Si complica un po’ la vita al momento di chiudere, ma Cameron Norrie riesce comunque a portarla a casa in due set: 6-3 7-5 a un combattivo e creativo ma spesso poco concreto Hugo Gaston, peccato mortale quando affronti un tennista regolare e attento senza poter contare su un peso di palla superiore.
La sfida tra mancini comincia con lo scambio di break in apertura, poi è Norrie a rompere gli indugi e soprattutto il servizio avversario, approfittando di una prima battuta francese pressoché assente. Bravo anche a contenere le variazioni di Gaston, il britannico passa così al quarto gioco. Hugo si crea un paio di opportunità per rientrare, ma il n. 12 ATP difende il vantaggio una prima volta con un buon riflesso a rete dopo la corsa a recuperare il drop-shot e poi grazie a un brutto tentativo dell’altro di affettare il dritto.
Di nuovo avanti nel secondo parziale, Norrie ha l’opportunità di chiudere già sul 5-3, servizio Gaston. Arrivano un primo match point, un secondo, un terzo… Quattro se ne vanno senza che cominci lo scambio (con tre seconde battute, la complicità brit c’è tutta), il quinto è un gratuito di dritto. Situazione classica, quindi, quando si va a servire per chiudere con in testa le occasioni mancate e senza il servizio di un Isner (che forse nemmeno avrebbe giocato il game di ribattuta). E infatti è subito palla break, annullata però dal dritto lungolinea dopo il servizio esterno che va sì sul dritto dell’avversario ma, trattandosi di Hugo, dotato di poco allungo e migliore di rovescio, funziona a dovere; ecco allora il sesto match point che pare cosa fatta, dopo la stessa combinazione seguita a rete per quella che dovrebbe essere una volée comoda a campo aperto. Invece, la palla sfiora il nastro mandando a vuoto Cameron per uno di quei punti che girano gli incontri.
Il ventunenne di Tolosa non si lascia sfuggire l’occasione per pareggiare, ma nulla più: un altro slice di dritto affossato gli impedisce di mettere a segno il punto sorpasso, poi due errori a rete e una palla scaraventata in orbita come suggerisce Andy Roddick gli costano rispettivamente break e warning. Quasi un attestato di resa da parte di Hugo che Norrie non si fa ripetere due volte – anzi, se lo fa ripetere due volte, perché sul nuovo match point stecca un dritto mandando la sfera gialla a far compagnia a quella scagliata da Gaston – e finalmente chiude la palla numero 8.
Impiega poco più di un’ora Frances Tiafoe per superare 6-3 6-2 Juan Manuel Cerundolo, n. 122 ATP. Il ventenne di Buenos Aires termina il suo Miami Open presented by Itau dopo aver messo a segno la sua prima (e la seconda) vittoria in un Masters 1000, come del resto ha fatto suo fratello maggiore Francisco, più tardi in campo contro Gael Monfils.
Juanma rimane in partita solo nei primi game, precisamente fino al sesto, quando commette due errori che un “rematore” non può permettersi e Frances si prende il resto spingendo con il dritto. Tiafoe non cerca di strafare e si fa bastare quel break per mettere le mani sul parziale.
Inizio del secondo in salita per Cerundolo, meno solido e più “leggero” del suo avversario. Forte anche del vantaggio, il ventiquattrenne del Maryland controlla gli scambi e sceglie quando accelerare senza trovare adeguata resistenza oltre la rete, l’argentino ci mette anche un doppio fallo (peraltro è un mistero come solitamente riesca a tenere in campo il servizio con quel movimente della testa violento e innaturale al momento del lancio – testa sua, non della racchetta) ed è il 3-0 pesante che mette la parola fine sul match.
41% dei punti vinti con la seconda per JMC a fronte dell’80% di Tiafoe che agli ottavi troverà prorpio il vincente della sfida tra Francisco Cerundolo e Gael Monfils.
Prometteva bene il duello tra Casper Ruud e Alexander Bublik, ma la solidità norvegese ha praticamente spazzato via la complicata ricerca kazaka di un sempre difficile equilibrio tra il tenere lo scambio e la soluzione estrosa. I precedenti erano 3-1 per Casper, ma il più recente – nemmeno un mese fa ai qualifier di Coppa Davis – era andato a Sasha. Ruud si è prontamente preso la rivincita non lasciando scampo alla seconda battuta di Bublik, che peraltro ha raccolto poco anche con la prima. 58 minuti per il 6-3 6-2 e ottavi contro Norrie.
Bublik ci lascia però questa “cosa” che è un po’ una sintesi del suo profilo. E di quello della racchetta…