Dai nostri inviati a Indian Wells, Vanni Gibertini e Luca Baldissera
Visibilmente abbacchiato, ma certamente di un umore migliore rispetto a quello del primo giorno a Indian Wells, Matteo Berrettini si è presentato ai nostri microfoni poco meno di un’ora dopo la fine del match di ottavi di finale perduto contro Kecmanovic.
“Peccato perché stavo riuscendo a girarla – ha esordito il giocatore romano – anche se non stavo certamente giocando il mio miglior tennis, come non ho mai fatto in questo torneo quest’anno. Sono riuscito a tirare fuori altre qualità, soprattutto mentali, vincendo le altre partite da “giocatore”, ma oggi purtroppo non sono riuscito a fare il break al terzo, e avrei dovuto breakkarlo anche un’altra volta, sull’1-1 al terzo. Il match stava girando e ho fatto degli errori davvero banali”.
“Quando sbagli quelle palle lì, alla fine la partita è giusto perderla. Lui ha giocato molto bene, rispondeva tanto, il servizio era preciso, quindi tanti complimenti a lui. Io invece sono un po’ rammaricato, perché non ero partito bene, poi sono migliorato e… peccato”.
Hai fatto più punti sulla sua prima che sulla seconda: c’era qualcosa che ti disturbava del suo servizio?
“Non direi, non lo variava nemmeno tanto, forse perché una volta che si entrava in un certo tipo di scambio non mi sentivo troppo a mio agio. Mi ricordo di aver sbagliato tre risposte sulla seconda molto gravi, due diritti e un rovescio, e quelli sono errori che fanno male perché non avevo provato il vincente, volevo solamente cominciare lo scambio. Quindi non è che mi sentissi particolarmente a disagio sulla sua seconda, ma qui le sensazioni in generale non erano troppo positive”.
Ora si va a Miami…
“Sì, ancora non abbiamo fatto il piano, ma andremo a Miami per vincere la prima partita a Miami, visto che non l’ho mai fatto. Arriveremo qualche giorno prima, in modo tale che ci potremo allenare. L’ultima volta sono arrivato all’ultimo momento da Phoenix [dove aveva vinto il Challenger n.d.r.], ma in condizioni molto diverse di classifica, e tutto quanto, ma siccome questa volta avrò più tempo per ambientarmi spero che possa essere un torneo migliore.“
Quando si ritorna da una pausa ci sono sempre giornate in cui si gioca meno bene di quanto non si vorrebbe. Cosa si fa per tentare di risolvere o quantomeno limitare il problema?
“Quando torni hai sempre tanta voglia di stare bene, e quindi ti concentri più su quello che sul match in sé. L’abitudine alla gara si prende partita dopo partita, qui ne ho giocate tre, dopo essere arrivato qui con il dubbio degli addominali e altri pensieri, però alla fine la cosa più importante è l’esperienza che fai ogni volta che ritorni. Ogni infortunio è sempre peggio dal punto di vista mentale, però ritornare è più facile perché so che ci sono già passato, per cui le due cose si bilanciano a vicenda. Bisogna solo farci un po’ l’abitudine e magari prevenire un po’ gli infortuni”.