Il Rolex Monte-Carlo Masters è terminato da un paio di giorni ma i contenuti in esclusiva relativi a quell’evento continuano ad arrivare. Con la sua consueta gentilezza e disponibilità Paolo Lorenzi, al termine della finale del torneo, è stato intervistato dal Direttore Scanagatta. L’ex numero 33 del mondo era presente nel Principato in veste di opinionista SKY e in questa intervista esclusiva ad Ubitennis, oltre ai sorrisi e alle battute di spirito che testimoniano la stima reciproca tra due, si è anche espresso in opinioni tutt’altro che banali. Il tema principale ovviamente è stato il tennis italiano, ed in particolare cosa ne pensa lui dei tre tenori italiani: Sinner, Musetti e Berrettini. “Per fortuna questi tre tennisti hanno tutti uno stile di gioco diverso così li possiamo apprezzare tutti” ha subito messo in chiaro Lorenzi.
Poi si è concentrato per primo sull’altoatesino. “Jannik ha fatto un torneo incredibile perché dopo il problema delle vesciche di Miami non ha avuto tanto tempo per allenarsi. Ha dimostrato oramai di avere un livello così alto che contro i giocatori… possiamo chiamarli di seconda fascia? come Ruusuvuori, anche se non è al meglio vince sempre. Contro Rublev ha dimostrato di essere più forte del russo, e contro Zverev ha giocato alla pari. Io mi aspetto che piano piano inizi a batterli”. Ubaldo incalza subito il vincitore del torneo di Kitzbühel 2016 sottolineando come da parte di Sinner non sia ancora arrivata una vittoria contro un top 5, e per molti tifosi (e forse persino per il diretto interessato), quel “piano piano” sta durando un po’ troppo. “Il mio ‘piano piano’ significa che mi aspetto che tra Madrid, Roma e Parigi possa finalmente battere uno dei primi 5” ha spiegato Lorenzi.
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“Ha dimostrato più adesso che l’anno scorso di essere lì vicino. Io credo che il suo tennis sia eccezionale, la palla esce più veloce di tutti dalla racchetta. Ho parlato con lui e già qui (a Monte-Carlo) si sentiva bene”. Interessante poi l’opinione contro-corrente di Lorenzi secondo la quale Sinner al momento non debba concentrarsi sull’ampliare il proprio gioco con le varie smorzate o discese a rete, bensì “diventare ancor più solido in quello che fa, nei fondamentali. Io mi rifaccio a Djokovic quando era n. 3 del mondo e perdeva sempre da Federer e Nadal. Dov’è cambiato? Nella solidità, ha iniziato a sbagliare ancora meno e questo fa la differenza. Poi ci sarà tempo nel resto della carriera per imparare altre cose”.
Il discorso poi si è spostato su Lorenzo Musetti, in campo in questi giorni a Barcellona. “Al momento questo è un suo problema: nelle partite che deve vincere ancora non riesce a sciogliersi del tutto, ma quello che ha fatto vedere contro Schwartzman è che ha la possibilità e il gioco per competere con i primi, l’aveva già fatto anche lo scorso anno al Roland Garros. La terra è una superficie che lo aiuta molto, perché lui è uno dei migliori a sfruttare le rotazioni, parte da dietro ed è bravo ad avvicinarsi. Bisogna dargli ancora più tempo rispetto a Jannik in partite di questo livello. Quando è la prima volta che affronti giocatori del genere magari riesci a fare quello che ti sei messo in testa per un set e mezzo, non fino alla fine. Questo sarà ancora un anno di transizione, nel prossimo arriveranno i risultati”.
Sull’assente Matteo Berrettini il discorso è molto più sintetico. C’è ovviamente grande rammarico per la sua assenza: “Mi dispiace che non ci sia perché lui è uno che quando gioca vince, va sempre in fondo ai tornei. Così come abbiamo visto vincere Tsitsipas, avremmo potuto veder vincere Berrettini“. Infine quindi non poteva mancare una considerazione su Stefanos Tsitsipas, capace quest’anno di difendere il titolo 1000 vinto a Monte-Carlo nel 2021, un’impresa non da poco di questi tempi. Anche per il greco però, come ha sottolineato Lorenzi, è il tempo il suo principale nemico. “Io credo che si debba sbrigare, perché da dietro arrivano gli italiani, gli spagnoli, tanta gente che gioca bene” e siamo sicuri che anche il n. 5 del mondo lo sa bene.