Oops!…I Did It Again. Chissà se Novak Djokovic ha in mente la canzone di Britney Spears in questi giorni in cui l’atleta che sul campo sfida le leggi della fisica sta tentando di sfidare anche quelle dell’uomo. Di nuovo. Dopo l’Australia, infatti, è arrivato il turno degli Stati Uniti. Forse non tutti sanno – ma certo lo sanno gli appassionati di tennis – che per entrare negli Usa è richiesta la vaccinazione completa contro il virus del Covid-19 (due dosi; una nel caso di vaccino monodose). Tutti senza eccezioni “sanno” che Novak non è vaccinato. In quello che chiunque si augura non sia un déjà-vu delle vicende australiane, il numero 1 del mondo (uffa, il correttore automatico), il numero due del mondo è presente nel tabellone maschile di Indian Wells. Nell’ultima riga in fondo, così, per creare un po’ di suspense mentre il dito scorre dall’alto verso il basso: ci sarà, non ci sarà?
Tutto era cominciato con la pubblicazione delle entry list in cui compariva il suo nome; d’altra parte, in quanto ATP Masters 1000 e torneo obbligatorio, era scontato. Il tempo passava e Djokovic rimaneva lì. Qualche collega si ritirava, ma non lui. Arrivano le rinunce di Mager (vittorioso e vittoriano neo-papà) e di Dominic Thiem (cos’ha questo ragazzo?) e lui è ancora in cima alla lista. Stanno per cominciare le qualificazioni, Joao Sousa scalpita perché è il primo degli alternate ed entrerebbe direttamente nel main draw in caso di ritiro – niente da fare. Infine, il sorteggio: egli c’è.
Il BNP Paribas Open si sente addirittura in dovere di twittare quella che forse vorrebbe essere una spiegazione oppure la semplice ammissione di non avere idea di quello che sta accadendo:
“Novak Djokovic è nell’entry list del torneo e perciò oggi stato inserito nel tabellone. Al momento siamo in contatto con il suo team; in ogni caso, non è ancora stato deciso se parteciperà all’evento dopo aver ottenuto l’approvazione di ingresso nel Paese da parte del CDC [Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie]. Forniremo aggiornamenti quando ne sapremo di più.”
Non sappiamo in che modo Nole stia cercando di partecipare al torneo. Avendo un bye al primo turno, forse spera in un allentamento dell’ultimo delle restrizioni di ingresso. Oppure stanno discutendo su un’eventuale esenzione. “Controindicazioni mediche documentate a ricevere il vaccino” è l’unica eccezione che non si può escludere senza neanche pensarci; pensandoci, tuttavia, sarebbe una coincidenza incredibile ricadere improvvisamente in questa categoria. Ma sono solo ipotesi senza alcun riscontro reale. Quello che è certo è che, se non dovesse partecipare, il suo posto sarebbe preso da un lucky loser – fortunato lui, molto meno il torneo che si ritroverebbe con un tabellone sbilanciato. Di nuovo, come è successo all’Australian Open.
LE POSSIBILI ESENZIONI – Visto che circolano notizie non corrette in proposito, è opportuno fare un po’ di chiarezza sulla questione del possibile ingresso di Djokovic negli USA attraverso una esenzione per non vaccinati.
A partire dal 22 gennaio 2022, tutti i non cittadini americani (o non residenti permanenti) che entrano negli USA devono essere vaccinati, indipendentemente dalla natura del viaggio (essenziale o non essenziale) o dalla modalità di ingresso negli USA (via aerea, marittima o terrestre). Ciò è stabilito dal Department of Homeland Security (DHS) statunitense.
Per quel che riguarda l’ingresso negli USA via aerea, esiste una ristretta lista di categorie che sono esentate dal presentare prova di vaccinazione, e questa lista è stabilita dal Center for Disease Control and Prevention (CDC).
Tra queste categorie ci sono alcuni gruppi di immigrati, ovvero persone che stanno cercando di trasferirsi permanentemente negli USA, che si trovano in particolari situazioni e che non dettaglieremo in questa sede perché non ricadono nello scopo di questo articolo.
Tra i non-americani non-immigrati che possono essere ammessi negli Stati Uniti senza essere vaccinati ci sono:
- Persone in missione ufficiale o diplomatica per un governo straniero
- Persone di età inferiore ai 18 anni
- Persone con controindicazioni mediche documentate alla somministrazione del vaccino contro il COVID-19
- Partecipanti ad alcune sperimentazioni scientifiche per vaccini contro il COVID-19
- Persone a cui viene riconosciuta un’eccezione su base umanitaria o per motivi di emergenza
- Persone con un visto valido (escludendo il visto per affari B-1 e per turismo B-2) che sono cittadini di un Paese nel quale la disponibilità di vaccini contro il COVID-19 è molto limitata
- Membri delle Forze Armate statunitensi, loro coniugi e figli di età inferiore ai 18 anni
- Equipaggi marittimi che viaggiano con un visto C-1 (visto di transito) o D (visto per equipaggi)
- Persone il cui ingresso negli Stati Uniti sarebbe di interesse nazionale per il Paese, come determinato dal Segretario di Stato, dal Segretario dei Trasporti o dal Segretario della Homeland Security (o loro delegati).
L’unico caso che potrebbe riguardare Djokovic dovrebbe essere quest’ultimo, ovvero la sua partecipazione al BNP Paribas Open e al Miami Open dovrebbe essere ritenuta di “interesse nazionale”, e come tale avere una dispensa firmata direttamente da una delle tre persone elencate qui sopra.
Come si vede, si tratta di una condizione estremamente difficile da soddisfare, ma non necessariamente impossibile. L’”interesse nazionale” era ciò che ha permesso a tutti i tennisti europei di entrare negli USA nel corso dell’anno e mezzo durante il quale era in vigore il provvedimento rilasciato dall’allora Presidente Donald Trump nel marzo 2020 che impediva l’ingresso di visitatori dall’area Schengen per limitare la diffusione del COVID-19.
Tuttavia è estremamente probabile che con la riapertura dei confini e con l’introduzione del provvedimento del 22 gennaio scorso la definizione di “interesse nazionale” sia stata notevolmente ristretta. Tutto comunque risiede nelle mani dei tre alti funzionari del Governo citati in precedenza, i quali probabilmente hanno anche altre cose da fare oltre che preoccuparsi delle sorti di un torneo di tennis.
Per quel che riguarda invece l’ingresso negli USA via terra o via mare, valgono esattamente le stesse regole che valgono per l’ingresso via aerea in materia di esenzioni dalla necessità di essere vaccinati. Ciò che cambia è che a chi entra via terra o via mare non viene richiesto un tampone antigenico negativo eseguito entro il giorno precedente l’ingresso nel Paese.