Da Madrid, il nostro inviato
[7] C. Alcaraz b. [2] A. Zverev 6-3 6-1
Se le partite di Carlos Alcaraz contro Nadal e Djokovic avevano regalato uno spettacolo straordinario, sia per pathos che per livello di gioco, la finale contro Alexander Zverev è praticamente un assolo eseguito dal 19enne di Murcia, sicuramente apprezzato dal pubblico del Manolo Santana Stadium. Mai come oggi si erano viste tante bandiere spagnole sugli spalti, chissà però se i presenti avrebbero preferito un match più lottato, anziché un 6-3 6-1 in 62 minuti. I presupposti per una sfida equilibrata in effetti c’erano, perché il tedesco nei suoi 21 match in carriera al Mutua Madrid Open aveva sempre vinto almeno un set, mentre oggi è tornaro a casa a bocca asciutta.
Alcaraz invece, che non aveva mai battuto Zverev nei due precedenti sul cemento dello scorso anno, arricchisce la sua bacheca col 5° titolo della carriera su cinque finali, il secondo Masters 1000 dopo Miami di un meso e mezzo fa (il più giovane a riuscirci dai tempi del Rafa 18enne nel 2005). Diventa il più giovane a vincere cinque titoli da Nadal che a quell’età, nel periodo 2004-05, ne vinse sette. Con questo splendido risultato a 19 anni Carlos sale al sesto posto del ranking, con la ferma intenzione di proseguire ancora.
IL MATCH – Come nei match contro Rafa e Nole, anche nella finale Alcarz si procura una palla break nei game iniziali (con piccolo aiuto del tedesco che sbaglia qualche dritto). Ma a differenza dei turni precedenti, l’avversario dello spagnolo ha nel servizio una delle armi principali del suo arsenale, e battendo sempre oltre i 205 kmh, scampa il pericolo. Anche Alcaraz mantiene velocità elevatissime con questo colpo riuscendo quasi spesso a non dover far altro per guadagnarsi il punto. La feroce pressione di Carlos trova i suoi frutti nel terzo game: col solidità e senza strafare si porta 0-40 e Zverev, tentando di mischiare le carte, si presenta a rete ma una volée di rovescio affossata manda il n.9 del mondo in vanraggio di un break.
Dopo neanche mezz’ora di gioco il tennista di Murcia va a servire sul 5-3, e con un campionario dei suoi colpi migliori si aggiudica i quattro ’15’ che gli valgono il primo set in 33 minuti. Prima un’accelerazione di dritto, poi una smorzata vincente sempre con questo colpo, e infine poi due seconde di servizio che Zverev non ha saputo gestire. Il tedesco in effetti cala di livello e non riuscirà a salire più.
Il ‘momento no’ si protrae nei primi punti del secondo parziale. Anche qui le prime chance arrivano nel terzo game – tre in un colpo solo – e questa volta la battuta di Sasha non basta a cavarlo fuori dai guai. La terza smorzata della partita di Carlos (tutte efficaci) gli vale il break che lo avvia verso un successo strameritato e mai in discussione. Grazie alla collaborazione del n.3 del mondo il divario si fa sempre più ampio. Un smash addirittura schiacciato sul suo campo, un doppio fallo (anche oggi nota dolente) e uno schiaffo al volo a metà rete concedono la palla del doppio break, brillantemente convertita da Alcaraz. Zverev non termina i suoi regali e addirittura chiude il match con una altro break senza dare neanche la possibilità ad Alcaraz di faticare sul match point: infatto due doppi falli mettono fine al match in 62 minuti, 6-3 6-6-1. Per Alcaraz è la settima vittoria consecutiva su un top10.
DICHIARAZIONI – Durante la premiazione è lo sconfitto il primo a parlare, e si lascia andare in così tante belle parole verso il suo giovane avversario che se questi fosse scaramantico dovrebbe correre ai ripari. “Sei il miglior giocatore del mondo” esordisce Zverev, rimediando l’ovazione del pubblico per queste parole. “Anche se sei così giovane ci stai battendo tutti. È bello vedere una giovane stella venir fuori in questo modo, che diventerà n.1, vincerà tanti Slam e vincerà qui tante altre volte in futuro”.
Poi è passato agli altri commenti di rito, ma non per questo meno autentici. Prima è stato il turno della sua squadra: “Ringrazio il mio team, oggi il mio gioco non ha funzionato ma il tennis è così. Grazie per stare sempre al mio fianco anche in questo periodo difficile”. E successivamente del pubblico: “Anche se ho perso piuttosto malamente oggi, questo resta sempre il mio torneo preferito. Mi spiace per la finale, non è stato il miglior tennis da offrire ma è sempre bellissimo giocare in un campo pieno. […] Una settimana fa a mala pena riuscivo a vincere una partita mentre ora sono in una finale, sicuramente voi mi avete aiutato”. E qui gli applausi sono ricominciati a più non posso.