Da Madrid, il nostro inviato
[8] O. Jabeur b. [14] J. Pegula 7-5 0-6 6-2
Ons Jabeur vince il secondo titolo della carriera (dopo Birmingham 2021) al Mutua Madrid Open, avendo la meglio su Jessica Pegula per 7-5 0-6 6-2 in un’ora e 55 minuti. La tunisina si porta 3-2 negli scontri diretti con l’americana, vincendo le ultime tre sfide tra le due. Il match odierno non è stato brillantissimo per entrambe ed è rimasto in equilibrio solamente nel primo set e, dopo un visibile passaggio a vuoto da parte di Ons nel secondo parziale, ha attraversato un’altra fase di incertezza ad inizio terzo set. Tuttavia la maggior abilità con la racchetta di Jabeur ha sempre dato l’impressione che fosse lei la proprietaria del proprio destino, e quando l’incontro è entrato nella fase più calda non ha ripetuto gli errori commessi nelle altre quattro finali perde della sua carriera, bensì è rimasta calma e fiduciosa nei suoi mezzi.
Con questo successo diventa la prima tennista nata in Africa a vincere un titolo WTA 1000, e in termini di ranking tornerà ad occupare la posizione numero 7; Pegula invece si conferma sempre di più come n.2 statunitense (alle spalle di Collins) e migliora il suo best ranking con l’undicesima piazza.
IL MATCH- I possessori del biglietto della sessione diurna del Manolo Santana Stadium, lasciano lo stadio con la consapevolezza di aver assistito ad una delle esperienze tennistiche più straordinarie della loro vita. Il tempo di cambiare la rete sostituendola con quella degli sponsor WTA, e di dare una spazzolata e un’innaffiata al campo, che gli spalti tornano ad affollarsi – in misura minore – per la finale femminile del Mutua Madrid Open 2022.
Jabeur col tempo si è costituita la fama di grande smorzatrice, e fin dai primi game ha voluto mantenere fede a questa reputazione. Inizialmente i drop shot della tunisina hanno messo in difficoltà Pegula, tanto che questa ha dovuto salvare 4 palle break nei suoi primi due turni di battuta. Il contraccolpo per le occasioni mancate da parte di Jabeur non tarda ad arrivare, e nel quarto game arriva il primo break del match. La statunitense si porta avanti ma il vantaggio non dura. La n.10 del mondo sa manovrare con maggiore precisione la palla anche da fondo, e se la smorzata non funziona, ripiega sul back. La sfida di fioretto a suon di rovescio tagliati infatti se l’aggiudica Ons, riportandosi dunque in parità.
L’americana in risposta si porta inaspettatamente a set point, che viene annullato con un rovescio incrociato molto potente e preciso. Questo colpo, giocato altre due volte in fotocopia con l’americana al servizio, dimostra l’ecletticità di una tennista, Jabeur, che sì costruisce i suoi scambi con la tecnica ma sa anche chiudere i punti con le accelerazioni. Proprio queste due di rovescio le permettono di passare in vantaggio, 6-5, e dopo aver seriamente rischiato di perderlo, di servire per chiudere il primo set. Un altro paio di smorzate efficaci (per parcondicio una di dritto, una di rovescio) la portano a set point, e alla seconda chance Pegula ci mette del suo con un dritto lungo. 7-5 in 55 minuti.
Pegula inizia sbagliando anche il secondo parziale, tuttavia ben presto la sua avversaria decide di voler primeggiare anche sotto questo aspetto e si lascia andare in tantissimi errori. Jabeur non sfrutta tre palle break e va in black out: occhi di falco chiamati quasi per disperazione, smorzate che non hanno né capo né coda, servizi facilmente attaccabili. Jessica non si lascia scappare questo periodo no dell’avveraria (certificato anche dal suo linguaggio del corpo quasi svogliato) e, come accade sempre più spesso nel circuito femminile, la n.14 domina il parziale per 6-0. L’emblema del secondo set, durato 25 minuti, è l’ennesima palla corta della tunisina che a malapena arriva alla rete.
Il terzo set si apre con una girandola di break dal quale esce Jabeur in testa. La tunisina torna a giocare con caparbietà e soprattutto non si disunisce dopo gli errori, che pian piano iniziano a diminuire. Supera un ulteriore ostacolo verso la vittoria nel titolo quando, al servizio 3-2, va sotto 0-30. Con quattro punti vincenti, culminati da un gran dritto, tiene la battuta e il match si inclina in una leggera discesa per lei. La tunisina infatti non perderà più un game e vince meritatamente 7-5 0-6 6-2. Jabeur può inginocchiarsi sulla terra madrilena, e dopo un sincero abbraccio a rete con Pegula, alza le braccia al cielo e si dirige verso il suo affollato box per ricevere i dovuti abbracci.
“Ero così stufa di perdere finali ad un certo punto, e ora è così emozionante vincere questo titolo” ammette Ons a fine partite. E al pubblico locale confida: “vi prometto che imparerò ancora di più lo spagnolo”. Dopo le congratulazioni di rito ma tutt’altro che di facciata, Pegula ricorda un fatto curioso che accomuna le due giocatrici: “Un paio d’anni fa eravamo classificate una vicino all’altra io 75, tu 76 e ora siamo qui. Ti meriti questo successo”.