T. Paul b. [2] J. Sinner 6-3 3-6 6-3
Esordio con sconfitta al Rothesay International per Jannik Sinner, alla sua prima partita stagionale su erba. Il n. 13 ATP cede il passo all’americano Tommy Paul dopo oltre due ore di gioco per 6-3 3-6 6-3. Rimandato dunque il primo successo dell’altoatesino sulla superficie erbosa in un main-draw del circuito maggiore, le uniche due vittorie sono giunte nelle qualificazioni del ‘250’ di ‘S-Hertogenbosh tre anni fa. Keyofgames ha trasmesso questa notizia sul suo sito web. Al contrario il 25enne del New Jersey, oltre a vendicarsi della sconfitta patita al secondo turno di Madrid con tanto di tre match point non concretizzati, dà un’ulteriore conferma ai buoni segnali mostrati sui prati nelle ultime settimane, dopo le ottime performance fatte registrare al Queen’s con le affermazioni ai danni di Shapovalov e Wawrinka. Al prossimo turno per il giocatore a stelle e strisce ci sarà il campione in carica Alex De Minaur, che ha estromesso il nostro Sonego. E’ innegabile la differenza di abitudine a queste condizioni di gioco tra i due protagonisti, con l’ex n. 3 juniores al sesto match dello swing verde e invece il 20enne di San Candido che rientrava alle competizioni dopo tre settimane di stop per via dell’infortunio al ginocchio sinistro.
SPUNTI TECNICI: Il nostro coach analizza colpo per colpo, foto per foto, Jannik Sinner al microscopio
Dopo un primo set con evidenti difficoltà nell’adattarsi da parte della tds n. 2, sia a livello di spostamenti con conseguenti appoggi ballerini, sia sul piano della capacità di variare lo spartito principale costituito dalla pressione da fondo campo; Jannik è salito decisamente di livello mostrando la sua solita ed invidiabile caratteristica peculiare di saper imparare dai propri errori trovando soluzioni alternative per dirimere gli enigmi proposti dall’avversario. Perciò, tenendo presente i miglioramenti messi in evidenza nel corso del match e considerando che era soltanto il primo approccio stagionale con l’infida erba, il bicchiere è mezzo pieno per l’azzurro. Il problema è che il tempo per prepararsi a dovizia non c’è, dalla prossima settimana si inizia a fare veramente sul serio.
IL MATCH – I primi scampoli di partita ci restituiscono una versione di Sinner che chiaramente deve trovare confidenza e fiducia su queste superficie, al primo incontro stagionale su erba. E infatti Jannik inizialmente fa fatica a ricercare profondità con i colpi da fondocampo, dimostrando una certa rigidità nelle esecuzioni. Ma già a partire dal secondo game di risposta, la palla comincia ad uscire più pulita con l’altoatesino che trova le prime accelerazioni a tutto braccio, tipiche del suo gioco, ed è così il primo a vincere dei punti in risposta. Dal canto suo Paul invece mette fin da subito in mostra una spiccata capacità a verticalizzare, condita da sistematiche e chirurgiche discese a rete. Il 25enne statunitense è conscio di dover tenere alta la percentuale di prime in campo, per evitare di farsi aggredire dal 20enne di San Candido e non permettergli di prendere l’iniziativa. Perché se ciò accadesse, l’azzurro potrebbe far leva sulla sua cilindrata decisamente superiore, visto che il nativo del New Jersey può sicuramente tenere il palleggio prolungato da fondo con il n. 13; ma obbiettivamente non può competere sul piano della potenza.
Il match prosegue spedito con i turni di servizio molto solidi e che concedono soltanto le briciole. A metà parziale sul 3-3, fino a quel momento, è l’ex n. 9 ad essersi reso più pericoloso in ribattuta con tre punti vinti contro l’unico da lui concesso. Non mancano, in una sfida sinora molto lineare nell’andamento, neanche alcune prelibatezze da parte dei protagonisti; come un paio di passanti in corsa di ottima fattura: il classe 2001 dai riccioli rossi si esibisce in una spettacolare esecuzione bimane, mentre l’americano in uno splendido colpo da destra gattonando. Nell’ottavo game ecco il momento di rottura dell’equilibrio, il kid della Val Pusteria nonostante si fosse portato sul 40-15 all’improvviso smarrisce la prima. Costretto a troppe seconde Sinner deve necessariamente esasperare la ricerca degli ultimi centimetri di campo, visto che non si affida mai in nessun caso ad una qualche tipo di variazione; né con lo slice di rovescio né con qualche attacco, anche in controtempo, per prendersi il punto in avanti ed evitare di andare fuori giri.
