[Q] E. Alexandrova b. A. Anisimova 6-4 6-3
Dopo la convincente vittoria di Ons Jabeur su Simona Halep, nel secondo quarto di finale tra Amanda Anisimova e Ekaterina Alexandrova si decide l’avversaria della tunisina. A partire meglio nel match è la giovane statunitense, che dopo un’iniziale fase di studio piazza il primo break dell’incontro e sale 3-1 e servizio. Nel quinto gioco Anisimova perde la possibilità di allungare, ma in quello successivo è brava a strappare nuovamente la battuta alla sua avversaria, allungando sul 4-2. Da quel momento, tuttavia, la partita lentamente cambia padrona: la reazione di Alexandrova è veemente, con la russa che opera il contro break a zero e impatta sul 4-4. La numero 45 del mondo comanda da fondo campo e, pian piano, inizia a servire anche meglio rispetto alla sua avversaria, che per la terza volta consecutiva è costretta a cedere il servizio, mandando la russa a servire per il primo set. Alexandrova non si fa pregare e chiude 6-4, aiutata anche dal 76% di punti vinti con la prima contro il 45% di Anisimova.
La striscia di game (e break) consecutivi si estende anche nel secondo set, con la russa che si porta subito in vantaggio 1-0 e servizio. La semifinalista del Roland Garros 2019 non ci sta e prova a reagire, centrando il controbreak immediato e portandosi a condurre 2-1. Da questo momento inizia una lunga serie di game ai vantaggi: sono quattro, tre dei quali – i più importanti – vinti da Alexandrova. A cominciare dal quarto e passando per il quinto, con Anisimova che appare piuttosto irrequieta e con un sanguinoso doppio fallo che spinge la russa sul 3-2 e servizio. Al cambio campo, la 20enne del New Jersey chiede un medical time out per un problema al piede sinistro, ma al rientro in campo si procura quattro chance (due consecutive) per riportare il set in parità. Una dopo l’altra, però, svaniscono tutte, anche con una buona dose di fortuna di Alexandrova, che comunque è brava a resistere e a vincere un game fiume da 14 punti, salendo 4-2. L’unico gioco perso ai vantaggi dalla numero 45 WTA, come detto, è quello meno importante, che consente ad Anisimova di accorciare sul 3-4, comunque dopo aver annullato palla break. È l’ultima fiammata d’orgoglio di un match in cui la statunitense avrebbe certamente potuto fare di più. Al servizio per rimanere nel match nel nono gioco, la numero 33 del ranking è nuovamente costretta ai vantaggi e, al secondo match point, commette l’ennesimo errore della sua partita. Finisce 6-4 6-3 in favore di Alexandrova, che diventa la terza qualificata nella storia del torneo a raggiungere le semifinali, dove troverà Ons Jabeur. La russa, inoltre, è la prima giocatrice partita dalle qualificazioni a sconfiggere Anisimova quest’anno, che contro questo genere di tenniste aveva un bilancio perfetto: 5/5.
J. Teichmann b. A. Kalinina 6-3 6-4
Dopo mezz’ora abbondante di interruzione per pioggia, il terzo quarto del torneo femminile parte alla grande. Sia Teichmann che Kalinina cominciano il loro match alla grande, comandando gli scambi nei rispettivi turni di battuta. I primi game scivolano via veloci, tenuti agilmente dalla giocatrice al servizio senza che chi è in risposta possa fare granché. La sensazione è però che la svizzera abbia qualcosa in più (sono già cinque i suoi vincenti in altrettanti game) e, infatti, è lei la prima ad arrivare a palla break. Teichmann ne ha due consecutive e, sfruttando un errore di Kalinina, alla seconda opportunità opera il primo strappo, passando a condurre 4-2. Tutt’a un tratto, la 24enne mancina si disunisce, commette qualche errore di troppo e permette alla sua avversaria di rientrare in partita. L’ucraina non si fa pregare e accorcia le distanze ma, poco dopo, è costretta a fronteggiare due nuove palla break. Con un bel rovescio incrociato – che tante soddisfazioni le ha regalato ieri contro Raducanu – annulla la prima, portando un game ai vantaggi per la prima volta nel match. Sulla seconda, però, Teichmann si inventa un meraviglioso dritto lungolinea che la porta a servire per il set sul 5-3. Poco dopo, con grande personalità, la svizzera continua a dominare e chiude 6-3 un primo parziale davvero ben condotto.
Nel secondo parziale, Jil si concede un attimo di respiro in risposta nel primo game, poi aumenta i giri e tenta l’allungo strappando per due volte a zero il servizio ucraino, ma la magia del primo parziale (8 vincenti, 3 unforced) si è attenuata anche perché Anhelina è cresciuta. La terza è quella buona, però, e con un piccolo ma essenziale aiuto del servizio, la svizzera nativa di Barcellona sale 5-3. Kalinina non si fa impressionare da un paio di drittoni mancini seguiti da una deliziosa smorzata di rovescio in allungo che allungano il nono game e costringe l’avversaria a guadagnarsi la vittoria con la battuta. Teichmann sale rapidamente 40-0, poi l’altra piazza un paio di punti che rischiano di metterle pressione; decide di liberarsene in fretta chiudendo a rete la volée (e il match) dietro al servizio a uscire. Senza alcun set ancora lasciato per strada, giovedì andrà a caccia delle sua seconda finale “1000” dopo quella di Cincinnati dello scorso anno persa contro Ashleigh Barty.
[12] J. Pegula b. S. Sorribes Tormo 6-4 6-2 (a cura di Michelangelo Sottili)
Iniziata monocorde, la sfida vinta da Jessica Pegula su Sara Sorribes Tormo si è presto arricchita di spunti piuttosto godibili. A dispetto del punteggio e come suggerisce l’ora e 47 minuti di gioco, l’incontro è stato molto combattuto, specialmente il primo parziale quando Sorribes ha iniziato a uscire dal suo piano A. Sara è un po’ la Juanma Cerundolo della WTA – o forse viceversa perché non è che lui sembri tirare molto più forte – ma non si può non apprezzarne la capacità di tentare qualcosa di diverso quando quello per cui è più portata non è sufficiente.
A ogni modo, Pegula tiene il palleggio senza patire particolarmente le traiettorie curve o tagliate dell’avversaria e ha colpi più incisivi, così prende relativamente in fretta il sopravvento salendo 5-1. Arriva anche il set point, ma il dritto al volo della n. 14 WTA dopo una bella prima lascia un’autostrada per il passante spagnolo. Graziata, Sorribes capisce che in questo modo non va da nessuna parte se non sotto la doccia in due set e si fa più propositiva. La scelta paga perché vince tre game ai vantaggi, salvo poi capitolare pagando la rincorsa.
Senza snaturare il proprio gioco e affidandosi sempre alle grandi capacità difensive, SST continua a cercare qualche soluzione alternativa. Dal canto suo, Jessica non può e non vuole lasciare il pallino del gioco, si presenta sempre più spesso a rete nonostante qualche incertezza iniziale e consegna smorzate dolcemente micidiali. Come nel primo set ma più agevolmente, la statunitense sale 5-1 e, di nuovo, non riesce a chiudere subito anche perché Sorribes non si arrende mai. Ora però ha il match in pugno e Sara riesce solo a strapparle un turno di battuta prima di cedere nuovamente il proprio. 31 vincenti e 20 unforced per Pegula che raggiunge Teichmann in semifinale.