Al primo match dal rientro dopo l’infortunio agli addominali, Matteo Berrettini ha ottenuto una importantissima vittoria contro il giovanissimo Holger Rune (6-3 4-6 6-4). Nella parte centrale dell’incontro sono emersi i fisiologici cali d’intensità da parte del tennista romano, che è ancora al lavoro per ritrovare il 100%. “Credo di aver gestito abbastanza bene le situazioni di alti e bassi, l’esperienza mi ha aiutato – ha fatto sapere Matteo intervistato da Luca Baldissera – In altre situazioni magari mi sarei lamentato un pochino di più come successo in passato. Bisogna prendere l’energia che hai e il box sicuramente mi ha dato una mano, li sentivo belli carichi, attivi; anche la gente che urlava e si faceva sentire aiuta. Quando rientri dall’infortunio la cosa più importante è stare bene, poi è difficile concentrarsi sulla partita che sono un altro paio di maniche. E sono contento di esser riuscito a gestire questa cosa e un giocatore che sta facendo bene”.
Giocare a Indian Wells è sempre un’esperienza particolare non solo per la cornice del deserto californiano, ma anche per le inusuali e mutevoli condizioni di gioco, e per Matteo questa è appena la sua seconda vittoria in carriera nel tabellone principale dell’evento. “E’ sempre uno di quei tornei dove si può fare bene rispetto agli anni precedenti e mi piace giocare qui perché la palla rimbalza e quindi è una superficie che mi piace. Con Lloyd [Harris] ci ho giocato solo una volta sulla terra quindi è stata una partita diversa; lui è un grande servitore e mi aspetto una partita difficile. Bene il fatto che avrò un giorno in più per adattarmi alle condizioni; a un certo punto nella partita di oggi c’era stato prima il vento laterale, poi contro, poi a favore, poi luce, ombra. Cambiano parecchio le condizioni ma questo è il tennis”.
Rispondendo alla domanda di Vanni Gibertini su eventuali distrazioni extra-tennistiche, Berrettini ha sottolineato una volta di più quali siano le sue priorità, senza accennare in alcun modo ad una possibile rottura del rapporto con Alja Tomljanovic. “Gli shooting fotografici e il resto delle attività facevano parte del programma e lo sapevamo da tanto tempo. Sicuramente l’infortunio ti coglie sempre impreparato e ho dovuto mettere un impegno extra per superare questa cosa, ma fa parte del percorso. Oggi ce lo siamo detti con Vincenzo [Santopadre, il coach] – perché poi ci sono anche altre cose, altri acciacchi che escono fuori – di restare a testa bassa a lavorare, a lottare, a fare quello che bisogna fare. Gli shooting avvengono perché ci sono stati dei buoni risultati prima; da una parte ben venga dall’altra bisogna cercare di rimanere focalizzati su quella che è la mia priorità cioè il tennis“