da Torino il nostro inviato
L’America è lontana, dall’altra parte della luna. Ma è l’Italia dei giovani esordienti a guardare dall’alto i giganti statunitensi, letteralmente abbattuti sotto i colpi degli scatenati Sonego e Sinner.
Giampiero Galeazzi ruggiva al microfono quando gli “eroi di Milwaukee”, Sanguinetti, Gaudenzi e Nargiso, capitanati da Paolo Bertolucci, consegnarono all’Italia l’ultima vittoria sugli Stati Uniti in Davis. Quell’impresa di ventitré anni fa portó gli azzurri in finale, la vittoria di oggi contro gli americani consente a Sinner e compagni di ipotecare la qualificazione ai quarti di finale – basterà non commettere clamorosi harakiri contro i modesti colombiani – dove lunedì con ogni probabilità potremmo sfidare la Croazia con in palio la final-four di Madrid.
Dopo l’esordio con i fiocchi di Sonego nella sua Torino, è stato un solidissimo Jannik Sinner, sempre più a suo agio nelle vesti di top-10 a completare l’opera e a far spellare le mani agli spettatori del Pala-Alpitour. A Punteggio acquisito ko il doppio Musetti-Fognini.
Pur con l’assenza pesante dello sfortunato Matteo Berrettini (“Matteo mi ha mandato un messaggio prima della partita” – ha ricordato Sonego – “questa vittoria è anche per lui, è stato devastante vederlo in quello stato dopo il ritiro con Zverev“), l’Italia ha una squadra davvero competitiva e la sensazione è che non solo in questa edizione, ma anche nei prossimi anni ci sarà da divertirsi.
L. Sonego (ITA) – R. Opelka (USA) 6-3 7-6(4)
Ha vinto un torneo in Sardegna, ha giocato un tennis stellare a Roma raggiungendo le semifinali, non poteva certamente tradire alla “chiamata alle armi” della sua Torino. Lorenzo Sonego si conferma gladiatore, bagna il suo esordio in Davis battendo in due set il gigante americano Reilly Opelka e regala così il primo preziosissimo punto all’Italia. Prestazione davvero impeccabile dell’ azzurro che premia la scelta di Capitan Volandri di preferirlo al veterano Fognini.
“Sapevo da ieri sera che avrei giocato, non ero tanto teso, ero soprattutto felice di questa opportunità e non vedevo l’ora di giocare questa partita”
Se Lorenzo è teso non lo dà a vedere: parte al servizio, quattro prime e game a zero. Il clan Usa è munito di un rumoroso campanaccio bovino che risuona ad ogni punto di Opelka tra gli applausi della panchina.
Sarà vero che il campo è meno rapido rispetto a quello delle Finals ma praticamente non si scambia, si gioca sull’uno-due e i giocatori raccolgono le briciole nei game di risposta fino al settimo gioco. Qui Sonego si complica la vita concedendo la prima pericolosissima palla break, salvata con coraggio con il diritto dietro una buona prima. I due scambi successivi, i più lunghi del set, li porta a casa l’azzurro e vengono sottolineati dal ruggito di Lorenzo e dal boato del pubblico che entra finalmente in partita. È la svolta perché al cambio di campo Opelka combina due disastri a rete che concedono due palle break all’azzurro, salvate con il servizio e con una volee tremebonda di rovescio sulla linea. Il primo doppio fallo del gigante americano offre la terza chance a Lorenzo che è bravissimo a rispondere ad una prima a 232 km/h di Opelka e indurne l’errore di diritto. “Picchia Lollo!” invoca uno spettatore, il granata non si fa pregare e dopo 37 minuti l’Italia è avanti di un set.
