B. Andreescu b. [Q] P. Martic 6-4 6-4
Sono stati mesi complessi quelli passati per Bianca Andreescu, ma il peggio sembra essere alle spalle. Una valanga di infortuni, mille pressioni, lo stress, i propositi di ritiro, una salvifica pausa di sei mesi dopo il torneo di Indian Wells in versione autunnale. Uno stop utile a guardarsi dentro, a calmare i demoni, a riconciliarsi con il mondo della palina, abilissimo a trasformarsi in spietato tritacarne. Bianca adesso sembra stare meglio, e ha ricominciato a vincere partite. Quella portata casa oggi contro Petra Martic l’ha spedita ai quarti di finale; i primi quarti di finale in un “Mille” in quattordici mesi, l’ultima apparizione risalendo al Miami Open 2021.
Una buona prestazione, solida, come usano dire. Un’ora e trentaquattro minuti di partita condotta con consapevolezza e senza paura, come dimostrano le sei palle break cancellate delle sette concesse e le tre trasformate delle quattro avute a disposizione: i purosangue sanno sfruttare il momento quando si presenta. Incoraggiata dalle buone sensazioni avute al servizio (4 ace, il 72% di prime palle con il 68% di conversione), arma indispensabile per tenere a bada una vecchia volpe da terra battuta quale certamente è la semifinalista 2021 Martic, Andreescu ha piazzato la prima incursione in un turno in battuta dell’avversaria nel momento più propizio: quattro pari nel primo, drive volley definitiva e set in ghiaccio.
Subito avanti di un break anche nel secondo banchettando sui sempre più evidenti problemi al servizio della spalatina (sei doppi falli nel parziale), Bianca ha accusato l’unico passaggio a vuoto della propria prestazione dal due a uno in suo favore; prima restituendo il break a Martic e poco dopo offrendo a quest’ultima – cui va dato comunque il grande merito di aver giocato una manciata di game formidabili – addirittura due palle per involarsi sul quattro a due. Andreescu è stata brava e ordinata, paziente il giusto nell’attesa che la buriana passasse. Salvatasi, nel classico settimo gioco la canadese da Mississauga ha approfittato dell’ennesimo doppio fallo dell’avversaria per centrare il break decisivo, e non molto dopo ha chiuso al terzo match point, ancora di volo. Affronterà domani la campionessa in carica e numero uno del mondo Iga Swiatek per un posto in semifinale. Sarà dura, ma considerato il recente passato la prima campagna romana di Bianca non si può non considerare positiva, vada come vada.
A. Anisimova b. [7] D. Collins 6-2 6-2
Poco da dire, e si avrebbe la tentazione di sfoderare il superlativo assoluto, sul derby USA di giornata, che in molti attendevano con una certa curiosità. Amanda Anisimova ha concesso appena quattro game a Danielle Collins, quest’ultima irriconoscibile rispetto alla giocatrice che ieri sera aveva battuto l’ex principessa del Foro Simona Halep. Amandina ha offerto una gran prestazione in risposta, questo le va riconosciuto, ma la ridottissima durata del match (un’ora appena) è in buona parte colpa della disastrosa prova messa in campo dalla finalista dell’ultimo Open d’Australia. Ventiquattro errori non forzati in sedici game, sei doppi falli, cinque break subiti: sono i numeri di una catastrofe.
Anisimova pare peraltro in forma più che discreta. Domani giocherà per la quarta volta in stagione i quarti di finale, e due dei precedenti tre sono arrivati proprio sul rosso. Sfiderà per un posto in semi Aryna Sabalenka, sospinta da una tradizione favorevole alquanto. Le due si sono già affrontate quattro volte e per quattro volte è finita con la vittoria di Amanda, l’ultima giusto la settimana scorsa, a Madrid.