M. Kecmanovic b. [6] M. Berrettini 6-3 6-7(5) 6-4 (da Indian Wells, il nostro inviato)
Tanto va la gatta al lardo, che prima o poi ci lascia lo zampino. Proverbio popolare che si adatta perfettamente al torneo disputato in California da Matteo Berrettini, apparso a dir poco sottotono soprattutto dal punto di vista mentale fin dal suo primo incontro. Essendo il signor giocatore che è, se l’è cavata contro Rune e Harris, e proprio la bella reazione avuta nel secondo set col sudafricano aveva fatto sperare che le cose potessero migliorare.
Purtroppo, opposto al solido, combattivo e aggressivo serbo Miomir Kecmanovic (che si sta ritagliando una nomea di ammazza-italiani in questa stagione), Matteo è di nuovo sembrato l’ombra di se stesso a livello di attitudine, e quando la testa non va, il gioco di un ragazzo molto emotivo, che chiede (e spesso ottiene) molto dagli aspetti nervosi e psicologici, va a picco come rendimento.
Gambe rigide, braccio pesantissimo, una statistica su tutte rende bene l’idea delle difficoltà in cui si è trovato oggi l’italiano sul campo 2 di Indian Wells: contro la prima palla di Kecmanovic, Berrettini ha fatto 13 punti, contro la seconda, appena 11, su 46 seconde affrontate, in tutto il match. Questo significa che finchè c’era da rispondere d’incontro, qualcosa in campo di incisivo riusciva anche a piazzarlo, ma contro il kick alto e più lento, che richiede una bella spinta delle ginocchia e tanta decisione del braccio per essere aggredito, proprio non c’è stato verso di essere competitivo. Il risultato è stata la miseria di una singola palla break avuta in due ore e 28 minuti (sul 3 pari nel terzo), annullata da Miomir con una botta sulla riga.
“San servizio”, insieme a qualche gran dritto dei suoi, ha tenuto bene o male a galla Matteo quanto bastava per scippare a Kecmanovic il secondo set al tie-break, ma le battute cedute nel quarto game del primo (in cui si era poi salvato anche dal doppio break), e nel decimo del secondo, non hanno lasciato scampo a Berrettini, e premiato la consistenza di Miomir, che ha decisamente meritato (21 vincenti e 8 errori).
Poco da fare, se il braccio ti pesa venti chili, e la testa della racchetta non viaggia come deve, contro avversari in forma a questo punto del torneo è dura portarla a casa. L’aspetto positivo è che il fisico sembra davvero e definitivamente a posto, perchè non meni bastonate di servizio per tre set se hai anche il minimo risentimento residuo agli addominali. La speranza è che ora, cambiando ambiente e andando verso Miami, Berrettini riesca a ritrovare la serenità che gli è indispensabile per esprimersi ai livelli che gli competono. Per il bravo Kecmanovic, ci sarà Taylor Fritz nei quarti di finale, due vittorie per lo statunitense i precedenti, al challenger di Newport e ad Atlanta nel 2019, entrambe su cemento all’aperto.
Il tabellone maschile completo di Indian Wells 20