Il sei volte campione Slam (di cui tre titoli a Wimbledon) Boris Becker è finito in carcere nel pomeriggio di venerdì 29 aprile con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Presso il tribunale di Southwark, a Londra, il giudice Deborah Taylor lo ha condannato a due anni e mezzo di reclusione: per almeno metà (15 mesi) Becker dovrà stare in prigione, per poi passare ai domiciliari. I media inglesi che hanno assistito al momento della sentenza, hanno descritto l’ex campione del tennis di fronte al giudice: rosso in volto, espressione provata nonché imbarazzata. Secondo il loro racconto, Becker prima di lasciare il tribunale ed essere diretto in prigione, ha ricevuto un bacio da lontano dalla sua fidanzata, Lilian de Carvalho Monteiro (che l’aveva accompagnato in tribunale) e ha preso con sé una borsa Puma che conteneva dei vestiti per la notte. Si è consumato così il momento più basso della vita di uno dei tennisti più acclamati e apprezzati – nonché vincenti – della storia.
Come sottolineato, il fatto che Becker si fosse presentato a processo con la cravatta di Wimbledon è molto significativo. Aveva indosso i colori del luogo in cui la sua carriera è esplosa, a soli 17 anni, quando nel 1985 vinse il trofeo e divenne il più giovane tennista di sempre a laurearsi campione Slam (record battuto poi da Chang, 4 anni dopo). Portando con sé quegli stessi colori, verde e viola, ha toccato il fondo.
Sicuramente il rumore creato dalla condanna a Boris Becker è inarrivabile nell’universo tennistico, per via della fama del personaggio, che ha segnato un’epoca tennistica e sportiva. Tuttavia, non è certamente l’unico tennista finito in tribunale per errori commessi. Qui di seguito ne stiliamo un elenco non esaustivo.
TILDEN E LO SCANDALO SESSUALE – Con 10 titoli Slam conquistati in singolare tra il 1920 e il 1930, Bill Tilden è stato uno dei giocatori più vincenti del tennis pre-Era Open. Avendo tra i suoi più grandi rivali Ellsworth Vines, Don Budge, Fred Perry e Jack Kramer, lo statunitense è stato da molti considerato per un certo periodo il tennista più forte dell’epoca. Oltre ai 10 titoli Major in singolare, 7 all’US Open e 3 a Wimbledon (primo americano a vincere il torneo), tra il 1920 e il 1926 ha conquistato insieme al team USA ben 7 titoli Davis consecutivi, un record che ancora resiste.
La carriera e la vita di “Big Bill” vennero completamente devastate nel novembre 1946, quando venne arrestato con l’accusa di aver avuto un rapporto sessuale con un ragazzo 14enne. Tilden – che si era dichiarato in passato omosessuale – rifiutò di dichiararsi non colpevole, mentre i genitori del ragazzo non volevano che confessasse. Però al processo, nel 1947, Tilden mentì al giudice A. A. Scott, dicendo che prima di allora non si era mai trovato in una situazione del genere, nonostante sia il giudice, sia chi conosceva la sua figura sapeva che quella non fosse la verità. Finì dunque in carcere, condannato a un anno. Uscì dopo 7 mesi e mezzo, ma nel 1949 ci fu un altro episodio. Venne di nuovo arrestato per molestie a un 16enne autostoppista e restò altri 10 mesi in carcere. Viene riportato che dopo il suo rilascio, un sondaggio dell’Associated Press lo premiò come miglior tennista della prima metà del Novecento. Tilden morì a causa di un infarto nel 1953. Ma fu comunque inserito nella Hall of Fame del tennis, nello stesso anno.
ARANTXA E I PROBLEMI COL FISCO – Con quattro tornei Slam conquistati e la prima posizione nel ranking mondiale conquistata nel 1995, Arantxa Sanchez Vicario ha portato in alto il tennis spagnolo a livello femminile. Vincendo al Roland Garros nel 1989 (in finale su Steffi Graf) a 17 anni divenne la più giovane tennista a conquistare un trofeo Major, così come accadde a Becker nell’85 a Wimbledon (il record fu battuto da Monica Seles l’anno dopo).
Le analogie con il campione tedesco non si fermano però alle imprese sui campi da tennis. Stando agli aggiornamenti di qualche mese fa, Arantxa Sanchez rischierebbe fino a quattro anni di carcere per frode, insieme al suo ex-compagno Josep Santancana. La vicenda risale al lontano 2009, quando la Corte Suprema spagnola la condannò a pagare 5,2 milioni di euro per evasione fiscale. Arantxa ottenne i soldi dovuti attraverso un finanziamento garantito dalla Banca del Lussemburgo, ma questo esoso debito non venne mai ripagato. Infatti avrebbe spostato i suoi beni in modo da non restituire il denaro, agendo sotto consiglio del suo ex-compagno. Nel 2018 è stato riportato che il debito con la Banca del Lussemburgo è cresciuto fino a 7,5 milioni, una cifra che ha portato la Banca stessa a prendere provvedimenti legali, peraltro dopo che nel corso degli anni il padre di Arantxa, Emilio, e suo fratello Javier l’avevano già alleggerita di quasi 60 milioni di euro.
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