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Il dibattito che si è scatenato tra gli appassionati di tennis sulle varie piattaforme digitali è: Sinner ha giocato bene o ha giocato male? Jannik nel battere Carballes Baena ha espresso il suo miglior gioco? Assodato che ormai l’asticella delle aspettative sul ragazzo si è, vivaddio, notevolmente alzata già discutere sul come si vince è un motivo di grande soddisfazione, per tutti. Anche per lui. In altri ambienti sportivi, che facciamo fatica a citare ma che prendiamo in questo caso in prestito, è consuetudine dire: “vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. A questo punto del torneo, potremo essere d’accordo.
Interessante dunque è capire cosa ne pensi Sinner, sia sul match in generale che sulla propria prestazione: ”E’ stato un match molto duro specialmente all’inizio, tanti scambi e molto lunghi. Fondamentale è stato fare i punti decisivi nei momenti importanti e sono felice di esserci riuscito. Sono ancora giovane, sto imparando qualcosa di più ogni giorno da ogni partita che gioco negli Slam. Affronto quasi sempre giocatori che ne hanno più di me, ma ogni match in più è un piccolo passo in avanti. Vediamo quanto lontano riesco ad andare”.
SPUNTI TECNICI: Il nostro coach analizza colpo per colpo, foto per foto, Jannik Sinner al microscopio
Più netto invece il giudizio sulla propria prestazione scendendo nel dettaglio anche di alcuni aspetti tecnici: “Non credo di aver giocato male, per il match ero preparato avevo studiato il mio avversario guardando molti video con Simone; ho servito bene e sono soddisfatto della mia partita soprattutto nel quarto set, quello decisivo. Sicuramente c’è molto margine, le condizioni del campo non erano le migliori, il campo era pesante e non riuscivo a fare andare la palla. Potevo far meglio nel primo set sfruttando le palle break che ho avuto e forse lì sarebbe stata ancora un’altra partita ma…col senno di poi, chi può dirlo?”
Al prossimo turno affronterà Mackenzie McDonald, giocatore che riporta alla mente piacevoli ricordi in Sinner, ovvero la vittoria in finale al torneo di Washington. “Quella è stata l’unica volta che ci siamo incontrati. Non abbiamo mai giocato sulla terra e sono curioso di vedere il suo gioco. Lui è un tennista che si muove molto, che corre tantissimo e che tende a spostare sempre il gioco. Di sicuro sarà una partita difficile e da domani ci metteremo subito al lavoro con Simone per capire come affrontarlo al meglio”.