Medvedev anno magico. È lui lo zar della Davis: “Due settimane perfette” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Adesso c’è pure lui tra i Grandi dell’Insalatiera, che dal 2010 era stata vinta tra gli altri da Djokovic, Nadal (due volte), Federer, Del Potro e Murray. Perché la Coppa Davis sarà pure stata svilita dalla nuova formula, ma resta una di quelle gemme che illustrano una carriera riempiendo il forziere di un tesoro dal valore imperituro. lI 2-0 perentorio sulla Croazia suggella in definitiva il trionfo di Daniil Medvedev, l’Orso arguto e imprevedibile, così diverso dai canoni stilistici e caratteriali del tennis di oggi ma decisamente destinato ad apporvi un marchio indelebile da qui all’eternità Solo al comando con lo squadrone che si ritrova, forte del numero 2 del mondo (appunto Medvedev), del numero 5 (Rublev), del numero 18 (Karatsev) e del numero 29 (Khachanov), la Russia guidava da lontano la pattuglia delle favorite, e infatti ha finito per dominare, concedendo appena una vittoria alle cinque rivali incontrate (la sconfitta di Rublev contro Feliciano Lopez nel girone);
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«E tutto così incredibile, ma sono più contento per la squadra che per me stesso, siamo un gruppo fantastico, c’è stata un’atmosfera fantastica fin dal primo giorno e sono felice di farne parte e di aver portato i punti di cui avevamo bisogno. Non è mai facile essere lucidi a fine stagione, ma sono state due settimane perfette, tra le migliori della mia vita».
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E stavolta sono piovuti applausi, dopo che per tutta la permanenza a Madrid il pubblico non ha mancato di pizzicarlo spesso: «Forse non sono piaciute le mie esultanze, ma non è qualcosa che faccio di proposito. Tutto quello che faccio, soprattutto in campo, è un puro frutto delle mie emozioni, nella vita di tutti i giorni sono più calmo. Quando in conferenza stampa mi fanno una domanda, ho il tempo di pensare a una risposta, ma in campo non è così, c’è tanta adrenalina che mi scorre in corpo perché odio perdere, quindi ho meno tempo e sono anche meno in controllo delle mie azioni, non riesco a fermarmi e pensare. Affidarsi alle emozioni a volte è un bene, altre volte un male».
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“Per la mia generazione è difficile essere così emotivi in campo, perché siamo stati preceduti da Federer e Nadal, probabilmente i giocatori più corretti di sempre e che han no vinto così tanto, Perciò quando qualcuno si comporta in modo diverso, le persone dicono “perché non sei come Roger e Rafa?”. Rispondo io: perché siamo tutti diversi. Credo che gioca tori con un carattere diverso saranno apprezzati di più quando ci saranno nuovi appassionati che non hanno mai visto giocare né Roger né Rafa». Il profeta russo.
Medvedev e Rublev cannibali la Russia si prende anche la Davis (Vincenzo Martucci, Il Messaggero Sport)
Era già tutto previsto, sin dall’Atp Cup di gennaio a Melbourne: la coppa Davis sprint poteva solo confermare che i russi sono i più forti del tennis mondiale. Perché schierano il numero 2 Atp Tour, Daniil Medvedev, il 5, Andrey Rublev, il 18, Asian Karatsev, che pur di giocare fa il doppista, e il 29, Karen Khachanov, che si presta da riserva di lusso.
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Re Nole I di Serbia e del ranking è il primo baluardo di quest’invasione, negli ultimi giorni ci hanno provato anche la Spagna, con lo spadaccino di Toledo, Feliciano Lopez, e il pubblico caliente di Madrid, e ieri hanno gettato in campo il cuore la rivelazione Borna Gojo e il bombardiere Marin Cilic della sportivissima Croazia.
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I russi interpretano il tennis moderno, coniugando potenza e fisicità, mixando le solide radici con due allenatori della vecchia Europa: un francese, l’intelligente Gilles Cervara, per la Piovra Medvedev in Costa Azzurra, un ex cattivo ragazzo spagnolo, Fernando Vicente, a Barcellona. Così lottano contro i problemi. Medvedev li aggira con braccia e gambe infinite, piegandosi in modo innaturale, alternando difesa ad attacco, inventando traiettorie ed effetti, ubriacando gli avversari sempre più monocordi e prevedibili, giocando a scacchi coi figli dei videogame; Rublev li carica a testa bassa come voleva papà, ex pugile, spaccandosi la schiena e rimandando le promesse da junior nell’impatto col professionismo e ora coi 5 set dello Slam Daniil scherza troppo col fuoco, polemizza col pubblico, irride, esagera, si distrae, si annoia, sottovaluta gli ostacoli, rischia; anche Andrey si fa male da solo, magari dopo un set, finendo infilzato dalle banderillas del nemico come un toro infuriato. Ma tutti e due nella finale contro la Croazia lottano solo un set contro la rivelazione Borna Gojo e il picchiatore Cilic. I russi sono unici, come Medvedev, Rublev, Karatsev e Khachanov oggi, come Safin, Kafelnikov e Youzhny che vinsero la Davis nel 2002, come ancora Safin, Davydenko e Tursunov che la conquistarono nel 2006.
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L’Italia andrà in Slovacchia per cercare le Finals 2022. Nuovo format 16 squadre (Gazzetta dello Sport)
Passerà da Bratislava il cammino dell’Italia verso le Finals della Coppa Davis 2022. Sarà la Slovacchia., infatti, l’avversaria degli azzurri nel playoff del 4 e 5 marzo che qualificherà la vincente alla fase decisiva. Si giocherà in casa degli avversari perché l’unico precedente, datato 2009, si disputò a Cagliari con successo azzurro per 4-1 nell’allora serie B. La squadra di capitan Tibor Toth è stata promossa dal Gruppo I grazie alla vittoria sul Cile (3-1) e ha come miglior giocatore Alex Molcan (numero 88 Atp), che precede Norbert Gombos (n.117) e Andrej Martin (n.121).
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Le 16 finaliste disputeranno quattro gironi da quattro in altrettante città scelte dopo i playoff (Torino in corsa se si qualifica l’Italia) e le prime due di ogni girone disputeranno le Finali a 8 in sede unica a novembre: probabile Abu Dhabi, ma la decisione verrà annunciata più avanti. Il presidente dell’Itf David Haggerty e l’amministratore delegato di Kosmos, il fondo di investimenti che ha acquistato il marchio Davis per 25 anni (con 3 miliardi di dollari…) hanno spiegato come immaginano la prossima edizione: «Vorremmo che le quattro sedi siano tutte in paesi che partecipano alla manifestazione. Poi si andrà in una sede neutrale per i quarti, le semifinali e la finale, con due giorni di intervallo tra la conclusione dei gironi e l’inizio dei match a eliminazione diretta: dunque le Finals 2022 dureranno 12 giorni, uno in più di quest’anno. L’intera competizione si dovrà svolgere al coperto per avere tutti gli stadi pieni il più possibile.
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