Da Madrid, il nostro inviato
S. Sorribes Torno b. [WC] N. Osaka 6-3 6-1
Dopo il grande spettacolo che ha avuto come protagonisti la coppia spagnola Carlos Alcaraz e Marc Lopez (vincenti in doppio sui più quotati Kubot/Roger-Vasselin), gli spalti del Manolo Santana Stadium si diradano, come se già avessero il presentimento di una partita che ha molto poco da offrire in termini di spettacolo. Una acciaccata Naomi Osaka esce sconfitta in un’ora e 29 minuti per mano di Sara Sorribes Tormo per 6-3 6-1. La n.36 del mondo si presenta in campo con una vistosa incerottatura attorno al polpaccio sinistro, e più volte durante il match farà qualche movimento di stretching come per sciogliere quella parte del corpo.
IL MATCH – Nel primo set, la girandola di break iniziale vede uscire con la testa avanti la tennista di casa che si porta sul 4-2. Osaka appare subito molto sconsolata e una volta finita sotto nel punteggio non riesce a dare una svolta al suo gioco. Il suo sguardo spento e spesso rivolto verso il basso, rispecchia un tennis insipido e denso di errori con entrambi i fondamentali tanto da perdere il primo set con un secondo break di svantaggio, nonostante una comoda posizione di vantaggio. La spagnola ha il merito di offrire alla giapponese palle molto variegate, passando da back di rovescio a top spin di dritto, che certamente non agevolano una tennista in evidente stato di difficoltà.
Nel secondo parziale l’equilibrio dura ancora meno e Naomi continua a sciupare game da posizione favorevole. Sara sale 3-0 e intanto la giapponese chiama l’intervento del fisioterapista per il suo problema alla gamba sinistra, il quale sembra estendersi fino alla caviglia. Le sue difficoltà nella mobilità emergono in maniera evidente quando, correndo all’indietro su un pallonetto della spagnola, è costretta a fermarsi con un saltello evitando di poggiare il piede sulla gamba dolorante. Da ferma comunque l’ex n.1 del mondo è ancora più che capace di produrre vincenti, e quando la coordinazione è dalla sua parte il pubblico si rifà gli occhi con le sue giocate. Giocate purtroppo troppo rare in mezzo a una sequela di errori che non la fanno mai stare minimamente in lizza per la vittoria. La n.47 del mondo chiuderà al secondo match point con l’ennesimo errore di lunghezza della giapponese.
A. Kalinina b. [9] G. Muguruza 6-3 6-0 (Lorenzo Colle)
Madrid è ancora un tabù per Garbine Muguruza, che viene eliminata con un netto 6-3 6-0 da Anhelina Kalinina. A frenare la spagnola è intervenuto anche un problema alla gamba destra, che le ha impedito di essere anche solo lontanamente competitiva nel secondo set, ma in verità anche a inizio partita, quando non si notavano evidenti difficoltà fisiche, Garbine era tutt’altro che in giornata.
IL MATCH – Nessuna delle due giocatrici parte in maniera particolarmente convincente: Kalinina alterna ottime cose a errori marchiani, mentre Muguruza appare semplicemente molto contratta. L’ucraina ne approfitta per trovare un break nel quarto gioco e salire poi 4-1, salvando ben quattro palle del controbreak (molti, invero, i demeriti della spagnola). La partita prosegue senza grandi scintille fino al 5-3, quando Kalinina si presenta a servire per vincere il primo set. Muguruza cancella un set point e si procura ben due palle break, ma ancora una volta spreca malamente l’occasione. Sulla seconda in particolare la spagnola affossa in rete una comoda risposta di rovescio, traghettando poi con i successivi errori l’avversaria verso la vittoria del primo set.
Nel secondo, la situazione non migliora affatto per Muguruza, che continua ad essere disastrosa dal lato del rovescio. Kalinina dal canto suo sembra aver trovato un suo equilibrio, capisce quando spingere e scappa sul 3-0 “pesante”, avendo perso appena quattro punti. Al cambio di campo, Muguruza richiede l’intervento della fisioterapista e lascia il campo per farsi trattare, rientrando alcuni minuti con una vistosa fasciatura alla gamba destra. È evidente però che la spagnola si stia sforzando soltanto per portare a termine il match di fronte al proprio pubblico. Già al terzo colpo non riesce più a sostenere lo spostamento laterale, perciò gli ultimi giochi sono solo una formalità: finisce 6-3 6-0 in settantacinque minuti di gioco.
ALTRI MATCH – Vincono lasciando una manciata di game per strada sia Bianca Andreescu (6-1 6-1 contro Danielle Colins) che Emma Raducanu (6-2 6-2 contro Marta Kostyuk). La canadese, all’esordio nel torneo madrileno, torna a battere una top10 dalla finale degli US Open 2019 quando anche in quel caso sconfisse l’allora n.8 Serena Williams. Prestazione estremamente convincente anche da parte dell’inglese che resta in campo 64 minuti contro l’ucraina. Raducanu, alla sua quinta vittoria nel circuito maggiore sulla terra rossa ha convinto sia col dritto che con la battuta e la netta superiorità mostrata sulla n.60 del mondo non deve trarre in inganno. L’esultanza carica di pathos rivolta al suo box al termine del match ci fa capire che questi risultati non vanno dati per scontato.
Chiude il programma sull’Arantxa Sanchez Stadium la sfida tra due tenniste ricche di personalità: Maria Sakkari e Daria Kasatkina. La greca Sakkari nel primo set si dimostra molto più caparbia della sua avversaria e, grazie a qusta sua qualità (tirata fuori anche a suon di urli) e alla sua maggior velocità di palla, passa in vantaggio di un break già nel secondo game e mantiene il comando del set fino alla chiusura per 6-3. Nel secondo parziale Kasatkina riesce con molta più disinvoltura a manovrare il gioco trovando spazio col suo ampio dritto; Sakkari invece prosegue con le sue verticalizzazioni tuttavia con sempre meno efficacia. La pressione della russa intacca il gioco della greca che, complice anche un doppio fallo, nell’ottavo game concede tre palle break. Daria continua a dominare col dritto e, trasformata la seconda, va a servire per portare la contesa al terzo. Con fatica riesce nell’impresa e regala al pubblico dell’Arantxa Sanchez (sempre più coinvolto) altro tennis di qualità crescente. Invece, quello che si supponeva essere un parziale decisivo acceso, viene preso d’assalto dalla russa n.23 del mondo che vince 16 dei primi 17 punti. Il crollo della n.5 del mondo Maria le compromette la sua permanenza a Madrid, e in un’ora e 53 minuti, saluta il pubblico sconfitta 3-6 6-3 6-1.