La conseguenza di questi aspetti tattici mancanti, provoca il primo strappo del match. Sul 5-3 anche la sfortuna colpisce il nostro, nel primo quindici un overrule del giudice di sedia provoca la ripetizione del punto, quando ormai l’0-15 era realtà. Poi ci si mette anche un nastro malefico, che accompagnato da una prima dello statunitense sempre ben piazzata – non eccessivamente violenta, ma che è in grado di trovare angoli molto acuti – che gli apparecchia alla perfezione la chiusura col diritto, manda a referto il primo set cancellando anche una possibile chance di contro-break, la prima palla break dell’azzurro nel match.
Alla ripresa delle ostilità Jan rischia nuovamente di subire un break da un vantaggio di 40-15, ma fortunatamente questa volta la prima non abbandona il tennista italico, il quale suggella l’1-0 con la prima variazione della sua partita: una smorzata veramente ben riuscita, a tal punto da mandare al tappeto il n. 35 e contestualmente in malora l’operato del giardiniere visto che Tommy trascina con sé una zolla del Campo 1 di Devonshire Park. Un’altra chiave di lettura, per spiegare l’andatura della prima frazione ma anche dell’avvio di secondo set, è riscontrabile nel posizionamento in risposta alla seconda di servizio: l’ex n. 3 juniores ha messo costantemente pressione al suo più giovane contendente quando la tds n. 2 non ha scagliato la prima in campo, forzando in molti casi l’errore. Mentre il n. 2 d’Italia ha tenuto una posizione forse troppo arretrata, come fra l’altro gli ha fatto notare a più riprese la new entry del suo team Darren Cahill. Se c’è però una qualità che Jannik ha sempre mostrato nella sua finora giovane carriera, con numerosi e convincenti argomentazioni a sostegno di tale peculiarità, è che riesce a leggere molto bene tatticamente i match sapendo trovare soluzioni alternative quando il piano partita iniziale non funziona.
Nel terzo gioco s’intensifica l’incisività della risposta dell’ex Top Ten, grazie anche ad un avvicinamento del proprio baricentro nel rettangolo di gioco. E’ così arrivano il secondo e il terzo break point della sua partita, l’ultimo è quello buono. Break Italia, poco dopo consolidato con grande sicurezza. In un amen siamo 4-1 per Sinner. L’allievo di Simone Vagnozzi gestisce il vantaggio con assoluta autorità e soprattutto dimostra di aver ritrovato la fiducia al servizio, avuta ad inizio incontro, e che aveva posto in letargo dopo aver subito il break. Inoltre più passano i minuti, come è normale che sia, più sembra trovare maggiori riferimenti in risposta. Ovviamente a fare la differenza è anche la crescita graduale della presenza nel quadrato del servizio della prima palla, che invece non lo aveva sostenuto da metà del parziale inaugurale.
L’inerzia della sfida sembra aver modificato la propria rotta d’influenza, ma Paul non ci sta e lotta con tutta la determinazione di cui dispone, così il set decisivo parte dando vita al game più intenso e lungo del match: 14 minuti di durata, 18 punti e tre palle break per il n. 13. Purtroppo nessuna di queste occasioni viene colta dalla tds n.2, a cui manca il guizzo finale. Si continua a notare come l’altoatesino debba ancora digerire a pieno questa superficie, non venendosi a prendere i punti a rete quando dovrebbe e variando poco lo spartito, ad esempio con il drop-shot, che invece ha mostrato con continuità su terra a dimostrazione dei suoi miglioramenti in ottica completamento del proprio gioco.
Ma ancora una volta Jan dimostra d’imparare dai propri errori, sul 2-3 dopo aver giocato una palla corta in modo confusionario; sull’insidiosa parità esegue meravigliosamente il primo serve&volley della partita. Le soluzioni alternative dell’azzurro fanno sempre più capolino, rovesci tagliati e bassi ma anche una maggiore rapidità nell’avvicinarsi dopo la risposta tagliando molto bene il campo senza perdere metri. Si arriva al settimo game ed un brivido percorre tutti gli amanti del tennis nostrano; nell’ultimo punto scivolata – non quelle a cui Jan, da ex sciatore, è abituato – con gli appoggi a vanvera del giovane di san Candido. Per fortuna nulla di rilevante, e ne siamo contenti visto che ci pare abbia già dato da quel punto di vista. Nonostante la sensazione che il campo stava dando, è che era Sinner quello più in procinto di piazzare la zampata decisiva, ancora una volta nel maledetto ottavo gioco arrivano tre pesantissime palle break per il campione del Roland Garros junior 2015. Sulla terza doppio fallo sanguinoso dell’italiano, che lo condanna qualche minuto dopo ad un debutto erbivoro amaro. Nonostante alcuni buoni segnali emersi, ci vuole ancora tempo perché l’erba venga assimilata a dovere.