Dal nostro inviato a Parigi
[1] N. Djokovic b. A. Molcan 6-2 6-3 7-6(4)
Continua la marcia di avvicinamento di Novak Djokovic all’attesa sfida nei quarti contro Rafa Nadal. Il n. 1 del mondo ottiene la 83esima vittoria sulla terra parigina, superando in tre set Alex Molcan e faticando nell’ultimo parziale, nel quale ha avuto la meglio sull’avversario solo al tie-break. Del resto nelle previsioni il tennista slovacco – che ha al suo fianco il coach che ha guidato Nole nei suoi 20 trionfi Slam, il connazionale Marjan Vajda – avrebbe dovuto rappresentare per il fuoriclasse serbo un test un po’ più impegnativo del 26enne giapponese Nishioka, a cui aveva lasciato solo quattro game. Il 24 enne di Presov, all’esordio nel main draw parigino, è infatti fresco di ingresso in top 50 dopo la finale a Marrakech – ed è al suo best ranking, n. 38 dopo la finale della scorsa settimana a Lione (sconfitto da Norrie in tre set). In realtà, come detto, lo è stato solo nel terzo e ultimo set, dopo che i primi due erano stati un monologo del serbo. E non è detto che per Djokovic non sia stato un bene combattere almeno un set, dopo cinque giocati sul velluto, in previsione dei prossimi match, a partire da quello del terzo turno che lo vedrà affrontare lo sloveno Aljaz Bedene.
Il sole scalda (finalmente) le tribune del Suzanne Lenglen quando inizia la partita tra Djokovic e Molcan. In realtà però il tennista slovacco in partita non ci entra subito, forse pagando un po’ l’emozione di affrontare il n. 1 del mondo su un campo importante come il Lenglen, peraltro pressoché esaurito e quindi ancora più “faticoso” da gestire emotivamente. Djokovic domina da subito gli scambi da fondo, ottiene il break al quarto gioco e si porta in un attimo sul 4-1. Sono passati solo venti minuti e Molcan deve già alzare il livello di rischio dei suoi colpi per cercare di portare a casa un punto. Non è un bel segnale. Infatti gli va bene un game, ma poi Djokovic lo fa andare fuori giri e dopo 29 minuti incamera il primo set per 6-2.
Il secondo parziale è all’inizio un po’ più equilibrato. Molcan sembra essersi scrollato di dosso l’emozione della prima mezz’ora, mentre dall’altra parte Djokovic, come gli capita più di qualche volta è in controllo del match, entra in modalità “gatto sornione” aspettando gli errori dell’avversario. Lo slovacco chiede anche il supporto del pubblico dopo aver ottenuto il punto recuperando su una contro palla corta di Djokovic e le prova un po’ tutte per cambiare l’inerzia del match: palle corte, rovesci al salto e continua a mirare alle righe tenendo alta l’asticella del rischio. Il n. 1 del mondo si rende conto che rischia di dare troppa confidenza al suo avversario e che ha bisogno di riattivarsi. Caccia un urlo dopo aver sbagliato un colpo all’inizio del sesto gioco ed era quello che gli ci voleva, dato che ottiene immediatamente il break. Per alzare il livello di energia, il serbo un paio di game dopo trova anche modo di discutere con l’arbitro, reo di aver fatto partire troppo presto il timer dei secondi tra un punto e l’altro. Ovviamente arriva subito dopo puntuale uno dei due ace del parziale. Quando va a servire per rimanere nel set sul 2-5, Molcan scambia qualche parola con il suo angolo e pare evidente la sua frustrazione. Frustrazione che immaginiamo Vajda conosca benissimo, dato che l’ha vista tantissime volte negli avversari quando sedeva nell’angolo di Djokovic. Pochi minuti dopo il suo vecchio allievo conquista anche il secondo set per 6-3.
Il break del campione in carica nel terzo gioco del terzo set sembra mette la parola fine alla contesa, invece il serbo ha un calo di tensione proprio mentre il suo avversario, non avendo più nulla da perdere, inizia a far andare il braccio. E così, dopo non aver concesso neanche una palla break fino a quel momento, Nole ne concede due nel gioco successivo e alla seconda cede per la prima volta il servizio. Il mancino di Prosev prende coraggio, mentre invece Djokovic non riesce a riaccendersi come prima e torna a fare qualche errore di troppo, soprattutto di dritto, come gli capitava fino a qualche settimana fa, all’inizio della stagione in rosso dopo la lunga inattività. La partita adesso è finalmente equilbrata, Molcan – che a Roma nelle qualificazioni fu sconfitto da Giulio Zeppieri, impresa di cui Ubitennis parlò con il suo coach Fischietti – che nei primi due set non riusciva praticamente mai a vincere gli scambi lunghi, ora invece fa match pari da fondo. Lo slovacco lotta con coraggio e annulla la palla che porterebbe Djokovic a servire per il match. Ora si gioca anche sui game di servizio del n. 1 del mondo, che ha bisogno di una riga per uscire da uno scomodo 15-30 nel decimo gioco e di un ace nel dodicesimo su un pericoloso 30 pari. Il tie-break è la giusta conclusione di un parziale equilibrato. Equilibrio che dura ancora per una manciata di punti, poi Nole allunga sul 4-2, mostra il pugno, e anche se il suo avversario lotta fino alla fine, chiude sul 7-4 sull’errore di dritto di Molcan e si qualifica per la 17esima volta su 18 partecipazioni (perse solo contro Coria, per ritiro al terzo set, al suo primo Roland Garros).