M. Sakkari b. A. Sabalenka 7-6(1) 6-7(7) 6-3
È indubbio che il tennis è uno sport creato per l’eliminazione diretta, dove chi vince va avanti e chi perde va a casa. Semel in anno si gioca con il girone all’italiana, nelle Finals dei due circuiti, ma è quando si può assaporare l’atmosfera del “dentro o fuori” che il tennis dà il meglio di sé.
Alle Akron WTA Finals di Guadalajara l’ultimo incontro del round robin nel gruppo Chichen Itza tra Aryna Sabalenka e Maria Sakkari era di fatto un quarto di finale, perché la vincitrice avrebbe conquistato il secondo posto nel girone avanzando alle semifinali per incontrare Anett Kontaveit, vincitrice del gruppo Teotihuacan.
In un match tra due giocatrici non certo famose per i loro nervi d’acciaio, è stata Maria Sakkari a mantenere maggiormente il controllo delle sue emozioni nelle due ore e 47 minuti di gioco. Una grossa mano gliel’ha data il servizio dell’avversaria, in una delle sue peggiore giornate in quel colpo: 59% di prime palle, ma 36% di punti vinti sulla seconda e soprattutto 19 doppi falli, di cui due consecutivi molto pesanti nel tie-break del primo set. La qualità del tennis non è stata eccelsa: 29 vincenti e 56 errori gratuiti per Sabalenka, 27 vincenti e 36 gratuiti per Sakkari. Ma l’equilibrio, la tensione e la grande partecipazione del pubblico, che ha inneggiato ora l’una ora l’altra giocatrice hanno reso il match speciale.
All’inizio del match il nervosismo per la posta in palio era palpabile, nessuna delle due riusciva a dare continuità al proprio gioco. Lo stile di gioco delle due protagoniste è noto, simile ma diverso: più potente per Sabalenka, più atletico per Sakkari. Due rapidi break nelle fasi iniziali hanno subito dato l’impressione che i servizi non avrebbero dettato legge nella partita, anche se non è mai capitato che una delle due giocatrici di avvantaggiasse sull’altra di più di due game. Sakkari cedeva un game tostissimo dal 40-15 mandando Sabalenka a servire per il match, ma l’occasione se ne andava più velocemente di quanto non fosse arrivata. Si arrivava a una piccola chance sul 6-5 30-30 per la Bielorussa, ma il suo diritto volava in corridio. Si giungeva quindi al tie-break, dove la differenza la faceva questa volta la battuta: tre aces per Sakkari, due doppi falli per Sabalenka, e 7-1 per la greca.
Il secondo set è andato via abbastanza tranquillo per i primi sei game, fino al break subito da Sakkari sul 3-3. Sabalenka sul 5-3 si procurava anche due set point sul servizio dell’avversaria, ma era Sakkari ad annullare con gran coraggio. Lo psicodramma a quel punto era in pieno svolgimento: tre break degli ultimi tre giochi del set, e nuovo tie-break. Questa volta si procedeva punto a punto, il primo doppio fallo di Sabalenka arrivava sul 3-3, ma si rimaneva con il testa a testa. Il primo set point è per Aryna, ma è il secondo a essere quello buono.
Oltre due ore di gioco per arrivare al terzo set. Inevitabilmente all’inizio del parziale decisivo c’è stato un po’ di rilassamento, e Sabalenka iniziava con il suo show di doppi falli, minimo due per turno di battuta. Due break nei primi due giochi, poi la bielorussa metteva male un piede, ma le reazioni si limitavano a qualche smorfia. Sul punto a punto era Aryna ad avvantaggiarsi sul 3-1, ma da quel momento in poi diventava schiava del suo servizio: “Davvero non riesco a credere di aver servito così male oggi – ha detto una comprensibilmente delusa Sabalenka dopo il match – non sono riuscita a trovare il ritmo per tutta la partita ed è stato un disastro”. Ben 19 per lei i doppi falli totali, di cui 10 soltanto nei cinque turni di battuta del terzo set. Con una striscia di cinque games di fila Sakkari prendeva il controllo del punteggio, se non della partita, e conquistava la semifinale alla sua prima partecipazione alle WTA Finals.
“È stata davvero una partita da montagne russe – ha dichiarato Sakkari nell’incontro post-match con la stampa – prima era avanti lei, poi io, alla fine ho giocato con il cuore e sono riuscita a vincere. Giocare per la prima volta di notte è ho impiegato un po’ ad abituarmi alle condizioni. Aryna ha un’apertura alare notevole, è difficile riuscire a servire in modo da metterla in difficoltà, ma una volta che sono riuscita a trovare il giusto schema le cose sono migliorate”.
“Il torneo ovviamente non è ancora finito, ma sono molto contenta di essere arrivata in semifinale, cercherò di divertirmi il più possibile domani“.
Nel pomeriggio si era disputata l’altra partita del girone, totalmente ininfluente ai fini della qualificazione, nella quale la spagnola Paula Badosa, già con la testa alla semifinale di martedì, aveva perduto contro la già eliminata Iga Swiatek per 7-5 6-4.