Lorenzo è molto propositivo in risposta e questo mina le sicurezze del bombardiere americano nel colpo chiave del suo gioco. Quando poi Opelka si avventura a rete viene puntualmente beffato dall’azzurro. Sul 3-3 Lorenzo ha la prima palla break del set che potrebbe indirizzare definitivamente la partita ma l’americano si aggrappa al servizio e sventa il pericolo. I colpi vincenti di Lorenzo sono accompagnati dal Po-poro-popopopo del PalaAlpitour che rimanda ai tempi del Mondiale 2006, ma l’equilibrio regge fino a condurre i giocatori al tiebreak. Il diritto lungo di Opelka sul primo punto regala il mini break che indirizza il tiebreak. Lorenzo chiama il pubblico e il PalaAlpitour risponde presente. L’azzurro controlla con autorità i suoi punti al servizio e con la classe di un veterano – altro che esordiente! – porta l’Italia in vantaggio. La volee vincente di Sonego fa esplodere Torino: Lorenzo salta di gioia e contiene a stento le emozioni al microfono, chiedendo di parlare italiano: “Non è scontato fare bene con la pressione di giocare in casa, ma è bellissimo nella mia città! E ora tutti tifo per Sinner”.
Dopo il match Lorenzo non ha nascosto la sua soddisfazione: ” E’ stato tutto incredibile, sono nato a 200 metri da qui, oggi c’era la mia ragazza, la mia famiglia, i miei amici. Vedere le lacrime del mio allenatore a fine partita mi ha emozionato molto. Sono partito dal basso, non avevo le qualità che hanno altri giocatori. Mi sono buttato anche in posti e tornei dove era difficile stare, ma mi è servito per migliorare il mio livello”.
J. Sinner (ITA) – J. Isner (USA) 6-2 6-0
Non sappiamo se la grande prestazione di Lorenzo Sonego abbia galvanizzato ulteriormente Jannik o se il numero 10 del mondo era già di suo caricato a mille, fatto sta che Sinner è partito dai blocchi subito aggressivo, mettendo in grande difficoltà Inser sin dal primo quindici. Tre palle break sfumate nel game di apertura non hanno turbato il nostro alfiere che nell’occasione successiva ha strappato il servizio ad Isner mettendo in discesa il set. La potenza e profondità dei colpi di Jannik hanno devastato la difesa americana ma le condizioni di Isner (e anche di Opelka in verità) lasciano il sospetto che Fish abbia toppato nelle scelte, con un Tiafoe che era parso negli ultimi tornei in buona forma.
Entusiasma comunque il modo con il quale Jannik ha inchiodato il suo avversario sulla diagonale di rovescio per poi finirlo puntualmente con diritti penetranti. Il 6-2 del primo set è stata una logica conseguenza e nel secondo parziale la musica non è cambiata, anzi le cose sono decisamente peggiorate per gli Stati Uniti. Break in apertura, poi Jannik ha dimostrato tutta la sua lucidità nell’annullare le tre palle break consecutive del possibile contro break, per involarsi anche nel secondo set. Il doppio fallo con il quale Isner ha ceduto per la terza volta consecutiva il servizio è stato l’emblema della resa totale della squadra americana. Addirittura un bagel sul cemento indoor non ricordiamo che l’americano lo abbia mai subito. “No, non avevo mai perso con un punteggio così netto” dirà Jhon in conferenza dopo il match “ma per Jannik prevedo un futuro da top3”.
Gli anni passano per John e sicuramente i bei tempi sono andati per l’americano, ma contro il Sinner visto oggi ci sarebbe stato poco da fare per quasi chiunque.
Un “andiamo a vincere” di bistecconiana memoria risuona al PalaAlpitour che canta “Olè olè olè olè Janniiiik Janniiiik”.Il nostro giovane campione non si fa pregare, completa l’opera per la festa azzurra.
R. Ram/ J. Sock – L. Musetti/ F. Fognini 7-6(5) 6-2
A risultato acquisito, Volandri ha scelto di far esordire Lorenzo Musetti al fianco di Fabio Fognini, in un match che contava soprattutto per gli americani per alimentare le speranze di un possibile ripescaggio. Gli azzurri hanno giocato un buon primo set, con alcune soluzioni di Musetti che hanno incantato il pubblico e si sono trovati 5-4 e servizio nel tiebreak, ma due errori abbastanza banali hanno vanificato il vantaggio e regalato il set agli statunitensi. Nel secondo set poca storia.