Inizia con una vittoria agevole su Djere la campagna californiana di Jannik Sinner, il quale ha superato 6-3 6-3 il serbo in quella che per un numero 10 del mondo va considerata come vittoria di routine. Ad uscire un po’ fuori dalla routine invece c’è stato il fatto che al termine dell’incontro si è recato nuovamente in campo per un’ulteriore sessione di allenamento. “Stavo solo cercando di migliorare un po’ le mie volée, il servizio, e un paio di slice. Sì, fa parte del mio programma quando so che domani ho solo il doppio [insieme a Korda, ndr], quindi ho avuto tempo oggi. Non è tardi” ha spiegato rispondendo ad un paio di domande in inglese. Mentre in italiano ha ampliato un po’ il concetto: “Ho provato a mettere in pratica qualcosa di nuovo, sicuramente il percorso è lungo e stiamo lavorando tanto anche per la qualità, che è la cosa più importante. Certe cose funzionano abbastanza bene, certe le devo ancora migliorare, è abbastanza logico.”
Nello specifico, queste sono state le sue sensazioni dal campo: “Oggi ho servito un po’ peggio, però fa parte del percorso. Lui [Djere] aveva già giocato un match quindi non è stato semplice. Quando abbiamo iniziato c’era anche un po’ di sole che poi è andato via, quindi posso anche essere contento della mia prestazione, anche perché con lui non ci avevo mai vinto”. Sempre rispondendo alle domande di Luca Baldissera, Sinner ha espresso un parere sul suo prossimo avversario, Benjamin Bonzi, vincitore su Lorenzo Sonego. L’unico precedente è andato nettamente in favore di Jannik, al secondo turno del Roland Garros 2020. “E’ un giocatore tosto perché di rovescio tira piatto e col servizio è abbastanza solido. Lo devi battere tu; rispetto a Parigi sarà una partita diversa, domani cercherò di prepararla al meglio e poi vediamo”.
Prendendo spunto dalla preparazione di un match, Vanni Gibertini chiede nello specifico quanto tempo lui dedichi alla video analisi degli incontri, suoi e degli avversari. “A me in generale mi piace guardare le partite – ha subito confermato Sinner – “e dal vivo è meglio perché in TV sì la guardi ma capisci un po’ meno. Stando sul posto noti meglio se c’è vento se c’è sole, le condizioni fuori dal tennis. Riguardo anche le mie partite ovviamente, soprattutto quelle che ho perso, sto facendo più video-analisi rispetto a prima. Ma comunque è solo una parte, l’altra è quella di giocare e provare quello a cui stiamo lavorando, è tutto un insieme”. E oggi questo insieme ha funzionato.