiro per un problema alla spalla mentre era sotto 3-2. Peccato, perché Travaglia nei quarti era apparso molto tonico nello sbarazzarsi 7-6(1) 6-1 di un combattivo Maximilian Marterer, campione uscente del torneo.
Comunque l’obiettivo di classifica del marchigiano di questo autunno dedicato ai Challenger è stato centrato in pieno con la risalita in classifica al N.78 ATP, tornando quindi a navigare in acque tranquille in vista della prossima stagione. A proposito di classifiche, Tallon Griekspoor migliora ulteriormente il suo best e raggiunge la posizione N.65, come fa anche Piros, dopo una settimana da incorniciare, che sale al N.282 ATP.
Nella finale del Challenger 80 di Ortisei (cemento indoor), Oscar Otte ha superato 7-6(5) 6-4 lo statunitense di origine francese Maxime Cressy (N.128 ATP). Partita combattuta ma mai realmente in discussione tanto che Otte non ha mai perso il servizio (annullando le otto occasioni avute dall’avversario), anzi per essere precisi non ha mai ceduto il servizio in tutto il torneo, evento in realtà rarissimo. Al ventottenne tedesco è stato allora sufficiente ottenere un break nel secondo set, dopo che nel primo parziale aveva giocato un tie-break in pieno controllo. Per lui è il quarto titolo Challenger in carriera, il secondo in questa stagione (il precedente a Ismaning due settimane fa), che gli regala anche il nuovo best ranking alla posizione N.116. Cressy forse si consolerà migliorando a sua volta il proprio record e salendo al N.124 ATP.
Delusione invece per Federico Gaio, che nei quarti viene eliminato 6-7(6) 7-6(5) 6-2 dal teenager inglese Jack Draper (N.278 ATP) al termine di una bella partita durata oltre due ore. Il faentino era stato molto bravo nel tie-break del primo set ad annullare due set point (dopo che ne aveva già annullati quattro sul 4-5). Anche nel secondo parziale l’azzurro si è trovato subito ad inseguire, ma con grinta e determinazione riusciva a rifugiarsi nuovamente nel tie-break che purtroppo questa volta gli diceva male, prima di un terzo set senza storia. È la terza volta consecutiva che Gaio saluta il torneo gardenese ai quarti di finale, in quello che sembra diventato una specie di tabù.
Al Challenger 100 di Roanne (cemento indoor), finale in tono minore tra il padrone di casa Hugo Grenier e il giapponese Hiroki Moriya (N.346 ATP). Facile vittoria per il venticinquenne francese che prevale 6-2 6-3 in un’ora e venti minuti di gioco e in un colpo solo vince il primo titolo Challenger e migliora il proprio best salendo al N.150. Purtroppo il nostro Andrea Arnaboldi conferma che quest’anno i quarti di finale sono per lui colonne d’Ercole invalicabili. Questa volta è toccato al francese Manuel Guinard (N.247 ATP) fermare la sua corsa in maniera molto brusca col punteggio di 6-2 6-3 in meno di un’ora di gioco.
Al Challenger 80 di Montevideo (terra battuta) si è giocata la finale meno combattuta della storia del tennis, forse dai tempi di McEnroe-Connors (Wimbledon 1984, punteggio 6-1 6-1 6-2). Il boliviano Hugo Dellien ha battuto 6-0 6-1 l’argentino Juan Ignacio Londero, portandosi a casa il settimo titolo in carriera, secondo in stagione. Il numeroso pubblico, assiepato sugli spalti del bel centrale del ‘Carrasco Lawn Tennis Club’, non ha fatto in tempo a sedersi che era già ora di tornare a casa. Ci piace piuttosto ricordare che l’italo-argentino Luciano Darderi è arrivato in finale nel torneo di doppio, in coppia con l’uruguaiano (di origine argentina) Ignacio Carou, in cui è stato sconfitto dalla coppia brasiliana Rafael Matos/Felipe Meligeni con un doppio 6-4. Il diciannovenne nativo di Villa Gesell aveva superato anche le qualificazioni del singolare per poi essere eliminato, dopo aspra battaglia, da Camilo Ugo Carabelli per 3-6 6-3 6-4.
Al Challenger 80 di Knoxville (Tennessee, cemento indoor), il padrone di casa Christopher Eubanks (N.178 ATP) ha battuto, un po’ a sorpresa, il tedesco Daniel Altmaier (N.105 ATP e seconda testa di serie). Ma non ci si stupisce più se si guardano le statistiche che vedono l’americano ottenere il 92% di punti con la prima di servizio senza concedere nemmeno una palla break all’avversario che, dopo un’ottima estate, ha accusato un netto calo nella seconda parte della stagione.