L’annoso problema non poteva più essere eluso dopo le lunghe pause che si era preso Stefanos Tsitsipas per andare in bagno o a cambiarsi e che avevano suscitato le irate reazioni di Andy Murray e Alexander Zverev nell’estate statunitense. Sempre quest’anno avevano fatto discutere – trattandosi del n. 1 del mondo e del Roland Garros – le uscite dal Centrale di Novak Djokovic quando era sotto due set a zero sia nel match degli ottavi contro Lorenzo Musetti, sia nella finale contro Tsitsipas, ma da parecchio tempo l’utilizzo del toilet break provoca perplessità tra appassionati e addetti ai lavori, nonché malumori al giocatore che rimane in campo ad aspettare l’avversario.
Che la regola sia utilizzata per reali necessità fisiologiche o poco sportivamente per spezzare il ritmo dell’avversario, l’esigenza di porre almeno un limite di tempo era ormai diventata più impellente di qualsiasi delle appena citate necessità. Già, perché fino a ora il regolamento non contemplava un minutaggio massimo, anche per via della diversa distanza tra un determinato campo e il bagno più vicino.
Così, dopo l’annuncio settembrino secondo cui qualcosa sarebbe stato fatto, ecco finalmente la novità che non possiamo definire ufficiale perché ancora non comparsa nel Rulebook, ma ormai di prossima pubblicazione, almeno secondo il contenuto di un documento su cui ha messo gli occhi l’Équipe, verosimilmente lo stesso riguardante gli attestati di vaccinazione, in seguito confermato a Tennis Majors da un portavoce dell’ATP. Ai giocatori continuerà a essere concessa una pausa per andare in bagno per ogni incontro da prendersi a fine set, la durata della quale sarà di tre minuti una volta raggiunta la meta. A questi tre minuti se ne aggiungono due nel caso il tennista voglia anche cambiarsi i vestiti. I ritardi, sempre stando all’Équipe, saranno puniti come violazioni di tempo.
Nella speranza di non assistere a scenette di tennisti che si trascinano verso il bagno con esasperante lentezza come se avessero una gamba fratturata, passiamo alla modifica che sarà apportata alla regola sui trattamenti medici. MTO nel mirino, quindi, e poco sorprendentemente, dal momento che anche questa opportunità si presta a facili abusi. I minuti per il trattamento medico rimangono tre, ma potranno essere concessi solo al cambio campo o alla fine di un set. Nel caso un giocatore non sia in grado di proseguire fino al cambio campo o al termine del set, perderà i punti necessari per arrivarci.
Scompare così l’interruzione immediata del gioco a seguito della cosiddetta “condizione medica acuta”, quindi non ci sarà più la possibilità di fermarsi senza avere davvero un problema fisico, per esempio quando l’avversario serve sul 5-3 se non al prezzo di cedere il set. Il rovescio della medaglia è che in questo modo viene penalizzato chi si è fatto davvero male. Sarà poi interessante vedere come verrà regolato il caso di sanguinamento, circostanza in cui è l’arbitro che “deve fermare il gioco appena possibile” (non che lo faccia sempre, vedi Schwartzman allo US Open contro Van De Zandschulp). Tuttavia, in caso di ferite del genere splatter…