Al Challenger 80 di Lugano (cemento indoor) Luca Nardi ha dominato il torneo, pur concedendosi, strada facendo, qualche momento di distrazione che poteva costargli caro. Soprattutto nei quarti di finale quando, contro il coetaneo svizzero Jerome Kym (n.1025 ATP), ha dovuto rimontare dopo aver perso il primo set, annullando perfino un match point nel tie-break decisivo. In finale ha poi trovato l’altro elvetico Leandro Riedi (20 anni e n.590 ATP, nel 2020 sconfitto in finale da Dominic Stricker al Roland Garros junior) che si è difeso con coraggio, costringendo il pesarese ad un’altra gara in rimonta (4-6 6-2 6-3) anche se non si può dire che Luca abbia mai seriamente rischiato di perdere. Per il 18enne talento azzurro è la seconda vittoria Challenger dopo quella di Forlì sul finire della scorsa stagione. Un successo che gli vale il nuovo best ranking alla posizione n.231, con vista sulle qualificazioni di Parigi. Un passaggio che per i giovani tennisti significa il vero ingresso nell’età adulta. E il talento di Luca meritava questa consacrazione, che siamo convinti sia solo il primo dei tanti passi che seguiranno.
A Saint-Brieuc (Challenger 80, cemento indoor) il 20enne Jack Draper, al momento 124 ATP ma in corsa a perdifiato verso la top 10 (secondo noi entro la fine dell’anno e no, non manca uno zero), ha scherzato con gli avversari, facendo la figura dell’adulto che ruba le caramelle ai bambini. Certo qualche bambino ha opposto resistenza, come Antoine Escoffier, che in semifinale l’ha costretto al terzo set, o il belga Zizou Bergs (n.186 ATP) che ha dato vita ad una finale più combattuta di quanto Draper avrebbe desiderato, anche se bisogna dire che l’inglese non ha mai dato l’impressione di poter perdere. Certo che a Bergs ha concesso fin troppa confidenza, perdendo in maniera sorprendente il secondo set e non capitalizzando un break di vantaggio nel parziale decisivo. Poi quando è andato a rispondere sul 5-4 in suo favore ha posto fine alla contesa al primo match point (6-2 5-7 6-4).
Con questa vittoria il giovane inglese arriva a quattro successi Challenger in carriera (tutti in questo 2022, tre dei quali a Forlì). Abbiamo già scritto più volte di questo 20enne dal gran servizio, ma completo in tutti i fondamentali e addirittura rapido negli spostamenti (considerando il fisico abbastanza massiccio). Perdonerete la nostra insistenza, ma come si fa a non innamorarsi di uno che a Miami, nella sua prima esperienza tra i ‘grandi’, ha fatto sudare freddo Cameron Norrie (n.10 ATP)? Lui è già a quel livello e la stagione su terra battuta che sta per iniziare, una superficie che in teoria non gli è favorevole, può solo ritardare un po’ la sua galoppata, ma poi arriveranno erba e cemento e saranno dolori per tutti.
Al Challenger 80 di Oeiras (terra battuta) vince il padrone di casa Gastao Elias che in finale ha la meglio in maniera abbastanza netta (6-3 6-4) sul croato Nino Serdarusic (n.207 ATP). Elias che nel corso del torneo ha eliminato, tra gli altri, i nostri Vavassori e Giannessi, bissa il successo dello scorso maggio sempre qui a Oeiras e centra la nona vittoria Challenger in carriera. Il croato Serdarusic si ferma per la quarta volta ad un passo dalla vittoria e deve rimandare l’appuntamento col primo successo Challenger. Proverà a consolarsi con il nuovo best ranking alla posizione n.183, anche se il suo umore non deve essere dei migliori visto che aveva appena finito di lamentarsi sui social di come non fosse giusto per un giocatore top 200 come lui non riuscire ad andare economicamente in pari nemmeno centrando una semifinale Challenger. Problema annoso che ben conosciamo.
Buon torneo per il nostro Alessandro Giannessi che è stato fermato proprio in semifinale dal futuro vincitore ma che può comunque essere soddisfatto di questo risultato che conferma quello recentissimo di Roseto degli Abruzzi.
Al Challenger 125 di Marbella (terra battuta) alla fine vince il 24enne Jaume Munar che è arrivato in finale a fari spenti, mentre tutti i riflettori erano per Dominic Thiem e Stan Wawrinka. In finale ha battuto con un secco 6-2 6-2 proprio l’argentino Pedro Cachin, il giustiziere di Thiem. Il nativo di Maiorca, ex pupillo di Nadal, non sarà mai un fenomeno ma è da sempre un giocatore consistente che nessuno, soprattutto sulla terra battuta, si augura mai d’incontrare. Infatti ben sei dei suoi sette successi Challenger sono maturati proprio sul mattone tritato.
Si giocava anche a Pereira in Colombia (Challenger 80, terra battuta) e ha vinto l’argentino Facundo Bagnis (testa di serie n.1) che in finale ha piallato (6-3 6-0) il connazionale Facundo Mena (n.181 ATP). Grazie a questo successo (il 15esimo Challenger in carriera) Bagnis rientra in top 100 alla posizione n.93, mentre lo sconfitto, alla soglia dei 30 anni, migliora il proprio best salendo al n.159 ATP.